La Storia, la realtà dietro la versione ufficiale: ecco perché l’Italia è un miracolo
- Postato il 10 agosto 2025
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La storia del mondo, come costruita dagli storici di mestiere e dai politici di ogni era e tramandata nei secoli dagli storici acritici di ogni epoca e paese, l’abbiamo studiata a scuola. Ma se uno guarda dietro il velo scopre che le cose sono andate in modo diverso.
Diciamo subito che nella storia del mondo c’è uno stacco a partire dagli ultimi tre secoli, merito della rivoluzione industriale, con una accelerazione negli ultimi 30 anni, merito della innovazione tecnologica. C’è da chiedersi dove ci porterà tutto questo e se non sia prodromica della fine del mondo: chi vivrà vedrà, intanto godiamoci questo momento magico, che peraltro purtroppo pochi di noi sanno discernere.
Non è che l’umanità nella sua essenza sia molto cambiata. Quello siamo, da 40 mila anni a questa parte, quando i nostri antenati Sapiens Sapiens hanno lasciato l’Africa per soppiantare i meno evoluti esseri umani che li avevano preceduti (da noi i Neanderthal).
Così il percorso umano è stato scandito da questi fatti:
emigrazione e scoperta (Dante fa dire al simbolico Ulisse: “Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir vertute e canoscenza”);
commercio: la ricchezza si fonda su agricoltura e industria ma si sviluppa col commercio e la finanza, così fu, così è oggi;
innovazione: agricoltura, allevamento, nuovi strumenti per la coltivazione della terra, architettura;
sopruso: sei lì nel tuo campo che zappi d arriva un prepotentone con spada che ti dice: da domani meta del frutto del tuo lavoro sarà per me, io sono il tuo padrone. Accetta altrimenti uccido te e la tua famiglia e brucio tutto “. I discendenti di questa stirpe sono ancora in mezzo a noi ma sono ormai innocui. Sono i nobili di una volta, tasselli di una piramide che aveva al vertice un re o un imperatore.
Una storia di prepotenze

Una catena di prepotenza, abuso e dominio che ha tenuto in servitù la maggior parte degli uomini (con l’eccezione del popolo ebraico) fino all’avvento della democrazia repubblicana nel ‘700. Così è stato sempre anche nella Roma in apparenza repubblicana: non avevano un re ma per il resto comandavano i discendenti dei primi colonizzatori;
furto e rapina: come frutto di una battaglia, di una guerra, di una capitolazione o di un atto di pirateria.
Di tutto questo si parla ben poco nella interpretazione dei fatti offerta dalle storie ufficiali, siano quelle della antica Grecia come di Roma, della Bibbia come dei Vangeli e un po’ di tutte le storie del passato come del presente. La tua forza sarà quella di discernere il fatto dal mito.
Che dietro la leggenda si celino fatti veri lo possiamo verificare in molti passaggi del passato e ne troviamo o meno riscontro negli scavi archeologici.
Ma se andiamo alla sostanza delle cose, ci rendiamo conto che dietro l’apparenza che noi accettiamo si nasconde una realtà ben diversa.
L’intento ideologico e propagandistico prevale sulla ricostruzione veritiera dei fatti.
Poi c’è la mistificazione involontaria operata dal corpus degli storici che ci impedisce di cogliere il quadro e discernere le tendenze.
Gli storici non sono esseri superiori, sono persone che svolgono il loro mestiere fra gruppi e cordate di potere, con i limiti intellettuali e di visione di qualsiasi essere umano. Qualcuno è più capace qualcuno segue la corrente. Fanno il loro lavoro come lo fa un giornalista un avvocato un professore un contabile. Ma lo hanno sempre fatto nei limiti della azione di ogni essere umano.
Storici in polemica fra loro
Ci sono punte ma il tempo e la polemica le spunta. Vale per tutti il caso di Henry Pirenne. Oggi la sua teoria che il declino della Europa occidentale dipese dal blocco del Mediterraneo da parte dei saraceni viene smontata. In parte dai fatti in parte forse da un cripto filo arabismo. Ma che il mare fosse più pericoloso che mai spiega lo spostamento del traffico verso il Nord est europeo dalle rotte millenarie attraverso la Grecia e i Balcani al Mar Nero e la nascita della Russia di Kyev.
Se guardiamo agli ultimi dieci mila anni di storia in Europa, come ce li racconta la storia ufficiale, restiamo abbagliati dalla straordinaria fioritura di civiltà nelle isole greche e in particolare a Creta. Lo stesso vale per la costa mediterranea della odierna Turchia, con Alicarnasso patria di due grandi storici, Erodoto e Dionigi. Oggi è Bodrum e vive di turismo e di subappalti della moda francese. Lo stesso si può dire delle isole greche. Chi può immaginare che quelle scogliere di ulivi e capre fiorisse una scuola per ragazze degna della Svizzera? (Svizzera che peraltro fino alla invenzione dell’orologio a cucù viveva delle paghe e dei bottini accumulati dai loro soldati imprestati agli eserciti di mezzo mondo, dal re di Francia al Papa.
Il racconto degli storici e il responso della archeologia contrastano con la realtà di oggi: terre povere, la Grecia essendo forse il Paese più povero d’Europa e il pil pro capite turco essendo oggi un terzo di quello italiano. Eppure mille anni fa il primo grande sviluppo di Genova e Venezia fu proprio grazie ai commerci con quelle città.
Rifletti e ti rendi conto che la ricchezza deriva dal commercio (ai tempi di Tucidide c’era anche qualche miniera). La guerra del Peloponneso fu originata dal controllo della via dell’ambra, il minerale prezioso con cui i nordici pagavano le merci. Partiva dal Reno, passava per la futura Venezia e arrivava a Corfù. E la crisi dell’impero Ottomano ebbe inizio con la scoperta dell’America.
E allora ti rendi conto che le ricchezze esibite dagli antichi cretesi venivano dal plusvalore acquisito sulle merci in transito. Verso dove? Non certo verso Roma, dove ancora stavano sugli alberi. Alzi lo sguardo sulla carta d’Europa e ti rendi conto del grande inganno: per secoli ci hanno fatto ignorare il grande mercato del Nord Europa, dalla Francia alla Russia, milioni di persone, il quadruplo dei greci: barbari, primitivi ma consumatori avidi dei prodotti dell’Oriente.
Lo schema della economia è semplice. Quello tradizionale:
Primario = agricoltura
Secondario = industria
Terziario = commercio.
A questi in passato si affiancavano le rapine dei conquistatori e le rimesse degli emigranti (ancora oggi per molti Paesi del mondo) e dei mercenari.
Si sono aggiunti il terziario avanzato (scienze e tecnologie) e la finanza e ancora la finanza della finanza, dove risiede una ricchezza mai vista.
Chiudo con questa ultima osservazione sulla crisi dell’impero romano di Occidente. Alla base della sua decadenza ci fu il trasferimento della capitale a Costantinopoli, da cui derivò il mancato flusso di tasse e bottini. Nel frattempo fu istituita una nuova capitale a Treviri, tra Gallia e Germania e fu un nuovo colpo per Roma e l’Italia, mai ricchissima di suo. Metteteci su pestilenze, guerre e invasioni e vi convincerete che l’Italia è un miracolo
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