L’agente della Penitenziaria spiega agli studenti come usare una mitraglietta all’evento per orientarsi sul lavoro

  • Postato il 31 ottobre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Guarda in giù, premi il grilletto, così vedrai come spara, sostanzialmente l’otturatore andrà avanti, non siamo a Fortnite”. No, non è il videogioco “sparatutto” più famoso del mondo e le armi sono vere. Un agente della Polizia penitenziaria spiega ad un pugno di studenti come fare fuoco. Siamo a Milano, Fiera di Rho, all’evento Expo Training, per aiutare i ragazzi ad orientarsi nel mondo del lavoro. Lo stand “Baschi Azzurri” è gestito dagli agenti per i detenuti ed è circondato da un nugolo di studenti. Questi ultimi non ricevono lumi sulla vita dopo la scuola, bensì su come maneggiare un’arma.

In un video dell’agenzia Lapresse, si vede un agente prodigarsi in un vero e proprio tutorial dal vivo. Il titolo sarebbe: fare fuoco, istruzioni per l’uso. La prima raccomandazione è nel nome della sicurezza. “Una volta che uno si accerta che l’arma è scarica con maneggi particolari e complicati, che non sto qui a spiegarvi, allora possiamo maneggiarla, tu sei destro o mancino?”, dice l’uomo della penitenziaria, in piedi davanti a 4 o 5 ragazzi. Non sembrano affatto maggiorenni. Dall’agente li separa un tavolino, dove riposano un giubbotto antiproiettile e una mitraglietta Beretta M12, scarica. L’agente la solleva e la consegna ad uno dei ragazzi: “Usala verso il basso e fate spazio”, dice agli altri assiepati intorno. Così inizia la lezione: “Il dito medio della mano destra andrà a premere la sicura automatica al pulsante, e la lascia premuta”. Il ragazzo tuttavia ha qualche difficoltà e una compagna lo corregge. “La signorina è più ferrata”, dice l’agente prima di tornare alle istruzioni per sparare: “Tira, ok, arma, tira forte, no non metter il calcio sulla spalla, non siamo a Fortnite”. Intorno gli studenti sono eccitati dalla curiosità e c’è la fila per imparare a sparare. Dal video emerge il vociare conclusivo: “Posso provare? No dopo ci sono io, ma sono qua da mezz’ora”.

L’evento Expo Training è iniziato ieri e si conclude oggi. Sul sito si reclamizza così: “30.000 metri quadri di orientamento al futuro, 5 mila colloqui di lavoro per trovarlo”. Resto oscuro il nesso tra usare armi e preparare gli studenti al lavoro. Ha espresso inquietudine Marco Grimaldi, deputato di Alleanza verdi e sinistra: “Mi mette a disagio non solo l’idea che, a Milano, a un evento pubblico come Expo Training a dei ragazzi siano messe in mano e fatte provare una pistola e delle mitragliette”. “Mi mette profondamente a disagio – ha aggiunto l’onorevole – che la Polizia penitenziaria mostri questo come il cuore del proprio compito, che dovrebbe avere a che fare in primo luogo con la tutela di una convivenza sostenibile all’interno delle carceri, nel rispetto della dignità e dei diritti delle persone recluse”. “Tutte cose – conclude Grimaldi – che non prevedono assolutamente di utilizzare una mitraglietta”.

Davanti alle istruzioni per sparare, ammette stupore anche Leo Beneduci, segretario del sindacato Osapp (organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria): “Questa mi suona nuova, è la prima volta che sento una cosa del genere e non mi pare opportuna”. A Beneduci sorge un dubbio: “Sovente la responsabilità viene attribuita ai gradini bassi della gerarchia, nelle forze dell’ordine, ma siamo sicuri che l’agente non abbia ricevuto indicazioni dai superiori?”. In ogni caso, sparare non è certo il cuore del lavoro della penitenziaria: “La mitraglietta M12 viene usata solo per la scorta e la sorveglianza esterna, in prigione le armi neppure possono entrare perché il rischio è che le rubino i detenuti”. Certo anche gli agenti delle carceri devono sapere maneggiare armi: in dotazione hanno una beretta calibro 9. E a giudicare dal video di Lapresse, ai ragazzi non dispiace imparare a sparare.

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Il Fatto Quotidiano

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