La profezia della luce

  • Postato il 10 dicembre 2025
  • Di Il Foglio
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La profezia della luce

C’è tutta l’umanità che cammina assieme ai “Magi” verso la grotta di Betlemme. Il curioso, lo scettico, il sapiente, il violento, la pentita, l’entusiasta, i paurosi, gli sciocchi. Ciascuno con il suo carico di ferite e di speranze,   con il suo desiderio  di andare a “vedere”, di non volersi arrendere, infine, ai soli confini della ragione. Perché quel cammino, avventuroso, rischioso ma elettrizzante, è la scoperta dell’impossibile che si fa possibile. Duemila anni fa, o adesso e in ogni tempo. Impossibile che Dio – se mai esiste – possa pensare di farsi carne; che una donna “che non conosce uomo” rimanga incinta; che i pianeti danzino nel firmamento per indicare che il Messia è nato, in un luogo esatto, in un momento preciso della storia. Eppure…

 

Emmanuel Exitu, con il suo nuovo libro "La profezia della luce" – dopo il precedente successo, "Di cosa è fatta la speranza", vincitore del premio Comisso – spinge il lettore in groppa al cammello, per le piste del deserto della Parthia fino a Palmira e giù, “al più piccolo capoluogo di Giuda”, per cercare la risposta a certi segni apparsi in cielo, in terra e nelle scritture. Assieme a Melkhior, sacerdote devoto ad Ahura Mazdā, ormai cieco, ma ancora capace di interpretare gli astri, sicuro che sia finita l’attesa del “Giusto” che salverà tutti dalla morte; al sanguinario Balthasar, “il re dei cinque deserti”; a Gasphar, giovane nobile, che vive unicamente per vendicare il padre, ucciso proprio da quest’ultimo. Non tre idilliache figurine da presepe, ma uomini scossi dall’esistenza, veri. Che, muovendo da storie e percorsi diversi, accompagnati dal piccolo Nabu e dall’affascinante Yumah, oltre che da una carovana di canaglie e mercenari, lasciano almeno aperta la fessura del dubbio: e se fosse tutto vero? Inestirpabili le inquietudini del cuore, ineludibile la ricerca. Allora. Oggi.

 

La scrittura incalzante, senza fronzoli, e un racconto poetico, ma non al miele, pieno di peripezie, crudeltà e folgoranti momenti di gioia, amicizia, amore, trascinano corpo e anima in quella terra dove l’“attesa” si è radicata nella storia, facendo divenire la fede – diceva Benedetto XVI – “un tutt’uno con la nostra carne e il nostro cuore”. Fino a quando ciascuno, superati gli “Erodi” che ostacolano il traguardo – ma forse aiutano a raddrizzare la rotta –, arriva all’impatto con la sola verità che consola. Per restare folgorato da quello sguardo che smaschera e ridona a vita nuova. Non parole, valori, buoni sentimenti: semplicemente Gesù. “E’ lui il regno, è quel bambino”, nato da una madre come tutti, in una famiglia come tante. L’attrattiva reale di qualcosa che non c’era – non poteva esserci, la logica non lo permette! – e che si fa invece presenza. E che da allora si ripete “in nomi facce cuori”, e rende “tutti belli”, dice Miryam alla fine, quelli che incontrano suo figlio. E bruciano, perché non sono più soltanto luce, ma fuoco.

   

Emmanuel Exitu
La profezia della luce
Bompiani, 298 pp., 18 euro

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Autore
Il Foglio

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