La villa simbolo del potere di Galan torna a disposizione dei cittadini veneti: nel 2026 diventerà un laboratorio culturale

  • Postato il 21 ottobre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il 6 giugno 2009 Silvio Berlusconi arrivò in elicottero a Villa Rodella di Cinto Euganeo, sulle colline padovane. Ad attenderlo c’erano Giancarlo Galan, con una camicia a quadri, in stile festa di campagna, e la neo moglie Sandra Persegato. La dimora era stata riportata all’antico splendore, con lavori che – come si scoprirà dopo qualche anno – erano stati resi possibili anche dai fiumi di tangenti che avevano attraversato il Veneto e la stagione di potere di Forza Italia. Qualche incrinatura già si profilava, visto che nel dicembre successivo fu formalizzato il passaggio di testimone: un Galan piuttosto riottoso e indispettito sarebbe andato a Roma, a fare il ministro dell’Agricoltura, mentre la Lega avrebbe ottenuto il candidato per succedere al vertice della Regione Veneto. Stava per cominciare l’era di Luca Zaia, che sarebbe durata per tre legislature, le stesse che aveva ricoperto l’ex manager di Publitalia, diventato politico alla corte del Cavaliere.

Dal 2009 al 2025 sono trascorsi 16 anni e Villa Rodella, che per poche ore è stata riaperta il 19 ottobre al pubblico, ha testimoniato i fasti e la caduta di un uomo potente, le ferite provocate dall’inchiesta sulle mazzette del Mose e il patteggiamento, con cessione del bene cinquecentesco allo Stato per pagare i debiti giudiziari. Da allora si è consumata anche la parabola di Zaia alla guida della Regione, quasi simmetrica per durata a quella di Galan, ma non traumatica per quanto riguarda la sua conclusione. La gente è tornata nei saloni e nel giardino, con la curiosità di chi va a vedere come viveva un vip finito nella polvere. In mezzo ci sta un’epoca di cambiamenti definitivi. Basti pensare che nel giugno 2009 fra i 300 invitati c’erano il coordinatore nazione del Partito della Libertà Denis Verdini, anche lui poi travolto dagli scandali, il conte Pietro Marzotto e il banchiere Ennio Doris, entrambi scomparsi.

Il padrone di casa è ora “Essenziale”, un ente no profit polesano che ha vinto la gara per prendere in gestione un bene pubblico diventato di proprietà del Demanio, che sembrava destinato irrimediabilmente alla rovina. Non solo era stato spogliato e depredato dai ladri (e lo stesso Galan aveva smantellato i bagni), ma era avvilito dall’impossibilità di trovare un acquirente o qualcuno che ne impedisse lo sfascio. È accaduto grazie a una concessione di durata di 45 anni e ad un anticipo di “vernice” che più o meno coincide con il decennale del sequestro giudiziario. I cancelli si sono aperti per dare spazio alla popolazione. “Abbiamo la soddisfazione di vedere nell’immobile un bene destinato alla collettività” ha detto la vicesindaca di Cinto, Annalisa Trevisan. Presenti i primi cittadini di Lozzo, Este, Baone e Vò, il presidente del Parco dei Colli Euganei e della Provincia di Padova.

Beatrice Damiani, di Fondazione “Essenziale”, ha spiegato: “Villa Rodella mira a diventare un grande laboratorio culturale, ospitando arti visive e performative oltre a cinema e teatro. A svilupparsi come percorso educativo e formativo per gli studenti. Vogliamo anche sollecitare, sul fronte sociale, le capacità inclusive connesse all’abitare condiviso, così da qualificare in ambito turistico le potenzialità offerte al turismo lento, all’escursionismo e al cicloturismo”. La villa non è ancora pronta per assolvere a questo compito. Infatti, l’inaugurazione avverrà nella primavera 2026, quando si chiuderanno i cantieri che cominceranno nei prossimi giorni per sistemare e adattare gli spazi. “Non è una vera inaugurazione, ma un invito al territorio a riconoscersi” ha concluso Beatrice Damiani.

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Il Fatto Quotidiano

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