L’alternativa ad Apple CarPlay e Android Auto viene dall’Europa

  • Postato il 1 luglio 2025
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  • Di Virgilio.it
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Nel bel mezzo della Germania, in una Ludwigsburg tanto torrida quanto silenziosa in questa estate anomala, il settore dell’automobile europea sta provando a dare un colpo di coda per riscrivere il proprio destino per restare in sella a un settore nel quale la concorrenza è sempre più armata e determinata. Nell’amena località teutonica, dunque, si sono riuniti undici tra i principali nomi dell’industria locale – fra i quali spiccano BMW, Mercedes-Benz, Volkswagen Group, Bosch, Continental e ZF Friedrichshafen – che hanno messo da parte rivalità secolari e firmato un memorandum d’intesa: un patto d’acciaio, per combattere contro le Big Tech americane da Apple a Google.

Una carta dal peso enorme

La coalizione tedesca chiama questo progetto “approccio code-first”. È il tentativo di resistere all’avanzata silenziosa, metodica e pervasiva delle Big Tech americane, come anticipato. Google è il bersaglio principale, poiché con Android Automotive OS e Google Automotive Services è già salita a bordo di alcuni modelli Volvo e Ford.

Dunque, la scelta di mettersi insieme deriva direttamente dalla volontà della VDA, l’associazione tedesca dell’industria automobilistica, che ha scelto di combattere la guerra del software partendo da casa propria. L’alleanza punta a realizzare un’infrastruttura open-source che permetta ai costruttori di sviluppare più velocemente le componenti digitali fondamentali, per poi concentrarsi sulle funzioni distintive di ciascun marchio. In questo modo la concorrenza non spaventa, perché si sta spalla contro spalla con un obiettivo ultimo comune: resistere e crescere.

Come si snoda il progetto

Il pilastro di questo ambizioso progetto è ciò che è stato battezzato come S-Core, acronimo di “Safety Open Vehicle Core”, un’architettura open-source rilasciata lo scorso 12 giugno sotto l’egida della Eclipse Foundation. Si tratta della prima piattaforma veramente condivisa e studiata per i veicoli “software-defined”.

Con S-Core, le aziende potranno costruire un’ossatura comune, sicura e affidabile, su cui innestare le proprie idee. L’auto torna a essere un sistema operativo in movimento, nella quale lo stile, il comfort e la dinamica differenti si uniscono a un cervello identico per tutti. Non è un caso che la parola “alleanza” sia tornata centrale. Questo progetto riporta alla memoria la Germania postbellica, dove la ricostruzione passava dai consorzi, dai sindacati industriali e dai codici condivisi.

Gli obiettivi da raggiungere

L’obiettivo è chiaro: entro il 2026, produrre in serie una piattaforma comune per la guida autonoma, capace di competere con i pacchetti full-stack sviluppati da Waymo, Apple, Amazon e Baidu. È necessario, però, farlo su basi aperte, evitando di rimanere ostaggio di licenze, abbonamenti e interfacce chiuse.

L’apertura, del resto, è anche geografica. L’alleanza non si ferma al Reno: è aperta a fornitori e costruttori del resto d’Europa, poi, chissà in futuro si potrebbero spalancare le frontiere anche agli Usa e alla Cina. Perché la guerra del software non conosce confini doganali, e ogni ritardo può costare anni-luce in un mercato dove la tecnologia viaggia più veloce delle normative.

Chi legge questo accordo come un gesto difensivo, forse, sbaglia prospettiva. È un passo deciso al contrattacco. In un cosmo in cui anche l’auto tedesca (ed europea) rischia di diventare il piatto principale di sistemi “forestieri“, la Germania industriale sceglie di non essere solo cliente, ma anche architetto del proprio prodotto. In fondo, il motore non è più la base di tutto, serve un software intelligente per cambiare il destino commerciale di una vettura. Non basta la tradizione, adesso serve innovare.

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Virgilio.it

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