L’arte nell’era della blockchain: come il passaporto digitale può salvare il patrimonio culturale dai falsi

Immaginate di entrare in una prestigiosa galleria milanese, ammirare un’opera contemporanea e decidere di investire 50mila euro per portarla a casa. Due anni dopo, mentre cercate di assicurarla, scoprite la verità devastante: è un falso. Non è solo una storia ipotetica. Secondo il Fine Art Expert Institute di Ginevra, il 50% delle opere che circolano sul mercato dell’arte è falso o attribuito in modo erroneo. In Italia, la situazione è ancora più allarmante.

Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (Tpc) ha sequestrato nel 2024 ben 2.804 opere contraffatte, di cui 2.763 di arte contemporanea, per un valore stimato di oltre 311 milioni di euro. Un incremento del 45% rispetto ai 1.936 falsi intercettati nel 2023. “Secondo alcune stime, il 70% del mercato dell’arte contemporanea è costituito da falsi”, dichiara il Capitano Fabio Castagna, comandante della sezione Falsificazione del Tpc. “È un dato che rende bene l’idea di quanto il fenomeno sia esteso”.

Il business del falso

Il traffico illecito di opere d’arte vale tra 4 e 6 miliardi di euro all’anno a livello mondiale, comparabile a quello della droga o delle armi. In Italia, i prodotti contraffatti comportano una perdita di fatturato di 1,7 miliardi l’anno e 19mila posti di lavoro. Ma il danno non è solo economico: è culturale, identitario, colpisce l’anima stessa del nostro patrimonio artistico.

La Banca Dati del Comando conta oggi circa 1,4 milioni di opere rubate. Il fenomeno ha assunto dimensioni industriali: nell’operazione “Cariatide” sono state sequestrate 532 opere contraffatte di artisti come Banksy, Warhol, Carrà e Fantuzzi che avrebbero generato un valore di 80 milioni di euro. A Torino, circa 250 opere false di Carol Rama erano pronte per il mercato a oltre 350mila euro.

Le nuove frontiere della contraffazione

Il mercato dei falsi nel 2025 ha raggiunto livelli di sofisticazione mai visti prima. Catawiki ha bloccato nel 2024 articoli contraffatti per oltre 10 milioni di euro, in aumento del 20% rispetto a due anni fa. I falsi rendono oggi indistinguibili texture, finiture e persino l’aspetto opaco di alcuni materiali.

La tecnica dei falsari è diventata estremamente raffinata: nel caso Carol Rama, il responsabile possedeva vecchi fogli ingialliti, pastelli e strumenti d’epoca utilizzati per simulare perfettamente la tecnica dell’artista, ingannando acquirenti disposti a spendere tra 100 e 20mila euro.

La rivoluzione del passaporto dell’arte

Di fronte a questa emergenza, la tecnologia blockchain emerge come la soluzione più promettente. Il passaporto digitale dell’opera d’arte rappresenta una svolta epocale: un certificato elettronico con codice criptato che attesta l’unicità e la proprietà dell’opera, una “carta d’identità digitale” impossibile da contraffare.

“La blockchain non è solo tecnologia, è una rivoluzione della fiducia. Mentre altri stanno cercando di velocizzare la burocrazia, noi la stiamo rendendo irrilevante”, afferma Federico Monti, ceo di Notarify, azienda leader nella certificazione blockchain.

Il sistema garantisce tre elementi fondamentali:

  • Immutabilità e trasparenza: i dati sono raccolti in un registro digitale automatico, anonimo e decentralizzato, impossibile da alterare
  • Tracciabilità completa: permette di seguire tutti i passaggi commerciali dell’opera, dalla creazione ai vari passaggi di proprietà
  • Valorizzazione economica: un’opera con passaporto digitale certificato può aumentare il proprio valore fino al 30% rispetto a una non certificata

Marcapiano

Marcapiano, artista contemporaneo noto per il suo approccio multidisciplinare tra arte, architettura e design, è stato tra i primi al mondo a comprendere il potenziale del passaporto dell’arte. Il 15 maggio 2025, presso il Campus Architettura del Politecnico di Milano, ha presentato quattro opere inedite di architettura ingegneristica che hanno segnato un momento storico per l’arte italiana. Ogni opera è stata registrata e certificata su quattro blockchain pubbliche simultaneamente – Bitcoin, Ethereum, TON e Solana – creando un livello di sicurezza senza precedenti.

