La settimana nera di Marine Le Pen: perquisizioni, condanne e nuova inchiesta. Ma cresce nei sondaggi

  • Postato il 11 luglio 2025
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I faldoni giudiziari si accatastano per il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen. In meno di una settimana, la leader dell’estrema destra francese, il cui destino politico – e la candidatura all’Eliseo per il 2027 – è appeso al processo in appello per frode al Parlamento Ue, ha incassato tre colpi pesanti: perquisizioni nella sede del partito, una condanna all’ineleggibilità confermata dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo e una nuova inchiesta dell’Unione europea per uso illecito di fondi pubblici.

Mercoledì la sede parigina del RN è stata perquisita nell’ambito di un’inchiesta aperta nel luglio dell’anno scorso per sospetti di finanziamento illegale della campagna presidenziale di Marine Le Pen del 2022 e delle successive legislative ed europee del 2024. Mail, documenti e dati contabili sono stati sequestrati. Gli uffici dei dirigenti del partito sono stati passati al setaccio. Queste indagini devono “permettere di determinare se queste campagne sono state finanziate in particolare grazie a prestiti illegali di privati e se ci sono state fatture gonfiate o prestazioni fittizie integrate nelle richieste di rimborso forfettario delle spese di campagna”, ha spiegato la procura di Parigi. Le Monde parla più esplicitamente di “un sistema di prestiti mascherati in doni per un importo totale superiore ai 2 milioni di euro”.

Finanziamenti che non sono vietati, ma che la legge francese regolamenta in modo rigido. Sono per esempio vietati i prestiti a “scadenze regolari” e i rimborsi devono avvenire in tempi stabiliti. Un problema ricorrente per il partito d’estrema destra, che preferisce parlare di “prestiti patriottici” da parte di privati, aggirando in questo modo il rifiuto di finanziamenti delle banche francesi. A monte di questa inchiesta si è saputo anche che, nel giugno 2024, è stato interrogato come “sospetto libero” (uno statuto che permette di convocare un sospetto senza porlo in stato di fermo), il miliardario ultra-conservatore Pierre-Edouard Stérin, sospettato di aver finanziato illegalmente la campagna per le municipali del 2020 di candidati RN a Marsiglia. Si parla di prestiti per 1,8 milioni di euro. L’inchiesta è stata poi allargata ad altre città, tra cui Nizza e Lione.

Il nome di Pierre-Edouard Stérin, semi sconosciuto ai francesi fino a poco tempo fa, è sempre più associato a quello di Marine Le Pen. L’imprenditore di 51 anni, cattolico conservatore che ha fatto fortuna con le Smartbox, esiliato fiscale in Belgio, è promotore di un progetto politico “misterioso” battezzato Périclès che intende costituire in Francia un’élite politica della destra identitaria. Piano per cui Stérin è pronto a stanziare 150 milioni di euro in dieci anni. Il giornale L’Hamanité lo ha definito “il santo patrono dell’estrema destra francese”.

Il giorno stesso delle perquisizioni, la Corte europea dei diritti umani ha respinto la richiesta di Marine Le Pen di sospendere la pena d’ineleggibilità immediata a cui è stata condannata in prima istanza dal tribunale di Parigi per frode al Parlamento Ue. A fine marzo, Marine Le Pen, insieme ad una ventina di altri dirigenti del suo partito, è stata infatti ritenuta colpevole di appropriazione indebita di fondi Ue: avrebbe cioè remunerato con i fondi europei, dal 2004 e per più di dieci anni, dei finti assistenti RN al Parlamento Ue, persone che in realtà lavoravano per il partito a Parigi. I danni all’Ue ammontano a diversi milioni di euro. La sentenza di prima istanza prevede anche, oltre ai cinque anni di ineleggibilità, con effetto immediato, quattro anni di detenzione (due con la condizionale e due ai domiciliari col braccialetto elettronico) e 100 mila euro di multa. Il processo in appello è atteso a inizio 2026 e la Corte ha comunicato che esaminerà il fascicolo entro l’estate.

Marine Le Pen spera in un verdetto favorevole in tempi utili che le lascerebbe aperte le porte dell’Eliseo, ma ha già dato la sua benedizione al suo fedele e ambizioso braccio destro Jordan Bardella, 29 anni, presidente RN dal 2021, chiedendogli “di prepararsi”. Non sono i sondaggi che la metterebbero in difficoltà. Al contrario: per la prima volta uno studio Odoxa di fine giugno ha piazzato la leader RN e il suo protetto in testa alla lista delle personalità politiche più popolari (36% di opinioni favorevoli), anche più di Edouard Philippe, l’ex premier di Macron, fondatore del movimento Horizons, già ufficialmente candidato per il 2027.

Negli ultimi giorni la retorica vittimista del Rassemblement National si è fatta ancora più accesa. Dopo le perquisizioni, Bardella ha denunciato un “attacco al pluralismo e all’alternanza democratica” e ha invitato militanti e sostenitori a mobilitarsi e aderire al partito. Marine Le Pen ha continuato ad accusare i giudici di prendere decisioni politiche finalizzate a impedire a lei di candidarsi all’Eliseo nel 2027 e al suo partito di accedere al potere.

Intanto il Parlamento Ue ha aperto una nuova inchiesta contro l’ex gruppo Identità e Democrazia, a cui appartenevano il RN e la Lega di Matteo Salvini, sospettato di aver utilizzato in modo improprio più di 4,3 milioni di euro di fondi UE tra il 2019 e il 2024. Secondo quanto riportato da alcuni giornali europei, tra cui Le Monde, da un rapporto interno risulterebbero contratti di servizi fittizi, procedure di gara illegali e donazioni ingiustificate ad associazioni collegate a figure di estrema destra. Bardella ha denunciato “una nuova operazione di persecuzione politica”.

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