La sinistra si interroga: perché in Italia il consenso per il governo cresce? E Landini trema: arrivano i robot

  • Postato il 27 ottobre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Dopo tre anni di governo, come sta la maggioranza che guida l’Italia?

È un interrogativo che si pongono molti autorevoli commentatori perché mai in passato si era verificato un evento del genere: un guadagno di cinque punti dell’esecutivo.

Il potere logora, l’opposizione è sempre più attenta a colpire gli avversari, si trovano mille cavilli per dimostrare che così non si può andare avanti.

Al contrario, oggi Giorgia Meloni ha conseguito un notevole “guadagno”  rispetto al giorno in cui elesse il suo domicilio a Palazzo Chigi. Si va alla ricerca di un dato che finora non aveva precedenti e le opinioni sono naturalmente diverse.

Hanno però in comune una certezza: quella che la sinistra non punge, sbraita, ma non presenta nessun nuovo progetto, urla ma quando si va al dunque si perde e ha un unico obiettivo: quello di parlar male della premier affrontando argomenti che magari non sono stati ancora affrontati con la dovuta attenzione.

In Italia successo del governo in carica

La sinistra si interroga: perché in Italia il consenso per il governo cresce? E Landini trema: arrivano i robot , nella foto Meloni fra Tajani e Salvini
La sinistra si interroga: perché in Italia il consenso per il governo cresce? E Landini trema: arrivano i robot – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

 

 

È un fatto indubitabile però che qualcuno di quella parte politica (dissenziente) si chieda perché i risultati siano questi. Da che cosa dipende il “successo” (se così lo si può definire) della maggioranza che non scricchiola, ma avanza in percentuale?

Il grido di allarme proviene pure da esponenti della minoranza che, perplessi, si domandano le ragioni di una simile marcia indietro. “Abbiamo perso la nostra identità di una volta”, sostengono i cosiddetti riformisti che ora rappresentano una voce non trascurabile. La compongono i  sindaci di alcune grandi città come Roma, Napoli e Genova, sono con loro la vice presidente della commissione europea Pina Picierno, l’ex ministro Lorenzo Guerini e l’onnipresente Matteo Renzi, il quale ha ora creato una “casa riformista” pronta ad aggregarsi a questa corrente.

Il ragionamento che  fanno i transfughi è semplice: se l’opposizione rimane al palo qualcosa deve pur esserci che non va. Si studia la situazione, si va alla ricerca di cifre, si prendono in considerazione i dati delle più recenti elezioni arrivando alla conclusione che la “rivoluzione” voluta da Elly Schlein non è gradita.

L’alleanza che lei difende a spada tratta cincischia, non riesce a trovare quella svolta che potrebbe dare una spallata all’esecutivo favorendo quindi la segretaria di via del Nazareno.

La maggioranza è felice, ritiene che fin quando saranno questi gli avversari non dovrebbero nascere problemi nemmeno nel 2027 quando si andrà alle elezioni politiche.

Che cosa vogliono i riformisti? Un ritorno al passato quando la Democrazia Cristiana non aveva rivali? Non arrivano a tanto perchè i tempi sono cambiati e tuffarsi all’indietro potrebbe voler dire che si è vicini ad un tonfo irreversibile. Ma qualcosa si può, anzi  si deve fare.

 

Il lamento di Pina Picierno

 

“Abbiamo perso la nostra identità”, ritiene Pina Picierno. Come a voler significare che il sinistrismo acceso della Schlein ha prodotto guai che debbono essere riparati. La svolta potrebbe avvenire con la prossima consultazione elettorale di una novembre. “Certo, se si prenderanno altre scoppole, dovremo guardarci al nostro interno”, è l’opinione dei dissidenti.

Si invoca un congresso per stabilire i pro e i contro e quali direttive dovrà prendere la nuova sinistra: più moderata, meno aggressiva, con uno sguardo rivolto al centro.

Eccolo il punctum dolens che ossessiona l’opposizione, ma in parte anche la maggioranza. L’assenteismo dilaga, si va a votare sempre meno, la percentuale è impressionante: siamo in molti casi oltre il cinquanta per cento di chi preferisce rimanere a casa.

Nell’occhio del ciclone arriva di prepotenza anche la comunicazione politica. Le osservazioni e i criteri dei membri del Parlamento non fanno presa sull’opinione pubblica la quale non si fida più e provoca “La fuga dalle urne” che continua ad aumentare.

Elly Schlein non ha più tanti amici nemmeno nel campo largo, la sua creatura. Giuseppe Conte che dovrebbe essere il maggiore alleato si barcamena, è ondivago perché spera in futuro di essere lui il leader della sinistra.

L Nei 5Stelle non ha problemi, malgrado le dimissioni di Chiara Appendino: i seguaci dell’ex sindaco di Torino sono pochi, tanto è vero che proprio ieri l’avvocato del popolo è stato rieletto con una preferenza che ha sfiorato il sessanta per cento dei votanti.

Sotto accusa è solo la Schlein, dunque? Non lei personalmente perché il suo carattere e la sua caparbietà sono apprezzati da molti. È la svolta troppo a sinistra che non piace più ai moderati e a quanti la pensano come loro. Cambierà dunque la certezza della segretaria, le sue convinzioni? O differenziarsi o morire, sostengono gli oppositori di oggi. Conoscendola, diremmo che non farà nessuna marcia indietro e sfiderà i nostalgici di un tempo “che non può tornare”. “Magari” – replicano a destra – “Se la situazione rimane questa vivremo per anni senza pensieri”.

Di pace si continua a parlare, ci mancherebbe. Però la pazienza è d’obbligo come pensa pure il presidente Sergio Mattarella: “La pace va coltivata giorno dopo giorno”, spiega. Sono parole sacrosante che i grandi del mondo dovrebbero imparare a memoria e non dimenticare mai.

Proprio la Cina, il paese in cui Donald Trump crede per frenare l’onnipotenza di Putin, presenta una nuova eccezione: mezzo milione di robot prenderanno il posto dello stesso numero di lavoratori che allevieranno le sofferenze degli anziani. Maurizio Landini legge e salta sulla sedia: se una medesima invenzione arrivasse in Italia con chi potrà fare le sue “manifestazioni oceaniche”? Un bel guaio per la Cgil.

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Autore
Blitz

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