Il passaporto dell’arte di Marcapiano va oltre la semplice certificazione: è un portale digitale che permette all’opera di “parlare”. Attraverso chip Nfc integrati, chiunque può accedere alla storia completa dell’opera – dai primi schizzi al processo di realizzazione, dalle ispirazioni dell’artista alle tecniche utilizzate. Un’esperienza immersiva che trasforma il possesso di un’opera in un dialogo continuo con l’artista e la sua visione.

La collaborazione con il Politecnico di Milano e Notarify è diventata un modello replicabile, dimostrando che l’Italia può essere all’avanguardia nella protezione del patrimonio artistico contemporaneo.

La tecnologia Nfc e il ruolo delle istituzioni

L’integrazione Nfc rappresenta un ulteriore salto qualitativo. Chip impossibili da duplicare, progettati per autodistruggersi se qualcuno tenta di rimuoverli, vengono applicati direttamente sull’opera. Una scansione con smartphone fornisce accesso immediato a tutte le informazioni certificate sulla blockchain.

Asso made in Italy sta lavorando con Notarify per implementare il passaporto dell’arte su scala nazionale. Il senatore Antonio Trevisi sottolinea: “L’innovazione applicata alla tracciabilità è oggi uno strumento imprescindibile per la tutela del Made in Italy. La certezza non dovrebbe essere un lusso”.

Dall’autentica tradizionale al futuro digitale

L’autentica tradizionale mostra tutti i suoi limiti nell’era digitale. Il passaporto digitale in blockchain risolve questi problemi alla radice:

  • È impossibile da falsificare grazie alla crittografia
  • Non può essere perso, poiché risiede permanentemente nella blockchain
  • È visibile e verificabile in qualsiasi momento da chiunque
  • Contiene uno storico completo e immutabile di tutti i passaggi di proprietà
  • Include elementi multimediali ad alta definizione

Un’opera priva di corredo documentale cristallino rischia una svalutazione fino all’80% del suo valore potenziale. Con il passaporto digitale, invece, il valore può aumentare del 30%.

Le sfide normative e il futuro del mercato

L’Unione Europea sta lavorando all’introduzione obbligatoria del Digital product passport (Dpp) per tutti i prodotti fisici immessi sul mercato. Nel settore dell’arte, questo significherà una rivoluzione totale: ogni opera dovrà avere la sua identità digitale certificata, tracciabile e verificabile. Il sistema non protegge solo dai falsi, ma crea un nuovo ecosistema di fiducia per gallerie, case d’asta, collezionisti e assicurazioni.

Una chiamata all’azione per il sistema arte

Il momento di agire è adesso. Artisti, gallerie, musei e collezionisti devono abbracciare questa rivoluzione tecnologica non come una minaccia, ma come un’opportunità straordinaria. Come ha affermato il generale Francesco Gargaro, comandante del Comando Carabinieri TPC: “Recuperare un’opera d’arte significa restituire al popolo italiano un frammento della sua memoria, della sua identità e della sua anima collettiva”. Con la blockchain e il Passaporto dell’Arte, possiamo finalmente garantire che questa memoria rimanga autentica e incorruttibile per le generazioni future.

Il futuro dell’arte non è solo digitale: è certificato, tracciabile, incorruttibile. La tecnologia c’è, le istituzioni si stanno muovendo, il mercato è pronto. È tempo di trasformare il patrimonio culturale italiano da vulnerabile tesoro analogico a fortezza digitale inespugnabile. Perché “la certezza non dovrebbe essere un lusso”. E nell’era della blockchain, finalmente, non lo è più.

L’articolo L’arte nell’era della blockchain: come il passaporto digitale può salvare il patrimonio culturale dai falsi è tratto da Forbes Italia.

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Forbes Italia