La nuova Broadway è a Milano: dentro MTS, l’Accademia che forma le star del musical
- Postato il 26 agosto 2025
- Di Panorama
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“You’ll Get A Kick Outa Us!”, “Vi divertirete un mondo con noi!”. È proprio parafrasando leggermente una canzone di uno dei suoi musical preferiti, “Anything goes”, che possiamo descrivere l’entusiasmo con cui ci accoglie nella sua scuola milanese. Lui è Simone Nardini, attore, regista, sceneggiatore, costumista. Direttore artistico di MTS-Musical! The School. La prima scuola biennale di musical in Italia.
Simone, la tua carriera racchiude mestieri, talento e genialità. Hai lavorato con Gigi Proietti, Johnny Dorelli, Gianluca Guidi e Christian De Sica, solo per citarne alcuni. Sei partito come attore teatrale alle elementari per arrivare a essere direttore artistico.
“In realtà io avevo una forte passione per il circo: volevo fare il clown. La mia insegnante di attività manuali (all’epoca era una materia che veniva insegnata nella scuola primaria), disse ai miei genitori che ero troppo timido, e che un corso di recitazione mi avrebbe aiutato. Ho iniziato come studente di recitazione amatoriale in quinta elementare, e da lì non mi sono più fermato. A quattordici anni ho girato il mio primo telefilm “Il Clown e Valentina”, sotto la direzione dal premio Oscar Alfredo Giannetti, trasmesso in ottanta paesi al mondo, tranne che in Italia! Ma la recitazione non mi bastava: mi mancava una parte creativa differente. Finito il liceo mi sono iscritto a scenografia e costume all’Accademia di Brera, ma dopo due anni la mia sete di creatività non si placava ancora. Sono diventato assistente alla regia, fino ad arrivare a lavorare nella scuola, capendo cosa volessi fare da grande: il produttore artistico come si fa all’estero, una via di mezzo tra il produttore e il direttore artistico. Io firmo la regia e sono sempre co-autore dello spettacolo, lavorando con un acting coach, figura molto popolare negli Stati Uniti, ma ancora un po’ sottovalutata in Italia. Questa scuola, mi ha fatto capire, e mi ha permesso di diventare, esattamente ciò che volevo essere!”
Quando è nata la scuola?
“Possiamo dire che questa scuola nasce nel 1988 per volontà mia, da allievo, all’interno di quella che all’epoca era la più famosa scuola di recitazione privata di Milano. Convinsi la direttrice a concedere un’apertura anche alla parte musical, seppur, all’inizio, rimanesse principalmente una scuola di teatro. Nel 1999, in collaborazione con Manuel Frattini e Paolo Olivieri, purtroppo oggi scomparsi entrambi, si consolida definitivamente quella che è oggi. L’embrione germoglia nel 1988, per poi sbocciare del tutto nel 1999, quando MTS era l’unica scuola di musical in Italia. Chiamiamo questa scuola Musical! The school, per far capire che si studia tutto. Una vera e propria Accademia di formazione artistica.
Un accademia in pieno stile “Fame – Saranno famosi!” capace di sfornare artisti a 360 gradi, dove per entrare ci sono delle audizioni, come in un vero e proprio spettacolo.
“Esatto, la prima è stata lo scorso il 28 luglio, e le prossime saranno il 5, il 15 e il 25 settembre.”
Quali sono le materie che insegnate in Accademia?
“La danza classica, Modern, Jazz, repertorio musical, danza acrobatica e tiptap. Offriamo poi degli stage ad hoc su altri stili. Il canto e tutto quello che gli ruota intorno: tecnica vocale, teoria e solfeggio musicale, pianoforte, lettura dello spartito, canto corale e canto singolo. Recitazione, a partire dalla dizione, dalla respirazione, lettura, lettura interpretativa e poi ovviamente tutto il discoro di recitazione teatrale e cinematografica. Organizziamo anche incontri con professionisti del settore, dove i ragazzi entrano in contatto con dei mondi apparentemente avulsi da loro, come, per esempio, light e sound designer, o costumisti. È fondamentale conoscere tutti i mestieri del settore per poterli rispettare: se sai qual è a fatica dietro la realizzazione di un costume, ci pensi due volte a sbatterlo per terra a fine rappresentazione. Sai come aiutare te stesso, aiutando, per esempio, il fonico. Se impari a stare in luce, quando arriverai in palcoscenico ti verrà d’istinto.”
E ovviamente, parlando di un lavoro internazionale, insegnate fonetica inglese.
“Studiamo fonetica inglese e tedesca, perché ormai il più grande mercato al mondo per il lavoro in campo del musical è il mondo teutonico, quindi Germania, Austria e Svizzera tedesca. Messe insieme, queste tre nazioni creano il polo professionale che attrae il maggior numero di lavoratori. Più di Broadway e più di Londra. E non hanno la problematica della madrelingua, a differenza di Londra e New York. A loro non interessa se chi è in scena non parla con un accento perfetto. Tantissimi attori diplomati lavorano tra Germania, Austria e Svizzera, invogliati anche dagli ottimi contratti di lavoro proposti, che offrono minimo due anni con ferie pagate, bonus trucco per il logorio della pelle, e fisioterapista compreso!”
Davvero il musical tedesco attira così tanto pubblico?
“Assolutamente sì, ci sono turisti da tutto il mondo che si recano appositamente. L’atmosfera è talmente bella che attira sia locali che turisti. Gli allestimenti sono spettacolari. Per esempio, la versione di Moulin Rouge, di Colonia, pur mantenendo una coerenza su coreografia, costumi e regia, è attualmente l’allestimento di maggiori dimensioni. E aggiungo, con orgoglio, che in quel team, lavorano tre dei nostri migliori diplomati”.
Una domanda difficile: qual è il tuo musical preferito?
“Ce ne sono ovviamente diversi, almeno cinque o sei, ma se devo sceglierne uno, direi “Anything goes”, di Cole Porter. È uno spettacolo leggero e divertente, ma profondo per chiunque non voglia fermarsi all’apparenza. È una serie di vicissitudini di un gruppo di clandestini in viaggio su una nave di lusso da New York a Londra nel 1936. È tra i miei preferiti perché abbina in maniera magistrale leggerezza, grandiosità e fasto del musical con dei contenuti profondi, raccontando il degrado sociale ed economico della società americana dopo il crollo del 1929, dove insieme a Wall Street, precipitarono anche i valori morali. C’è materiale per tutti e lo consiglio. Tra l’altro, siamo stati in cartellone al Carcano grazie alla nostra trasposizione di questo capolavoro.”
Uno dei tanti esempi in cui le rappresentazioni di fine anno della scuola si sono trasformate in spettacoli da cartellone nei più importanti teatri italiani. Una vera e propria Accademia del Musical, dove i primi due anni sono obbligatori e il terzo facoltativo, a discrezione della direzione e degli insegnanti, che invitano solo i migliori a fermarsi gratuitamente per frequentarlo.
E proprio quest’anno, alcuni neo diplomati sono riusciti a entrare, insieme a professionisti veterani, nel cast di HAIR The Tribal Love – Rock Musical che prenderà il via in anteprima nazionale al Teatro Manzoni di Monza il 22 novembre e approderà al Teatro Carcano di Milano dal 30 dicembre.”
Ma questa è un’altra storia, che verrà raccontata a suo tempo.