Le cinque specie di rinoceronte che rimangono sulla Terra sono tutte a rischio estinzione, a vari livelli di gravità a seconda della singola specie. La prima causa di morte per questi mammiferi è il bracconaggio: sia le due specie africane sia le tre asiatiche sono molto ricercate per il loro corno, che viene usato in diverse "ricette" di medicina tradizionale e che può arrivare a valere fino a 40.000 euro al chilogrammo. Un nuovo studio pubblicato su Science dimostra ora l'efficacia di un metodo di protezione dei rinoceronti che può sembrare brutale, ma ha avuto un successo clamoroso: tagliare loro il corno.. Caccia ai cacciatori. Lo studio fa parte di un progetto più ampio, costato più di 70 milioni di dollari e focalizzato sugli interventi anti-bracconaggio nella regione del Parco nazionale Kruger (la più grande riserva naturale del Sudafrica, con un'estensione pari a quella della Puglia) nel periodo compreso tra il 2017 e il 2021. Gran parte di questi fondi sono andati in metodi di intervento tradizionali: controllo del territorio con telecamere e droni, uso di elicotteri e cani da traccia…
Metodi che hanno funzionato, portando all'arresto di oltre 700 bracconieri, ma che, dicono i dati, non hanno avuto effetti apprezzabili sul fenomeno del bracconaggio in generale: ci sono condizioni sistemiche (la povertà delle popolazioni locali, la corruzione diffusa) che causano un costante "riprodursi" del fenomeno del bracconaggio. Parallelamente a questi interventi tradizionali, però, il progetto ha portato avanti un altro esperimento: quello di tagliare le corna ai rinoceronti.. Amputazioni salvavita. Nel corso di cinque anni, il team guidato da Tim Kuiper della Nelson Mandela University di Port Elizabeth, in Sudafrica, ha tagliato le corna di 2.284 esemplari distribuiti in otto diverse riserve. Il progetto è costato l'1% dei fondi totali investiti, e ha portato a una riduzione del bracconaggio nelle riserve pari al 78%. In altre parole, togliere ai rinoceronti il loro "pezzo" più prezioso, cioè il corno, li rende meno appetibili ai bracconieri.. occhio alla ricrescita. Non ci sono solo buone notizie, purtroppo. Se è vero che il bracconaggio è calato lì dove i rinoceronti sono stati amputati, è anche vero che non è scomparso del tutto, perché anche i moncherini contengono abbastanza materiale da essere vendibili. Senza contare che i corni ricrescono, e nel corso degli anni la caccia illegale, quasi sparita dopo i primi tagli, si è di nuovo incrementata. Di certo però un calo del 78% non è da sottovalutare, anzi: è possibile che riusciremo a salvare i rinoceronti solo privandoli del loro tratto più caratteristico..