La storia della stilista belga Pharaildis Van den Broeck e del suo archivio a Milano
- Postato il 30 aprile 2025
- Arti Visive
- Di Artribune
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Nell’atelier dove Pharaildis Van den Broeck (Opwijk, 1952 – Milano, 2014) ha dipinto negli ultimi sei anni della sua vita la curatrice dell’archivio Barbara Garatti ospita il progetto Project Room, il programma espositivo dedicato all’eredità visiva e visionaria della fashion designer fiamminga. E protagonista dell’undicesimo appuntamento è l’artista e ricercatrice Eva Frapiccini (Recanati, 1978), invitata a restituirne attraverso le sue fotografie inedite e poetiche atmosfere.

La mostra di Eva Frapiccini all’Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck
Al pubblico fino al 30 maggio 2025, l’intervento diventa occasione per Frapiccini di condurre un’indagine quasi archeologica all’interno dell’archivio di Van den Broeck, che grazie alle sue fotografie (selezionate dal suo di archivio) diventa un organismo vivo di luce, colori e storia. Nella ricerca di Frapiccini, infatti, sono centrali le modalità attraverso cui si sedimentano i ricordi e si costruisce l’identità collettiva e personale, mettendo in relazione lo spazio architettonico, l’immagine fotografica e la luce naturale. Così, attraverso un allestimento site-specific, sono messe in relazione una serie di fotografie scattate tra Milano e Torino, due città care all’artista italiana, e i dipinti della stilista belga, che nel corso della sua carriera lavorò per brand come Versace, Trussardi e Missoni. In una trama di risonanze visive e concettuali, l’esposizione è sospesa tra figurazione e gesti astratti, materia e luce. E dunque è quest’ultima la chiave di lettura dell’intero intervento, in quanto concepita come soggetto, capace di modellare e far mutare lo spazio evocandone la memoria. Frapiccini dà voce alle trasparenze, tra frammenti visivi, carte e appunti che ancora abitano e vivono l’atelier. La fotografia in questo caso non documenta ma evoca, suggerisce, riattiva.
Il testo di Maria Vittoria Capitanucci
Ad accompagnare, il testo della storica dell’architettura Maria Vittoria Capitanucci, che interpreta il vetro e la luce come soglie simboliche, elementi che uniscono e separano, che filtrano e allo stesso tempo rivelano: “Eva Frapiccini è una nomade con uno sguardo trasversale. È una cercatrice di luce, o meglio, una cercatrice del colore all’interno della luce, della trasparenza delle superfici che si trasformano in narrazioni, del riflesso che si apre in altre storie, raffigurando strati dell’impalpabile”.








La storia dell’Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck
La mostra è anche l’occasione per riscoprire una figura tanto eclettica quanto ancora poco conosciuta che, dopo aver esordito come fashion designer per illustri maison di moda, alla metà degli Anni Novanta abbandona il mondo della moda per dedicarsi alla pittura. Il suo percorso artistico, interrotto dalla malattia, si divide tra il Belgio e l’Italia, dove si stabilisce dal 2008 in Via Bragadino. L’Archivio Atelier, costituito in comitato nel 2020, si è posto fin da subito l’obiettivo di tutelare e valorizzare il suo patrimonio: membro di AitArt – Associazione Italiana Archivi d’Artista e di MuseoCity, l’Archivio – curato da Barbara Garatti – promuove un’attività continua di studio, pubblicazione e divulgazione, ponendosi come punto di riferimento per ricerche che intrecciano arti visive, design e pratiche transdisciplinari.
Caterina Angelucci
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L’articolo "La storia della stilista belga Pharaildis Van den Broeck e del suo archivio a Milano" è apparso per la prima volta su Artribune®.