“La stretta di Londra contro i giovani lavoratori stranieri? Ridicola. Ci sono già 134mila posti di lavoro vacanti, sarà dura colmarli”: parla chef Giorgio Locatelli

  • Postato il 13 maggio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Di ieri 12 maggio la notizia che il premier britannico laburista Keir Starmer ha presentato in Parlamento un “Libro bianco” con una serie di misure fortemente restrittive nei confronti di chi sceglie il Regno Unito per studiare o lavorare. Particolarmente presi di mira dal Labour i lavori non qualificati: saranno fortemente limitati per gli immigrati, con penalizzazioni previste per le imprese che non scelgono cittadini britannici. A parlare di questa ‘stretta’ a Repubblica è lo chef Giorgio Locatelli, che da anni vive e lavora nel Regno Unito e che ha appena inaugurato il suo nuovo ristorante alla National Gallery.

Il 62enne famoso nel mondo per la sua cucina non ha dubbi: “È un provvedimento ridicolo, che influirà moltissimo sui giovani italiani e sulla società britannica. E lo dico io che molti anni fa arrivai qui a Londra senza niente, a parte 400 sterline in tasca. Prima della Brexit, le nuove generazioni italiane venivano qui, contribuivano all’erario, e molto spesso andavano dal dottore o dal dentista in Italia. Insomma, erano quasi a costo zero per lo Stato britannico. Ma il guaio è un altro“.

Secondo Locatelli, chi pensa che i ragazzi italiani non dovrebbero essere camerieri o “schiavetti” all’estero dà voce a “una concezione decisamente offensiva nei confronti dei nostri ragazzi, espressa da chi ci capisce molto poco. La divulgazione della nostra cultura del mangiare è importantissima. E un cameriere ben formato può poi fare di tutto in futuro, perché impara a capire la gente, a confrontarsi con la vita (…). Purtroppo, certi genitori preferiscono vedere i figli perdere tempo all’università, anche se non hanno voglia di studiare, invece di fare un lavoro serio”. La conclusione, amara per lo chef, è netta: “(…) Nel settore della ristorazione oltremanica già ci sono 134mila posti di lavoro vacanti. Sarà dura colmarli, soprattutto per i ristoranti più piccoli”.

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Il Fatto Quotidiano

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