Lanciato Biomass, un nuovo strumento per il monitoraggio delle foreste, mentre Vega-C torna al volo e compie passi in avanti verso Vega-E
- Postato il 2 maggio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Il 29 aprile è stato finalmente lanciato dal Centro Spaziale di Kourou nella Guyana Francese, il razzo Vega-C con a bordo il satellite Biomass dell’Agenzia Spaziale Europea.
Questa missione quinquennale aiuterà a raggiungere un traguardo importante: la comprensione profonda del ruolo delle foreste nel ciclo globale del carbonio, sempre nell’ottica della lotta ai cambiamenti climatici ed alla deforestazione sempre più aggressiva.
Biomass è dotato di un Radar ad Apertura Sintetica o SAR (Synthetic Aperture Radar), uno strumento che serve per ottenere immagini ad alta risoluzione della superficie terrestre indipendentemente dalle condizioni meteorologiche o di irraggiamento solare. A differenza delle classiche fotocamere ottiche, i dispositivi SAR indirizzano microonde verso il suolo, le quali rimbalzano sugli oggetti e ritornano indietro al sensore montato sul satellite. Analizzando il tempo di ritorno e l’intensità del segnale che viene riflesso, il radar ricostruisce un’immagine accurata del terreno sottostante. Il termine “Apertura Sintetica” sta a significare che lo strumento simula un’antenna molto più grande di quella che realmente è. Biomass infatti dotato di una sorta di antenna “ombrello”, di ben 15 metri sorretta da un braccio di 7.5 e nei prossimi giorni verrà dispiegata con una procedura delicata e complessa. Questa antenna, che lavora in banda P (ossia su una lunghezza d’onda di circa 70 cm), la prima nel suo genere montata a bordo di un satellite, consentirà quindi di superare le chiome degli alberi arrivando fino al terreno. Compiendo circa 15 orbite al giorno intorno al pianeta, Biomass riuscirà a mappare l’intera superficie terrestre ogni sei mesi, da un’altezza di 666 km. Così facendo, avremo un’immagine chiara dello stato delle nostre foreste, riuscendo a calcolare con maggiore precisione la quantità di carbonio assorbita dalle piante, soprattutto in tronchi, rami e steli (che contengono la maggior parte del carbonio catturato). Ma non solo, riusciremo ad avere importantissimi dati utili sulla rigenerazione vegetale ed il suo andamento nel tempo.
Il lancio di Biomass ha comunque segnato un traguardo importante non solo nell’ambito delle missioni “Earth Explorer” di ESA, ma è anche stata l’occasione per il ritorno al volo del vettore Vega-C di Avio, costruito in Italia. Con i suoi 36 metri di altezza ed un peso di 210 tonnellate al decollo, può portare in orbita fino a 3300 kg di carico utile. Il razzo attualmente è composto di 4 stadi, tre dei quali a propellente solido e l’ultimo a propellente liquido (viene definito Kick-Stage, e serve al posizionamento preciso in orbita). Il primo stadio invece è attualmente il P120C, lo stesso tra l’altro che viene utilizzato come booster laterale nel razzo Ariane 6 (disponibile in due versioni da 2 o 4 booster laterali a seconda delle necessità della missione). Sempre recentemente, Avio ha completato con successo il test preliminare di accensione del successore del P120C, il P160C, destinato a sostituirlo nel nuovo vettore Vega-E ed anche nello stesso Ariane 6, confermando quindi la competenza dell’azienda italiana nel settore aerospaziale, che tra l’altro assumerà il controllo operativo dei lanci da Kourou nel 2026 dopo il lancio di VV29 (sempre Vega-C) che avverrà a fine 2025.
“#LigurianSpace” è la rubrica di IVG che tratta di spazio, scienze e tecnologie, a cura di Jonathan Roberts, chimico, divulgatore scientifico e fondatore di Pandascienza.eu. Clicca qui per leggere tutti gli articoli