La parabola di Mourinho: la maledizione della Champions e quella fretta che lo ha tradito

  • Postato il 29 agosto 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Esonero secco, annunciato su X con quattro righe, per un totale di 35 parole: José Mourinho è stato liquidato dal Fenerbahçe con il minimo indispensabile, come un dipendente ormai sgradito, da rimuovere e allontanare in fretta. Mou paga ufficialmente il mancato ingresso in Champions dopo il ko nel playoff contro il Benfica (0-0 a Istanbul, 0-1 a Lisbona), ma i motivi del divorzio sono anche, e forse soprattutto, ben altri. Da tempo José era infatti ai ferri corti con i vertici del club turco e l’allenatore portoghese era atteso al varco. Alla vigilia della sfida di Lisbona, uno dei vicepresidenti, Amdik Hakin, aveva detto: “Il Benfica non ci è superiore, a Istanbul non è sembrato una potenza del calcio”. Tradotto: un modo elegante per mettere Mourinho spalle al muro e scaricare sul tecnico le responsabilità di un eventuale insuccesso.

Il presidente del Fenerbahçe, Ali Koç, 58 anni, è estremamente ambizioso. In carica dal 2018, uomo d’affari, laureato alla Rice University di Houston (Texas), analista presso la Morgan Stanley dal 1992 al 1994, proviene dalla famiglia più ricca della Turchia. Nel suo mandato, il Fenerbahçe ha vinto solo la Coppa nazionale nel 2023. L’ultimo campionato conquistato è datato 2014. La partecipazione più recente alla Champions risale addirittura al 2008-2009, quando l’avventura finì nella fase a gironi. Un bilancio sportivo negativo per un personaggio come Koç. Nell’estate 2024, arruolò Mourinho con due obiettivi ben precisi: vincere in Turchia e riportare il Fenerbahçe nella competizione europea più importante. Il tecnico portoghese ha condotto i “canarini gialli” al secondo posto in campionato e si è fermato alla porta d’ingresso della Champions: senza pensarci due volte, poco più di 24 ore dopo la bocciatura di Lisbona, Koç ha liquidato Mou.

La Champions sta diventando una maledizione per lo Special One: l’ultima avventura risale al 2019-2020, alla guida del Tottenham. I due sesti posti al timone della Roma (2021-2022 e 2022-2023), ma soprattutto la sconfitta dei giallorossi nella finale di Europa League il 31 maggio 2023 conto il Siviglia (1-1 4-1 ai rigori per gli spagnoli), con una rovente coda di polemiche per il penalty negato alla Roma dall’arbitro inglese Taylor, bruciarono i sogni di gloria del portoghese. La notte di Lisbona, sotto i colpi di quel Benfica dove lavorò nel 2000, ha consegnato a Mou il quinto doloroso esonero in dieci anni: Chelsea, Manchester United, Tottenham, Roma e, ora, Fenerbahçe.

Dai tempi dello United si parla di declino del coach portoghese, 62 anni e un quarto di secolo vissuto in prima linea nel football internazionale. Il suo calcio non ha mai abbagliato i puristi, ma i successi – 26 trofei, ultimo la Conference League nel 2022 con la Roma –, un’intelligenza fuori dal comune, la vis polemica e l’indubbio fascino hanno alimentato il mito dello Special One, autodefinizione annunciata urbi et orbi nella celeberrima presentazione del Chelsea nel 2004. Dal secondo esonero con i Blues londinesi, nel dicembre 2015, dopo una sconfitta in casa del Leicester di Claudio Ranieri lanciato verso uno storico titolo, è iniziata la caduta, anche se Mou ha avuto guizzi come il trionfo in Europa League con il Manchester United (2017) e la Conference con la Roma (2022).

Un’analisi più rigorosa e non influenzata dalla faziosità dovrebbe evidenziare che Mourinho ha lavorato nell’ultimo decennio in squadre problematiche. Lo United non ne azzecca una dal 2013, quando si ritirò Alex Ferguson. Il Tottenham è un perdente di successo che ha vinto l’Europa League nella mediocre finale di tre mesi fa proprio contro lo United di Ruben Amorim. La Roma manca la Champions dal 2019. Il Fenerbahçe non riesce a contrastare la superiorità del Galatasaray in Turchia e nonostante la forza del portafoglio ha una rosa qualitativamente modesta. Contro un Benfica di medio livello, la pochezza tecnica è emersa in modo impietoso. Nelle dichiarazioni post-partita, Mourinho è stato onesto: “Il Benfica si è dimostrato superiore”. Nei giorni precedenti, i suoi rilievi sul mercato e sugli investimenti avevano lasciato il segno e Koç ha deciso di dare un taglio netto.

Sono bastati quattordici mesi per cambiare le carte in tavola. Il 2 giugno 2024 Mourinho fu annunciato con la fanfara dal Fenerbahçe: “José è un marchio globale, è uno dei cinque migliori allenatori al mondo”. Mou replicò, rivolgendosi ai tifosi del club turco: “I vostri sogni sono i miei sogni. Ho sentito subito il vostro affetto. Da oggi faccio parte della vostra famiglia. Questa maglia è come la mia pelle e le mie ossa”. Parole portate via dal vento e da polemiche in pieno stile-Mourinho, con le accuse allo strapotere del Galatasaray, battaglia segnata dall’episodio in cui il portoghese prese per il naso l’allenatore rivale sbattendolo per terra e le accuse di razzismo rivolte dai vertici del Galatasaray al coach portoghese.

La verità è che il matrimonio Fenerbahçe-Mou non si doveva fare: è stato una forzatura della storia. Il portoghese non ha avuto la pazienza di attendere una chiamata più importante e, soprattutto, più adatta alla sua storia. La fretta è spesso nemica degli allenatori, anche di quelli più navigati: l’ansia di restare in disparte ha il sopravvento sulla lucidità. La ruota di Mou continua però a girare, nonostante gli esoneri e le accuse di essere alla frutta. C’è già una voce che parla di un interessamento del Nottingham Forest, dove i rapporti tra il proprietario greco Marinakis e l’allenatore Nuno Espirito Santo sono ormai ai titoli di coda. La squadra inglese è tornata in Europa dopo una vita e per Mou riaffacciarsi in Premier sarebbe il massimo, anche per ragioni di vita privata, ma nel Nottingham governa la dirigente greca Lina Souloukou, principale protagonista dell’esonero del portoghese nel gennaio 2024, ai tempi della Roma. Il rumore dei nemici ha sempre caricato Mou, ma averli in casa rappresenta un problema enorme. Lo Special One avrà stavolta la pazienza di scegliere la prossima destinazione con calma e raziocinio?

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