Lady Gaga in stato di grazia a Milano: con la sua opera pop più bella che celebra la vita e la morte, raggiunge nell’Olimpo delle performer sua Maestà Madonna

  • Postato il 20 ottobre 2025
  • Musica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Andare ad un concerto di Lady Gaga è una esperienza immersiva dall’inizio alla fine. Ieri sera all’Unipol Forum di Milano la prima delle due date (si replica oggi) ha visto soprattutto protagonisti i piccoli e grandi Little Monsters (tra questi anche i vip Donatella Versace accolta con ovazioni, Elodie e Stefano De Martino) che si sono presentati truccati, ricalcando i diversi stili che l’artista ha proposto negli anni. Sul megaschermo, in attesa che lo show iniziasse, sono comparsi diversi messaggi che i fan hanno spedito alla community dedicata, sono apparse anche delle proposte di matrimonio, accolti da diversi boati.

Poi appare lei sullo schermo mentre scrive pensierosa su una pergamena con un’enorme penna d’oca rossa per oltre 20 minuti. Ad accompagnarla in sottofondo una playlist che riproduce brani di Hector Berlioz, Georges Bizet e Gioacchino Rossini e via inizia lo show di due ore e mezza con 30 brani in scaletta.

Come una vera e propria opera pop che si il concerto è diviso in cinque atti, ognuno con un titolo a riprodurre lo stile gotico rosso sangue: Velvet and Vice; The Beautiful Nightmare That Knows Her Name e Every Chessboard Has Two Queens.

Lo spettacolo si inaugura con una sequenza visiva che presenta due incarnazioni di Gaga (una bruna in abito rosso e una bionda vestita di bianco) accanto alla sua enigmatica controparte oscura, la Mistress of Mayhem. In seguito a un’introduzione orchestrale di “Bloody Mary”, l’artista fa il suo ingresso, indossando un maestoso abito di crinolina scarlatta lungo 7 metri, sotto la quale i ballerini si muovono intrappolati all’interno di una struttura in acciaio.

Da questo momento in poi Gaga appare nelle sue molteplici versioni, in “Perfect Celebrity” si dimena tra scheletri e un doppio defunto (in una esibizione che ricalca quanto visto all’ultimo Coachella), mentre la sua alter-ego ritorna in “Disease”. Nel terzo atto la popstar emerge da un gigantesco teschio in abito nero con rose rosa, cantando “Killah”. Molto più “semplice” la versione rock di Gaga nel quarto atto dove la star e i ballerini in nero eseguono “Shadow of a Man”, “Kill for Love” e “Summerboy”.

“Born This Way” con il pubblico in visibilio chiude la passerella, seguita dall’applaudita “Million Reasons” con la Mistress of Mayhem. Poi nel gran “Finale: Eternal Aria of the Monster Heart”, Lady Gaga sconfigge la Mistress di Mayhem. Lo show si chiude con “Bad Romance”, costumi bianchi e rossi che simulano un’operazione medica.

Insomma l’opera pop è stata la dimostrazione che Lady Gaga è al massimo della sua ispirazione artistica e che ha messo in piedi una ‘visione’ che abbraccia il gotico, il mito greco, la favola e il noir. Una operazione meravigliosa che le consente, senza dubbio, di raggiungere nell’Olimpo delle performer musicali, sua Maestà Madonna.

I biglietti, andati letteralmente a ruba, costavano da 231, 15 euro a 64,40 euro senza prevendita e per una produzione di questo calibro i costi sono anche giustificati, ma la corsa al biglietto c’è stata fino a ieri sera con X letteralmente impazzito per i Little Monsters a pregare per un biglietto, a quelli fuori dal Forum con la speranza di beccare qualche bagarino.

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Il Fatto Quotidiano

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