La notte della Luna rossa: come e quando vederla tra leggende e realtà
- Postato il 7 settembre 2025
- Di Panorama
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La sera del 7 settembre 2025, la Luna si trasformerà in un disco rosso vivo, avvolta nell’ombra della Terra per 82 minuti: il più lungo spettacolo di totalità dell’anno. Sarà visibile in gran parte d’Europa, Africa, Asia e Oceania, in un momento in cui miliardi di occhi condivideranno la stessa meraviglia.
La visione avrà un fascino che va oltre la scienza: quando il nostro satellite si immerge nell’ombra terrestre, è come se tutti i tramonti del pianeta venissero riflessi sul suo volto. Le tonalità rosse e aranciate non sono magia, ma il risultato della luce solare che attraversa la nostra atmosfera, filtrata da vapori, nubi e polveri. L’aria trattiene e disperde i toni freddi, lasciando passare i rossi, che avvolgono la superficie lunare come una carezza di fuoco. Se l’atmosfera è limpida, il rosso sarà vivido e intenso; se invece è carica di particelle, il colore si farà cupo, quasi bruciato.
La danza silente di luce e ombra
L’eclissi totale è un allineamento perfetto: Sole, Terra e Luna si trovano in fila, con la Terra al centro. Il nostro pianeta proietta la propria ombra nello spazio e la Luna vi scivola dentro, scomparendo dalla luce diretta. All’inizio, la penombra ammorbidisce il chiarore lunare; poi, nell’ombra piena, la trasformazione si compie. La luce che la illumina non viene più dal Sole in linea retta, ma è piegata e filtrata dalla nostra atmosfera, regalando quella tinta che oscilla dal rosso vivo al rame scuro. È un fenomeno tanto spiegabile quanto poetico: la Luna diventa lo schermo su cui si proiettano i colori della Terra.
Leggende che incendiano la notte
Nelle Ande antiche, l’eclissi era il segno che un giaguaro celeste stava assaggiando la Luna. Le comunità si riunivano attorno ai fuochi, brandendo bastoni e pentole, facendo ululare i cani per spaventare l’animale e liberare il cielo. Non era solo superstizione: era un rito collettivo, un patto tra gli uomini e il cosmo.
In Mesopotamia, l’eclissi annunciava guai per il re. Si credeva che sette demoni fossero all’opera per colpire il sovrano, così si nominava un “re sostitutivo” destinato a governare solo per la durata del pericolo. Alla fine del fenomeno, il falso monarca spariva, spesso per sempre, e il vero sovrano tornava sul trono, illeso e protetto dal sacrificio altrui.
Nella Cina imperiale, un drago affamato si abbatteva sulla Luna. Per scacciarlo, la popolazione dava vita a un concerto assordante di tamburi, campane e colpi di cannone. Era un’esplosione di rumore che, secondo la credenza, avrebbe terrorizzato il mostro e costretto a liberare l’astro.
Nel Sud-Est asiatico, la colpa ricadeva su un rospo celeste, gigantesco e famelico, capace di ingoiare la Luna. Per placarlo, si offrivano cibo, preghiere e riti propiziatori, sperando che la creatura restituisse la sua preda.
Nella mitologia norrena, due lupi celesti — Sköll e Hati — inseguivano instancabilmente il Sole e la Luna. Quando riuscivano a raggiungerli, la luce svaniva. Ma era un inseguimento infinito: la cattura completa era riservata alla fine dei tempi.
In alcune culture dell’Africa occidentale, l’eclissi era una lite tra Sole e Luna. Gli uomini, per ristabilire l’armonia, si riconciliavano tra loro, credendo che la pace sulla Terra si riflettesse nel cielo.
Nella tradizione islamica, invece, l’eclissi non portava paura ma raccoglimento. Era il momento della preghiera dell’eclissi, la salat al-khusuf, una meditazione collettiva che trasformava il fenomeno in segno di riflessione e connessione con il divino.
“La Luna in sangue”: testi sacri e immaginario
C’è un filo rosso — in questo caso, letteralmente — che unisce le culture religiose di epoche e luoghi lontanissimi. Nel Libro di Gioele, antico testo dell’Antico Testamento, si legge: «Il Sole si muterà in tenebre e la Luna in sangue, prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore». Parole che attraversano i secoli e arrivano fino agli Atti degli Apostoli, dove lo stesso passaggio viene citato per sottolineare un momento di rivelazione e trasformazione.
Nel linguaggio apocalittico, la Luna rossa non è mai un fenomeno neutro: è un segnale, un presagio che annuncia cambiamenti radicali, svolte epocali, perfino la fine di un’era. L’oscuramento e la tinta cremisi diventano il sipario che cala su un mondo per aprirne un altro. È il cielo che parla, con una lingua antica e potente, destinata a far tremare chi la ascolta.
Eppure, oggi, la scienza smonta il velo della paura. Sappiamo perché la Luna si colora, possiamo prevedere il fenomeno con precisione matematica, conosciamo la dinamica dell’ombra e della luce. Ma la potenza simbolica resta intatta: non è più minaccia, ma richiamo alla grandezza del cosmo. Un invito a sentirci parte di un disegno più vasto, dove ogni eclissi, pur spiegata, continua a sussurrare qualcosa di antico all’animo umano.
Come guardarla
In Italia, la Luna sorgerà già in eclissi. Per non perdere nemmeno un attimo, servirà un orizzonte libero verso est-sudest: le coste, le colline e i terrazzi alti sono punti privilegiati. Non servono filtri o protezioni particolari: l’eclissi lunare non danneggia la vista. Un binocolo o un piccolo telescopio regaleranno dettagli preziosi, come il bordo scuro dell’ombra terrestre e le sfumature rosso-arancio della superficie.
La magia, però, si coglie anche a occhio nudo. Guardarla sapendo che miliardi di persone, in continenti diversi, stanno vivendo lo stesso spettacolo, trasforma un evento astronomico in un atto collettivo. E quella Luna rossa diventa un filo che unisce, invisibile ma potente, tra passato e presente, tra scienza e mito.