La Rai si affretti: sposti il Festival a Militello!

  • Postato il 20 agosto 2025
  • Di Il Foglio
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La Rai si affretti: sposti il Festival a Militello!

Mentre starete leggendo questo articolo, staranno andando in onda su Rai1 – o staranno per, o saranno già passate – le immagini in diretta del funerale di Pippo Baudo dal Santuario della Madonna della Stella a Militello in Val di Catania. Il feretro portato a spalla da una bionda e una bruna, le decorazioni floreali affidate a Gaetano Castelli, i canti affidati a un grande ospite straniero, l’orchestra diretta dall’aldilà dal maestro Pippo Caruso, un comico che entra per constatare la morte del grande presentatore – nonché ottima spalla, persino da chiuso dentro una bara: è così che mi immagino la cerimonia funebre di SuperPippo. E m’immagino che saranno registrati grandi ascolti, la Rai parlerà di grande successo del servizio pubblico, e dopo quello di Raffaella Carrà e ora quello di Baudo si inizierà già a discutere di “a chi tocca adesso”, trattative in corso “con uno dei più amati volti della tv”. Anche se considerato ancora giovane e in ottime condizioni di salute, e quindi saranno sondati prima altri nomi per anzianità, al momento non si esclude l’ipotesi Amadeus: l’attuale amministrazione Rai sarebbe disposta a riprenderselo, da morto.

A tal proposito – o a sproposito – mi permetto di fare la mia solita modesta proposta. Il 14 agosto, esattamente due giorni prima della scomparsa del presentatore che per ben tredici volte ha condotto il Festival di Sanremo facendone il grande evento che è tutt’oggi, un po’ in sordina è stata data notizia che è stato trovato l’accordo fra il comune di Sanremo e la Rai per il prossimo Festival, mancherebbe solo la firma prevista tra la fine di agosto e i primi di settembre – un annuncio che aveva fatto ben sperare anche per il vertice in Alaska fra Trump e Putin: se Rai e comune di Sanremo potevano trovare un’intesa sul prossimo Festival, c’erano speranze anche per i due tiranni sull’Ucraina.

Ma non posso fare a meno di vedere nella morte di Baudo avvenuta nel frattempo un chiaro segno che non si può ignorare: il Festival via da Sanremo. E non per i capricci del comune, ma per precisa volontà editoriale della Rai. Si colga questo lutto come l’occasione che da tempo tutti stavano aspettando (cantanti, discografici, noi che ci dobbiamo andare per lavoro e subire il solito viaggio della speranza e poi il penoso trattamento a mezza pensione in strutture alberghiere fatiscenti, persino funzionari Rai che non lo ammetterebbero neanche sotto tortura, ma al bar sì e già al primo spritz): con la scusa di rendere omaggio al grande Pippo Baudo, che negli anni ’90 fu per altro l’originario fautore della trattativa fra stato e comune, mai più il Festival all’Ariston (che ha perso anche l’occasione di farsi luogo di culto proponendosi come sepoltura per Baudo, suo monumento funebre, reliquiario con tanto di ossario); che si sposti tutto a Militello. Sì: il Festival di Militello, o meglio il Festival Baudo di Militello – così ci si libera anche dall’annosa questione del marchio registrato “Festival della Canzone Italiana”. Se dici “Festival Baudo”, capiamo tutti che s’intende “Sanremo”, e non come luogo geografico in Liguria ma come quella cosa lì, con i cantanti, la gara, il televoto, l’orchestra etc. Che la Rai non chiuda nessun accordo e si affretti a depositare il marchio “Festival Baudo” – prima che lo faccia il comune di Sanremo.  

 

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Autore
Il Foglio

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