La strage cannibale che riscrive il Neolitico

  • Postato il 24 agosto 2025
  • Di Focus.it
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Un crimine di gruppo, feroce e sistematico, si consumò circa 5.700 anni fa nelle montagne della Sierra de Atapuerca, in Spagna. L'ultima ricerca condotta nella grotta di El Mirador, pubblicata su Scientific Reports, ha riportato alla luce uno degli episodi più brutali della preistoria europea: il massacro e il cannibalismo di un intero nucleo familiare o di una famiglia allargata.. I resti di almeno 11 individui. A queste conclusioni vi sono giunti studiosi dell'Istituto Catalano di Paleoecologia Umana ed Evoluzione Sociale (IPHES-CERCA) e dell'Istituto di Archeologia di Mérida (CSIC), i quali hanno analizzato oltre 600 reperti ossei appartenenti ad almeno 11 individui — uomini, donne, adolescenti e bambini — in eccezionale stato di conservazione. Il contesto archeologico li colloca nella fase finale del Neolitico, tra il 6.500 e il 5.000 a.C., un periodo di transizione in cui le comunità agricole si stavano espandendo, le risorse aumentavano e, con esse, anche i conflitti.. Segni di una violenza metodica. Le analisi tafonomiche, condotte al microscopio, hanno rivelato dettagli agghiaccianti. Ben 69 ossa presentano segni di macellazione, con tagli netti dovuti a lame di selce o ossidiana. In molte ossa si notano tracce di scuoiamento e disarticolazione, segno che pelle, muscoli e tendini furono rimossi deliberatamente.. Alcuni frammenti presentano bordi arrotondati e superfici traslucide, indizi di bollitura in acqua. Le ossa lunghe risultano fratturate "a fresco", un metodo tipico per estrarre il midollo, preziosa fonte di grassi. In alcuni casi, sono stati individuati persino segni di morsi umani. . Lo scopo: eliminare il gruppo rivale. Gli archeologi escludono che si sia trattato di un atto di sopravvivenza legato a carestie: analisi paleoambientali e dati archeobotanici indicano che la zona godeva di abbondanza di risorse alimentari. Né vi sono tracce di un rituale funerario codificato. Tutto porta a un'ipotesi ben più cupa: una violenza intergruppo mirata a cancellare del tutto un gruppo rivale. . Gli studiosi parlano di "eliminazione totale", un concetto che in ambito antropologico può includere non solo l'uccisione fisica ma anche la distruzione simbolica dell'avversario attraverso il consumo delle sue spoglie.. Chi erano le vittime e chi gli aggressori. Le analisi isotopiche allo stronzio (87Sr/86Sr) confermano che le vittime erano di origine locale. Questo rafforza la tesi che il massacro sia stato opera di un gruppo confinante o di nuovi arrivati, forse coloni agricoli, intenzionati a impadronirsi delle terre o delle risorse. Il fatto che siano stati presi di mira individui di tutte le età suggerisce un attacco indiscriminato, probabilmente per eliminare ogni possibile sopravvissuto e prevenire ritorsioni.. Non un caso isolato. L'episodio di El Mirador si inserisce in un quadro europeo più ampio di violenze neolitiche. In siti come Talheim e Herxheim (Germania) o in altre località iberiche, sono stati rinvenuti resti che testimoniano massacri, mutilazioni e, in alcuni casi, cannibalismo. Anche la stessa grotta di El Mirador aveva già restituito prove di cannibalismo in epoca più recente, durante l'Età del Bronzo, quando alcuni crani vennero utilizzati come coppe rituali.. Un Neolitico meno pacifico del previsto. Per decenni, il Neolitico è stato descritto come un'epoca di armoniosa convivenza tra comunità agricole, un periodo di sedentarizzazione e crescita culturale. Le scoperte di Atapuerca, insieme ad altri ritrovamenti europei, raccontano invece un capitolo molto meno idilliaco: il passaggio all'agricoltura portò sì a stabilità economica, ma anche a nuove forme di competizione, appropriazione di terre e violenza organizzata. Come osserva la coautrice Palmira Saladié: «Non possiamo ridurre la preistoria a un'immagine romantica: queste comunità erano capaci di atti estremi per affermare il proprio dominio». .
Autore
Focus.it

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