"La bellezza sta negli occhi di chi guarda", «Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace»: tutti questi proverbi ricordano che la bellezza fisica è soggettiva, e che a determinare quanto è (per noi) attraente una persona entrano in gioco molti fattori.
Uno studio pubblicato sul British Journal of Psychology ha reso scientifica questa antica consapevolezza, analizzando l'insieme di tratti (fisici e non) che fanno sì che ci piaccia qualcuno – non solo come possibile partner.. Non solo viso. Finora gli studi sull'attrazione si erano focalizzati soprattutto sul viso, identificando delle preferenze generali per caratteristiche quali la simmetria facciale o il dimorfismo sessuale. In questo caso gli autori hanno invece analizzato diversi segnali non verbali – come l'odore, il suono della voce o il movimento del corpo – per capire quali criteri fossero universali e quali invece fossero più legati alla compatibilità personale.. Lo studio. Gli autori hanno coinvolto un totale di 132 giovani – 61 come "agenti non verbali", che hanno solo fornito diversi stimoli sensoriali, e 71 come "percettori", che avevano il compito di giudicare questi stimoli in laboratorio. I canali sensoriali analizzati sono stati quattro: vista (foto e video delle persone da giudicare), udito (il suono della loro voce), movimento (video di come si posizionavano nello spazio) e olfatto (odore del loro corpo). Ogni percettore ha valutato l'attrattività di ciascuno stimolo dei 61 agenti, dando un punteggio da uno a sette.. Mi piace se ti muovi (e parli)! I risultati hanno evidenziato che gli stimoli presentati attraverso più canali sensoriali contemporaneamente (video con audio sincronizzato) sono stati giudicati come più attraenti, mentre l'odore del corpo è stato in media giudicato lo stimolo meno interessante. Il volto, la voce e i video senza audio hanno ricevuto giudizi medi. In ogni caso, la variazione nel punteggio è sempre stata minima: questo dimostra che nessun canale sensoriale determina da solo l'attrattività di una persona.. Partner, ma anche amici. Lo studio non ha analizzato solo l'attrazione tra persone di sesso opposto, ma anche quella tra persone dello stesso sesso. È emerso che nel giudicare persone del nostro stesso sesso siamo più influenzati da preferenze personali piuttosto che da tratti oggettivi o comunemente apprezzati. Quanto scoperto ci fa capire che l'attrattività ha diverse funzioni e non influenza solo la ricerca di un partner, ma anche le relazioni sociali come i vincoli di amicizia o la coesione tra colleghi..