La storia infinita di via Shelley, doccia fredda da Tursi: “Servono 22 milioni e il bilancio non può reggerli”
- Postato il 9 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Servono oltre 22 milioni di euro per realizzare il collegamento stradale diretto tra Apparizione e corso Europa, quel pezzo mancante di via Shelley che da decenni il Comune – lottando contro difficoltà tecniche e soprattutto giudiziarie – prova a costruire per risolvere i problemi di traffico nella zona di Borgoratti con un bypass dedicato. A fare il punto della situazione è stato l’assessore alle Infrastrutture Massimo Ferrante durante il question time a Tursi, rispondendo a un’interrogazione di Nicholas Gandolfo (Fratelli d’Italia).
Un importo che “il bilancio comunale non potrebbe reggere”, ha subito chiarito l’assessore. “Bisogna fare i conti con le risorse disponibili. L’intera annualità dei soldi a bilancio della direzione Lavori pubblici oscilla tra 21 e 28 milioni. Se non risolviamo prima la parte idraulica, con la messa in sicurezza del rio Penego e una nuova tombinatura in sostituzione di quella attuale inadeguata, non possiamo fare nemmeno il collegamento“.
Secondo il progetto di fattibilità tecnico-economica affidato nel 2024, i lavori veri e propri valgono quasi 13,9 milioni, di cui 5,5 per le opere idrauliche e 8,4 per la costruzione della strada. Si tratterebbe in pratica di un viadotto sopraelevato che risale il versante della valletta da corso Europa, dove esiste già un tratto, e si ricongiunge al tratto pubblico di via Shelley che parte dalla curva finale di via Monaco Simone. Ma senza mettere in sicurezza il rio interrato, esploso già una volta nel 2011, non si andrà da nessuna parte.
“Noi potremmo anche prenderci questo impegno enorme – ha precisato Ferrante – ma dobbiamo avere la sicurezza che qualcuno ci paghi la parte idraulica, in altre parole servono finanziamenti regionali. Poi dovremo considerare espropri e occupazioni temporanee che andranno pagati”.
In realtà la vicenda è estremamente complicata e sconta le conseguenze di un contenzioso che va avanti dal 1984, quando i residenti riuscirono a bloccare il piano di lottizzazione del Comune per la costruzione di sette palazzi nella valletta del rio Penego. Per la parte alta di via Shelley l’amministrazione aveva speso 3 miliardi di vecchie lire nel 1999. Da allora la strada è rimasta monca. Nel 2022 quella che sembrava la svolta: il Comune ha preso in consegna il tratto di via Shelley realizzato dal consorzio. L’assessore dell’epoca, Pietro Piciocchi, dichiarò che Tursi avrebbe trovato le risorse necessarie, ma nel frattempo la partita non si è sbloccata. Tuttavia lo scorso 26 giugno, da quanto ha riferito Ferrante, il Comune ha ricevuto l’autorizzazione a introdursi nell’area di proprietà privata.
Nel frattempo sono ancora in piedi diverse questioni legali, che però potrebbero risolversi a breve. “Ci stiamo ancora confrontando con l’avvocatura e l’ingegner Berruti della Regione ha manifestato la necessità di un confronto con l’ufficio Lavori pubblici. Una sentenza del Tribunale superiore delle acque pubbliche può sbloccare l’intervento, ma al momento non c’è nessun accordo”.
C’è però un altro aspetto messo in luce da Ferrante: l’apertura del collegamento atteso da decenni renderebbe finalmente edificabili i lotti acquistati negli anni Ottanta dalle cooperative e rimasti “congelati” a causa della battaglia legale avviata da chi aveva già costruito. Quindi potenzialmente nuovo cemento in una zona che fu edificata quando le esigenze abitative erano molto diverse da quelle attuali.
Una volta completata la nuova strada, da Apparizione sarà possibile scendere direttamente in corso Europa senza attraversare Borgoratti (e viceversa), percorso contemplato anche per i mezzi pubblici visto che il progetto prevede due fermate lungo il nuovo tratto. Certo l’impatto sulla valletta non sarà indifferente, ma in questo modo non sarà necessario aggiungere nuove coperture sul rio Penego, che potrà scorrere il più possibile a cielo aperto.