La via crucis di Macron e il travaglio della Francia: perché il modello De Gaulle non funziona più

  • Postato il 12 ottobre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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La commedia è diventata una farsa nella quale Emmanuel Macron recita la parte del protagonista che ha perso la bussola.

La nuova nomina di Sébastien Lecornu è la classica rappresentazione in cui la realtà supera la fantasia: dopo aver presentato il suo governo il 5 ottobre, essersi dimesso il 6 dopo meno di ventiquattr’ore, aver accettato un mandato esploratorio di due giorni, Lecornu si ritrova primo ministro alla sera del 10 ottobre.

Lui stesso, spaesato, ha detto di aver accettato «per dovere» e per fare tutto il possibile «per dare un bilancio alla Francia». Difficile dire se ci riuscirà: il rischio di essere sfiduciato fin dalla prossima settimana resta alto.

Inspiegabile accanimento di Macron

La via crucis di Macron e il travaglio della Francia: perché il modello De Gaulle non funziona più , nella foto Macron passeggia solo
La via crucis di Macron e il travaglio della Francia: perché il modello De Gaulle non funziona più – Blitzquotidiano.it (Foto da YouTube)

   L’accanimento di Macron (il termine è stato usato perfino dal capo del suo stesso partito, Gabriel Attal) va ormai al di là di ogni comprensione razionale.

È impossibile capire come una persona intelligente come lui non riesca ad accettare il fatto che ha perso le elezioni politiche del luglio 2024 e dunque a passare la mano sul fronte interno.

La sua popolarità è scesa al 14 per cento e la cosa più logica sarebbe stato adattarsi a una forma di coabitazione con un governo non guidato da un suo fedele. Non ne ha voluto sapere, non ha voluto ritirarsi in quello che viene comunemente definito il «dominio riservato» del presidente, cioè la politica estera e di difesa, due campi, sia detto per inciso, in cui eccelle e in cui gode del rispetto internazionale.

  Macron ha rifiutato di sciogliere nuovamente l’Assemblea nazionale perché una maggioranza parlamentare è contraria a questa misura. Ma al tempo stesso, un suo uomo corre il rischio di essere sfiduciato da un momento all’altro.

Uno spettacolo pietoso

Lo spettacolo offerto dalla classe politica è pietoso, non fa altro che portare acqua al populismo, in primo luogo quello dell’estrema destra e di Marine Le Pen, che da settimane invoca nuove elezioni, malgrado lei stessa non possa candidarsi per via della condanna penale della primavera scorsa.

La sinistra moderata, dal canto suo, rivendica un primo ministro socialista, che il capo dello Stato non ha nessuna intenzione di nominare. Secondo tutta la stampa, l’ostinazione di Macron è dettata solo dalla voglia di difendere i cardini della sua presidenza, la politica dell’offerta (che ha dato buoni risultati fino alla crisi del Covid) e la riforma delle pensioni.

Ma così facendo il capo dello Stato si mostra solo rigido e incapace di ascoltare il paese.

  Ciò non vuol dire che i partiti si siano comprtati meglio. Il parlamento è diviso in tre blocchi (sinistra, centro, destra), a loro volta divisi al loro interno fra le estreme e i moderati e poi fra i moderati: i leader della destra democratica, sempre più attratti dalla sirene lepeniste, si accapigliano, i socialisti stentano a trovare una linea politico-economica capace di mettere in piedi almeno una maggioranza relativa di centro-sinistra.

  Ad aggravare la situazione c’è l’avvicinarsi delle presidenziali, cui Macron non potrà ripresentarsi, poiché la costituzione vieta più di due mandati consecutivi. Questa scadenza, come sempre, fa perdere la testa a tutto il mondo politico, ai potenziali candidati come alla coorti dei loro portaborse.

Poco importa che anche il prossimo presidente rischi di ritrovarsi senza maggioranza assoluta in parlamento: l’Eliseo, modellato dal generale de Gaulle a sua immagine e somiglianza, continua  a suscitare passioni smodate. E proprio qui sta forse il problema della Francia dei nostri giorni, incapace di abbandonare le desuete abitudini bonapartiste e di abbracciare le prosaiche fatiche della democrazia parlamentare.

 

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Blitz

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