L'ambasciatore britannico negli Usa rimosso per i legami con Epstein
- Postato il 11 settembre 2025
- Estero
- Di Agi.it
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L'ambasciatore britannico negli Usa rimosso per i legami con Epstein
AGI - Dopo giorni di polemiche, Keir Starmer ha ceduto: Peter Mandelson è stato sollevato dal suo incarico di ambasciatore britannico negli Stati Uniti. Lo ha annunciato il Foreign Office alla vigilia della prima visita di Stato di Donald Trump nel Regno Unito. Mandelson è finito nella bufera a causa dei suoi legami con Jeffrey Epstein. Le e-mail tra il 71enne veterano del Partito Laburista e il finanziere statunitense rivelate questa settimana "mostrano che la profondita' e l'ampiezza della relazione di Peter Mandelson con Jeffrey Epstein è materialmente diversa da quella nota al momento della sua nomina", si legge in una nota del ministero degli Esteri britannico. Alla luce di quanto emerso, "e per rispetto delle vittime dei crimini di Epstein", Mandelson "è stato rimosso dalla carica di ambasciatore con effetto immediato".
In una lettera inviata a Epstein per il suo 50 compleanno nel 2003, resa pubblica due giorni fa dal Congresso americano, Mandelson aveva definito il finanziere americano suo "migliore amico" e "un uomo intelligente e arguto". Starmer gliene aveva chiesto conto e ieri gli aveva rinnovato la fiducia spiegando che l'ambasciatore aveva "ripetutamente espresso il suo profondo rammarico" per la vicenda. Ma poi il tabloid The Sun ha tirato fuori un messaggio ben più imbarazzante mandato a Epstein nel 2008, poco prima che si dichiarasse colpevole in Florida per traffico di minori: "Penso molto a te, mi sento impotente e sono arrabbiato per quello che è successo", scriveva e lo esortava "a combattere". Troppo per un governo già in difficoltà sul piano interno.
"L'affermazione di Peter Mandelson secondo cui la prima condanna di Jeffrey Epstein era ingiustificata e avrebbe dovuto essere contestata costituisce una nuova informazione", ha spiegato il Foreign Office nel motivare il siluramento. Mandelson deve affrontare quindi un altro inciampo nella sua lunga carriera. Già due volte aveva dovuto lasciare incarichi di governo per incidenti di percorso. Nel 1999 era finito nella graticola per aver comprato una casa a Notting Hill nel 1996 in parte con un prestito senza interessi di 373.000 sterline da Geoffrey Robinson, collega di gabinetto e milionario sotto inchiesta.
Nel gennaio 2001, Mandelson era stato accusato di aver usato la sua posizione di sottosegretario per l'Irlanda del Nord per velocizzare una richiesta di passaporto. Ma come l'araba fenice, e' sempre riuscito a risorgere dalle sue ceneri. E anche a convincere Starmer a nominarlo a Washington nonostante vecchie dichiarazioni del 2019 in cui aveva definito Trump "un pericolo il mondo ", parole per cui si era dovuto scusare per farsi accettare la lettera di credenziali. Storico attivista del partito Laburista, Mandelson è considerato uno degli artefici della vittoria di Tony Blair alle elezioni del 1997.
Anche a lui si deve il rinnovamento dell'immagine del partito e il termine 'New Labour' che tanta fortuna portarono a Blair, che lo volle come suo stretto consigliere anche per le elezioni del 2001 e del 2005. Dopo che la sconfitta dei laburisti nel 2010, si è riconvertito da 'spin doctor' a lobbysta e ha co-fondato la società Global Counsel, con sede a Londra. Ma non ha mai smesso di contare nei circoli laburisti, compreso quello di Starmer che a dicembre lo aveva nominato ambasciatore di Sua Maestà negli Stati Uniti. Incarico assunto a febbraio e terminato oggi. Ma visti i precedenti non è detto che la sua carriera finisca davvero qui.
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