La posta dell’estate: Travolto dall’hallyu coreana
- Postato il 6 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
La posta dell’estate: Travolto dall’hallyu coreana
LE VOSTRE DOMANDE
Cara Altravoce – o meglio, da affezionato lettore ultradecennale posso continuare a chiamarvi Quotidiano? – sono Simone e sono il (più) giovane marito di una attempata ma ancora gagliarda moglie che all’improvviso – effetto menopausa? – ha iniziato a impazzire, letteralmente, per giovani, in alcuni casi giovanissimi, uomini asiatici, dalla Corea alla Thailandia, passando per Cina, Taiwan e Giappone.
Ogni volta che lancio l’occhio sul suo smartphone è tutto un profluvio di pettorali, torsi nudi, visi perfetti. E gridolini estasiati. Di moglie. Per non parlare delle serie tv e della musica. Il mio spotify non mi riconosce più. Certo confesso di aver preso gusto nel vedere Squid Game.
Ma tutte queste storie amorose scivolose, i bl, ascoltare tutto il giorno Stray-Kids, Bts, G-Dragon, Henypen e girare con mostriciattoli pagati a carissimo prezzo attaccati a borse, non le pare troppo?
Cosa faccio, mi lascio trascinare nel moto ondoso dell’hallyu coreana e tutto il resto del cucuzzaro made in Asia? Chiudo la busta e vado avanti? Avvocato?
suo Simone
LA NOSTRA RISPOSTA
Caro Simone, partiamo dalle basi, purché continui a restare un nostro affezionato lettore, della copia cartacea in edicola ogni mattina, della copia digitale, facilmente acquistabile, e del nostro sito, può chiamarci come vuole. Venendo al tema anche nella nostra redazione sono presenti fenomeni sparsi di vittime della korean wave e non solo, tra queste la scrivente, quindi capiamo la sua frustrazione ma non la condividiamo. Tra l’altro anche il marito della sottoscritta si chiama Simone e a noi piace credere alle fortunose coincidenze.
Intanto riservi l’avvocato per altro, non so incompatibilità di carattere, amore per queste incivili temperature, piedi freddi d’inverno o similia, e si lasci travolgere da questo mondo fatto di storia, cultura, kdrama e compagnia cantando, Giappone, Cina, Taiwan e le preannuncio anche future incursioni nel vietnamita.
Si lasci incantare dalla perfetta bellezza di storie pieni di adorabili cliché, ma recitate alla perfezione. Di perfetta bellezza e basta. Che non è il male. Mentre il mondo cade a pezzi, mangi il kimchi che è considerato un superfood. Si faccia una maschera a idratare pelle e pensieri. Ogni tanto una doppia detersione a cancellare peccati e impurità. Indichi alla sua signora, che già ci sta simpatica, una possibile via di acculturata rieducazione facendole leggere, ad esempio, Hang Kang, scrittrice sudcoreana, vincitrice del Man Booker International Prize nel 2016 con il romanzo La vegetariana e del Premio Nobel per la letteratura nel 2024. Visto che ama i boys lover, le regali Amore, Malboro e mirtilli di Sang Young Park. Sua moglie avrà visto la serie, Love in the Big City, lei si faccia trovare avanti, le faccia dono del libro.
La porti, stringendole forte la mano, tra un drama e un pezzo di k-pop, nel mondo filmico di Ch’wihwasn di Im Kwon-taek, premiato a Cannes nel 2002 per la miglior regia, di Park Chan-wook premiato al Festival di Cannes con il Gran Prix per Old Boy, di Kim Ki-duk che a Berlino prese l’Orso d’argento per Samaria e a Venezia il Leone d’argento per Ferro-3 La casa vuota. Hong Sang-soo il Woody Allen coreano. Bong Joon-ho vincitore di quattro premi Oscar, da Snowpiercer e il thriller comico nero Parasite, il film sudcoreano con il maggior incasso nella storia. Ah Parasite è stato eletto il miglior film del 21° secolo secondo una classifica redatta dal New York Times. Si formi sul webtoon, manhwa.
La ragionevolezza tende al possibile, scrive Patrizia Cavalli, e la felicità non può essere catturata dal possibile. Quindi la stupisca. La superi a destra, in curva. Plani dall’alto alla Calvino, senza macigni sul cuore che la leggerezza è una vertigine. Non paura di cadere. Ah i Labubu sono la frontiera che segna il non ritorno. Si arrenda, con scioglievole tenerezza.
Per dirla con Kazuo Ishiguro: «Alla fine, tutto si risolve in una persona che dice a un’altra: Questo è ciò che sento io. Riesci a capire quello che dico? È lo stesso anche per te?». Siamo sicuri per voi sia così.
Mita Borgogno
LA POSTA DELL’ESTATE
Sull’isola di Awashima, nel Mare Interno di Seto, in Giappone esiste un ufficio postale che accoglie la corrispondenza destinata a chi un indirizzo non lo possiede. Si chiama hyoryu yubinkyoku, l’Ufficio postale alla deriva. È un’installazione artistica che accoglie lettere indirizzate a destinatari sconosciuti o impossibili da raggiungere, come persone defunte o amori impossibili.
Originariamente creato come parte della Triennale d’Arte di Setouchi nel 2013, è diventato un luogo speciale dove le persone possono esprimere emozioni e sentimenti attraverso la scrittura, senza aspettarsi una risposta. È stato creato dall’artista Saya Kubota come parte della Triennale d’Arte di Setouchi del 2013, ma ha continuato a vivere grazie alla passione di Nakata Katsuhisa, che lo gestisce. È un luogo pieno di speranza, dove le persone possono trovare conforto nel condividere le proprie emozioni attraverso la scrittura.
Ecco noi vorremmo diventare, nel battito di ciglia tra l’estate e la sua fine, il vostro ufficio postale, con un indirizzo estate@quotidianodelsud.it. Chiedeteci, scriveteci, pensateci, stupiteci. Vi risponderemo. O almeno ci proveremo.
Il Quotidiano del Sud.
La posta dell’estate: Travolto dall’hallyu coreana