Lampeggiare per segnalare un posto di blocco è un reato, ecco i rischi

  • Postato il 22 maggio 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Sulle strade italiane è una scena piuttosto comune: lampeggiare con gli abbaglianti per segnalare un controllo della polizia o un autovelox nascosto poco più avanti. Un gesto di apparente solidarietà tra automobilisti, una sorta di complicità temporanea tra sconosciuti mossi dal principio non scritto del “meglio evitare una multa”. Tuttavia, quella che sembra una semplice cortesia stradale è in realtà una violazione della legge. Lampeggiare con i fari non è sempre consentito dal Codice della Strada, e in determinati contesti può trasformarsi addirittura in un reato. Non tutti sanno, infatti, che il lampeggio “gentile” può avere conseguenze giuridiche anche gravi.

Cosa prevede il Codice della Strada e le sanzioni in agguato

Secondo l’articolo 153, comma 11 del Codice della Strada, l’uso dei fari abbaglianti è regolato con precisione: possono essere usati solo fuori dai centri abitati e in mancanza di illuminazione adeguata. È consentito il lampeggio per segnalare un sorpasso o un incidente, ma non per comunicare la presenza di controlli. In questi casi, si parla di uso improprio dell’illuminazione, che comporta una sanzione amministrativa compresa tra 87 e 344 euro. Ma il problema non si limita ai fari: anche app digitali, navigatori con segnalazioni automatiche o gruppi su WhatsApp e Telegram che indicano i posti di blocco sono considerati strumenti per eludere i controlli. L’articolo 45 del Codice della Strada vieta qualsiasi mezzo che ostacoli l’attività delle forze dell’ordine. Utilizzare questi strumenti può costare da 825 a 3.305 euro e portare al sequestro dell’apparecchio. In pratica, segnalare un posto di blocco in chat può essere più costoso di una multa per eccesso di velocità.

posto di blocco carabinieri
Lampeggiare per segnalare un posto di blocco è un reato, ecco i rischi (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Quando lampeggiare diventa un reato penale

Il rischio più serio arriva quando questo comportamento viene reiterato in modo sistematico o organizzato. In tali casi, può configurarsi il reato di interruzione di pubblico servizio, previsto dall’articolo 340 del Codice Penale. Non si tratta di una violazione frequente, ma non è esclusa: se le autorità dimostrano che l’intento è quello di ostacolare l’azione delle forze dell’ordine, si rischia fino a un anno di reclusione. La pena può salire a cinque anni se chi lampeggia è ritenuto il promotore di un’azione coordinata. Quindi, quello che in apparenza è solo un lampeggio amichevole può trasformarsi in un problema legale serio.

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Autore
Blitz

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