“Il Belgio sta diventando un narcostato”. L’allarme, lanciato da un giudice istruttore di Anversa in una lettera aperta pubblicata anonimamente sul sito del tribunale e ripresa dall’agenzia Belga, descrive un quadro drammatico: la crescente infiltrazione della criminalità organizzata e la corruzione sistemica legata al traffico di droga starebbero minando le istituzioni del Paese. Il magistrato, uno dei diciassette giudici istruttori della città, afferma di aver coordinato indagini che hanno portato all’arresto di portuali, doganieri, poliziotti e funzionari pubblici, tutti connessi a reti criminali. “Siamo di fronte a una minaccia organizzata che mina le nostre istituzioni”, scrive, denunciando che “ampie strutture mafiose si sono radicate e sono diventate una forza parallela che sfida non solo la polizia ma anche la magistratura”. Nel porto di Anversa, la corruzione sarebbe ormai “endemica”: “spostare un container può fruttare 100 mila euro a un operaio corrotto”. Il giudice parla anche di un clima di violenza crescente: “Omicidi, torture, sequestri e attacchi contro civili innocenti sono ormai strumenti di potere dei cartelli”. Dopo essere stato minacciato e costretto a vivere per mesi sotto protezione, il giudice lamenta l’assenza di sostegno istituzionale: “Nessuna autorità ci contatta, nessuno ci offre aiuto o indennizzi”. E conclude: “La domanda non è se lo Stato di diritto sia minacciato, perché lo è già. La vera domanda è come il nostro Stato sceglierà di difendersi”.