La strategia di Conte: mai cespugli del Pd, niente accozzaglie, vuole un patto scritto
- Postato il 15 settembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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Alla festa di un giornale a lui assai vicino (Il Fatto), Giuseppe Conte si rivela e racconta la sua strategia.
“Con il Pd cerchiamo un progetto comune, ma non saremo mai i loro cespugli”. Ecco finalmente, un avvocato del popolo sincero: con Elly Schlein possiamo marciare insieme per battere questa destra disastrosa, ma l’alleanza è un’altra cosa.
“Non vogliamo accozzaglie”, aggiunge,”ma un patto scritto, nero su bianco”, di modo che in futuro non possano sorgere dubbi e sotterfugi.
La segretaria del Pd mediti su queste parole che escono dal cuore del leader pentastellato che, ad un tratto, stanco di dire la verità, si occupa di Palazzo Chigi, non di quello attuale, del prossimo. “Il mio obiettivo personale non è quello che molti sostengono”.
Il che significa “step by step”, un passo alla volta, poi decideremo il futuro. Tornare al passato è un sogno a cui Conte non ha mai smesso di pensare, fin dal giorno in cui fu costretto a lasciare quella poltrona.
Conte e Renzi

Per colpa soprattutto di Matteo Renzi? Forse, anzi senz’altro, ma da furbo e scaltro quale è non inveisce contro il suo nemico. Non lo ha fatto con Beppe Grillo mangiandolo a piccoli pezzetti, probabilmente vorrà farlo anche con il segretario di Italia Viva senza gridarlo al vento.
Dunque, il campo largo mostra le sue crepe. Si procede a braccetto per combattere e sconfiggere il governo sovranista di Giorgia Meloni, però le ambizioni personali sono altre, ognuno difende il proprio orto.
Quella della Schein non è una battaglia facile: non solo perché non sarà semplice buttare giù dal burrone l’attuale esecutivo, ma in primo luogo perché la segretaria dovrà spuntarla contro i suoi detrattori interni che non vedono l’ora di farla fuori. I riformisti, per essere più chiari, gli storici eredi della vecchia Dc, che non sopportano la virata troppo a sinistra della giovane pupilla del Pd. Sono per un progressismo più moderato, il centro di una volta, desiderato a tutti i costi da Aldo Moro e Amintore Fanfani e, perché no, da Sergio Mattarella.
Quindi, va bene per ora fare un discorso unitario, l’unico in grado di capovolgere l’attuale situazione politica, poi si vedrà. I conti si faranno alla fine quando si dovrà decidere chi sarà padrone e chi sotto. La Schlein, attualmente, non vuole far scomparire quella “svolta” da lei sempre auspicata: abbozza, fa finta di niente, ma non dimentica. Ad esempio i fischi della platea del Fatto che, a proposito, la pensa come Giuseppe Conte. Sul riarmo, tanto per essere più precisi, ed in genere sulle scelte di politica internazionale.
Sinistra non ride destra piange
La debolezza di una sinistra così spezzettata rende la destra forte ed inattaccabile? Questo è un atteggiamento da non prendere in considerazione perché nella maggioranza non si respira un’aria tranquilla.
Matteo Salvini se ne inventa una al giorno pur di apparire (sembra il Gianfranco Fini, presidente della Camera, che contrastava il suo alleato Silvio Berlusconi) mentre Antonio Tajani è sempre più spostato al centro per il volere degli eredi del Cavaliere.
Quindi, occhio al futuro, se non si vuole scivolare e perdere il comando.
È l’odio il sostantivo che primeggia nel campo della disputa politica. Giorgia Meloni ne parla apertamente al congresso di Vox, la destra spagnola, in cui ricorda l’assassinio di Charlie Kirk e “l’atteggiamento velenoso e intollerante” di alcuni esponenti della sinistra che hanno taciuto all’inizio di fronte all’orrore dell’omicidio a sangue freddo per poi accorgersi del plateale errore che avevano compiuto.
Nemmeno il difficilissimo momento internazionale frena le polemiche nel nostro Paese. Di tank in tank i russi prima fanno capolino in Polonia e poi in Romania? Ok, è un fatto che non sarà dimenticato anche se incombono le elezioni regionali per mezzo delle quali si vorrebbe dare una spallata al governo.
A Gaza si continua a morire e in Ucraina i bombardamenti non hanno un attimo di tregua? Si sta studiando una soluzione sperando che gli Stati Uniti non abbandonino l’Europa.
La crociera che deve portare gli aiuti ai palestinesi che muoiono di fame incontra ostacoli ricorrenti? Elly Schlein non manca di essere vicino a quei volontari e augura loro “buon vento”.
La democrazia mostra le sue pecche? Non c’è governo migliore, si risponde in fretta.
La libertà di stampa è in pericolo? Un’ancora di salvataggio, la lanciano tutti insieme: Meloni, Conte, Salvini, la stessa Schlein. È un imperativo categorico. Appunto, quella che tanti dimenticano a destra e a sinistra, impartendo lezioni che non possono venire da quel pulpito
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