L’America corre, la Cina rincorre. La battaglia delle stablecoin
- Postato il 4 luglio 2025
- Economia
- Di Formiche
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L’America ci crede alle stablecoin. L’Europa un po’ meno. Ci crede Jerome Powell, presidente della Federal Reserve e ci crede Donald Trump. Il quale non disdegna nemmeno un mercato su misura per le criptovalute, che con le stablecoin, monete virtuali ma ben ancorate alle valute sovrane, giova ricordarlo, hanno a che fare fino a un certo punto. Premessa. La supremazia del dollaro non è mai stata tanto in discussione come negli ultimi mesi, anche se non è ancora emerso con chiarezza un degno erede del biglietto verde. Anzi, come si dice in questi casi, probabilmente deve ancora nascere.
Sta di fatto che il dollaro ha perso nel primo semestre oltre il 10,8% contro un paniere di sei principali valute (euro, yen, sterlina, dollaro canadese, corona svedese e franco svizzero). Alla Casa Bianca se ne sono accorti, cercando di correre ai ripari. Tra i vari tentativi c’è proprio il ricorso alle stablecoin: immettere sul mercato una moneta imbullonata al verdone potrebbe generare un effetto tiraggio, risollevando le sorti della valuta statunitense. Per questo, e almeno su questo, amministrazione americana e Banca centrale sembrano essere d’accordo sulla necessità di dare corpo e vita alle stablecoin.
Operazione di cui si sono accorti evidentemente anche in Cina, tanto da abbozzare una risposta. I giganti tecnologici del Dragone JD.com e Ant, braccio finanziario di Alibaba, hanno infatti chiesto alla Pboc, la Banca centrale cinese, di autorizzare le stablecoin legate allo yuan. Le due big tech propongono che la Cina consenta il lancio di stablecoin a Hong Kong, al fine di contribuire a promuovere l’uso globale della valuta cinese e provare a battere il ferro finché è caldo.
Ieri era arrivato l’assist di Powell, direttamente dal Forum delle banche centrali, a Sintra, in Portogallo. “Penso che le stablecoin siano anche un passo positivo. Negli Usa non abbiamo al momento una normativa su questo specifico segmento. Stiamo cercando duramente di crearla, ora mi sembra che siamo ben instradati per farlo. Penso che sia qualcosa di cui abbiamo bisogno: serve una regolamentazione federale sulle stablecoin”. Con un occhio alla Cina.