L’allarme del volontariato: tra impegno civico e derive lavoristiche

  • Postato il 12 agosto 2025
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L’allarme del volontariato: tra impegno civico e derive lavoristiche

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Cresce l’allarme per la distorsione del volontariato, sempre più confuso con il lavoro, minacciandone l’identità e la dignità dell’impegno civico.


Nel tessuto vivo delle nostre comunità, il volontariato rappresenta una delle espressioni più nobili della partecipazione civica. Uomini e donne di ogni età, ogni giorno, scelgono di dedicare parte del proprio tempo e delle proprie competenze al servizio degli altri. Un impegno gratuito e spontaneo che dà sostanza al concetto di solidarietà e rafforza il legame sociale nei territori. Tuttavia, negli ultimi anni si è registrata una crescente confusione intorno alla figura del volontario e al suo ruolo all’interno della società.

Sempre più spesso il volontario viene trattato come una risorsa da impiegare sistematicamente, in modo strutturato e talvolta al limite della subordinazione. Accade che i rimborsi spese o i piccoli contributi riconosciuti a titolo simbolico vengano percepiti come forme di retribuzione mascherata. Accade anche che i volontari vengano inseriti stabilmente in servizi pubblici o attività che dovrebbero essere affidate a personale qualificato e contrattualizzato. Una tendenza preoccupante che rischia di snaturare l’identità stessa del volontariato.

VOLONTARIATO NON È LAVORO MA UN IMPEGNO CIVICO

Il volontariato non è lavoro. È una scelta libera, spontanea, disciplinata da leggi che ne garantiscono i limiti e ne tutelano l’integrità. Il volontario non ha vincoli di orario, non ha obblighi di produttività, non è tenuto al rispetto di gerarchie operative se non per ragioni di sicurezza o organizzazione interna. Agisce per motivazioni personali e collettive, spesso mosso da un senso profondo di appartenenza alla comunità. In nessun caso può essere considerato una risorsa sostitutiva del personale dipendente.

Le derive che oggi si stanno registrando in molte realtà, anche istituzionali, nascono spesso da una lettura distorta del ruolo del volontariato. Utilizzare i volontari per coprire carenze di organico o per aggirare i vincoli di spesa rappresenta un pericoloso scivolamento verso una zona grigia in cui il confine tra volontariato e lavoro si fa sempre più sottile. Questo non solo alimenta ambiguità giuridiche ma mina profondamente la credibilità del sistema stesso del volontariato.
Le organizzazioni di volontariato, come l’ASSAPLI attraverso il Settore Volontari ATO, ribadiscono con fermezza che la tutela dell’identità del volontariato passa dal rispetto dei ruoli e delle normative. Ai volontari va riconosciuto il giusto spazio, la giusta dignità, ma non devono essere caricate sulle loro spalle responsabilità che non gli competono. Né possono essere sottoposti a vincoli operativi tipici del lavoro subordinato, senza tutele, senza diritti e spesso anche senza adeguata formazione.

LA LEGGE È CHIARA E VA RISPETTATA

La legge è chiara nel definire la figura del volontario e le sue caratteristiche. Essa riconosce il valore di chi si mette a disposizione in modo gratuito per il bene degli altri, senza interesse economico o professionale. È dunque fondamentale che anche le istituzioni, gli enti pubblici e le amministrazioni locali mantengano alta l’attenzione su questo punto. Servono regolamenti chiari, protocolli di intesa trasparenti e una formazione adeguata per i volontari, ma soprattutto serve un approccio etico e rispettoso.
Il volontariato non può essere la risposta strutturale a bisogni che richiederebbero invece investimenti veri in personale e servizi. Non può diventare uno strumento di compensazione per le mancanze del sistema. Deve restare ciò che è: una libera espressione di cittadinanza attiva, una testimonianza concreta di impegno civile, un patrimonio prezioso da proteggere.

DIFENDERE IL VOLONTARIATO PER PROTEGGERE LA SOCIETÀ

Riconoscere e difendere il ruolo del volontariato significa proteggere un pilastro della nostra società. Significa valorizzare una risorsa che, pur nella sua gratuità, produce un valore immenso in termini di coesione sociale, aiuto reciproco, vicinanza ai più fragili. Un valore che nessun contratto potrà mai replicare.

ASSAPLI, attraverso il suo Settore Volontari ATO, continuerà a farsi portavoce di questi principi, rivendicando con determinazione la necessità di un rispetto profondo per chi dona tempo, energie e cuore al servizio degli altri. È questa la vera forza del volontariato. Una forza silenziosa ma potente, che ogni giorno costruisce comunità e speranza.

* Dario Giannicola, Presidente Nazionale ASSAPLI ((Associazione Appartenenti alla Polizia Locale Italiana).

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