La transizione energetica e il percorso verso un mondo più sostenibile sono morti?

  • Postato il 3 maggio 2025
  • Di Panorama
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Nonostante quanto leggiate e sentiate la risposta a nostro parere è: assolutamente no. I recenti avvenimenti (insediamento di un Presidente americano negazionista lato climate change, riorientamento degli ambiziosi obiettivi ESG europei, sdoganamento di piani di riarmo, dichiarazioni di voler sfruttare giacimenti di petrolio e minerali nei paesi artici) possono davvero spingerci a pensare che il percorso positivo fatto nel triennio 2020-2023 stia tramontando di fronte a un mondo energivoro, che non intende rinunciare a nulla per salvare il pianeta, che investe in strumenti bellici invece che in economia circolare. Eppure non è così. Senza dubbio stiamo rallentando rispetto agli obiettivi di contenimento delle emissioni di CO2 e dell’aumento delle temperature, ma vediamo anche fattori estremamente positivi che vanno raccontati numeri alla mano.

1) Il progresso tecnologico lato produzione, trasporto e utilizzo dell’energia procede e procederà. Negli ultimi 5 anni (soltanto) il costo medio delle batterie per auto elettriche si è dimezzato e il tempo di ricarica medio si è ridotto del 75%. Non ci credete? Andato in uno dei concessionari BYD che ormai ci sono in giro per mezza Italia e vedrete quali progressi sono stati fatti. Quanto l’utilizzo di un motore elettrico sia infinitamente più efficiente (oltre che ecologico) di un motore a combustibile fossile (90% di “resa” rispetto al 50% di un diesel). E questo processo, pur con i suoi alti e bassi, andrà avanti perché quando diventerà anche economicamente più conveniente comprare un veicolo elettrico (in Cina e in altri paesi asiatici è già così), le reti di ricarica saranno capillari e rapide (stime di 3 anni per l’Europa) e la vostra auto avrà un’autonomia di 1500 km (5 anni e ci saremo) non ci si porrà nemmeno più la domanda di quale tipo di auto comprare. Potrei andare avanti e citarvi il miglioramento tecnologico delle pompe di calore che sono oggi il sistema migliore per scaldare (e raffreddare) una casa moderna. O ancora il miglioramento del mix di combustibili che un cementificio utilizza per produrre cemento e che ha permesso riutilizzo di scarti/rifiuti e contemporaneamente una riduzione media delle emissioni?

La transizione energetica e il percorso verso un mondo più sostenibile sono morti?


2) La crescita degli investimenti in clean energy continua (Usd2100 mld nel 2024 e +70% sul quinquennio, fonte IEA) e quasi “doppia” quella in combustibili fossili (Usd1100 mld, stessi livelli del 2019). Si vedono i risultati: rinnovabili + nucleare hanno generato più del 40% dell’elettricità globale, con l’Europa che è arrivata ben sopra il 50%. Anche nei reticenti Stati Uniti l’installazione di pannelli fotovoltaici ha toccato il record assoluto nel 2024 con la maggiore produzione di energia concentrata nei repubblicanissimi Texas, North Carolina e Arizona nella TOP5. Oggi nella maggior parte dei paesi sviluppati nella costruzione di una casa nuova è impensabile (e economicamente senza senso) non installare sistemi di isolamento, riscaldamento e refrigerazione evoluti, efficienti e sostenibili.

La transizione energetica e il percorso verso un mondo più sostenibile sono morti?


3) Gli asset manager seri che hanno fatto della sostenibilità negli investimenti un pilastro della loro modalità operativa non hanno fatto passi indietro. Anche qui abbiamo senza dubbio casi di società che non appena il vento a favore è girato hanno fatto marcia indietro, confermando che il loro investimento sostenibile era solo di facciata, ma abbiamo anche operatori seri che mantengono la barra dritta e semmai cercano di imparare dagli eventuali errori fatti, migliorando il binomio rendimento monetario offerto / grado di sostenibilità del prodotto. Lato listed markets ci fa piacere citare società come Robeco, BNP Paribas AM, Impax AM, Pictet, Nordea, Mirova o Candriam che restano molto impegnate lato investimenti sostenibili e/o ad impatto (che sono l’apice dell’investimento sostenibile e anche in questi anni difficili hanno sempre avuto raccolta positiva). Lato mercati privati ricordiamo come i fondi che investono in energy transition, infrastrutture, economia circolare hanno raccolto decine di miliardi di euro in questi ultimi anni a testimonianza di quanto gli operatori di private equity e private infrastructure credano nelle potenzialità di medio/lungo termine di questi investimenti. E oggi che le valutazioni sono particolarmente attraenti (tutto l’hype valutativo che si era creato nel 2020 – 2021 si è riassorbito) questi operatori non perdono occasione di entrare fortemente nella partita. Partners Group (CH), Brookfields AM (CAD) e Ardian (FRA) per citare tre nomi.

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Panorama

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