L’ambasciata russa contro Calenda: “Tatuaggio da seguace dei nazisti”. E l’ex ministro va alla guerra (social): “Verrete sconfitti”

  • Postato il 9 novembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Davvero comprende cosa significhi il simbolo che si è fatto tatuare sul braccio?”. E’ la domanda che l’ambasciata di Russia in Italia pone a Carlo Calenda, leader di Azione, che ieri ha fotografato il suo polso su cui ha fatto tatuare il tryzub, il tridente che campeggia nello stemma dell’Ucraina. “Per tutta la vita” aveva commentato l’ex ministro. “In Russia – si legge in un messaggio dell’ambasciata russa sui social – si usa dire ‘son tutti frutti dello stesso campo’”. Il riferimento è a Calenda e ai suoi “malcapitati colleghi” come aggiunge lo stesso ufficio dipolmatico in quella dichiarazione.

Secondo la rappresentanza del Cremlino in Italia “il suo gesto non è altro che una sorta di adesione volontaria al consesso dei seguaci di Petljura, Bandera, Shukhevych e di altri nazisti e collaborazionisti di origine ucraina, le cui mani affondavano nel sangue di ebrei, zingari, ungheresi, russi e ucraini”. A corredo del messaggio il profilo social dell’ambasciata pubblica anche la foto dello stesso post di Calenda di ieri, un’altra del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e una terza di Symon Petljura. Zelensky viene definito, testualmente, dall’account dell’ambasciata “leader del regime terrorista e criminale di Kiev”. Calenda ha replicato all’ambasciata poco dopo con un tweet: “Verrete sconfitti. Come è stata sconfitta l’Urss. La libertà alla fine vince sempre sulla tirannia. E se vi mettete paura di un tatuaggio vuol dire che ne siete già consapevoli”.

Petljura viene descritto come “nazionalista e antisemita“. Il riferimento al politico che fu presidente dell’Ucraina per poco più di un anno e mezzo tra il 1919 e il 1920 è dovuto probabilmente al fatto – tra gli altri – che fu lui a fondare una rivista che si chiamava proprio Tridente. Il riferimento all’antisemitismo è legato anche al fatto che durante il suo mandato continuarono i pogrom contro gli ebrei che avevano già accompagnato la Rivoluzione del 1917 e erano proseguiti durante la guerra civile russa: il numero delle vittime uccise è tra le 35mila e le 50mila. E’ più controverso il ruolo diretto di Petljura che peraltro sarà assassinato da un anarchico (il 39enne Sholom Schwartzbard) a Parigi, in rue Racine, nel 1926. Ufficialmente l’accusa dell’attentatore era legata proprio alle persecuzioni degli ebrei in Ucraina. “Ho ucciso un grande assassino” disse alla polizia. I genitori di Schwartzbard erano stati trucidati, con altri familiari, nel pogrom di Odessa. Proprio il processo al giovane anarchico divenne un dibattito tra accusa e difesa su quale fosse il ruolo di Petljura nei pogrom in Ucraina.

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Il Fatto Quotidiano

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