L’arte si studia facendola. Corsi di consumo culturale attivo
- Postato il 27 aprile 2025
- Didattica
- Di Artribune
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In questi giorni sono emerse varie riflessioni legate all’importanza dello studio della Storia dell’Arte. Si tratta di un tema senza dubbio degno di nota e le argomentazioni portate sono tutt’altro che sbagliate, ma per quanto corretti possano essere i ragionamenti, non tengono effettivamente conto del periodo storico che stiamo vivendo.
Sì alla storia dell’arte ma non secondo lo schema classico di insegnamento
È innegabile che lo studio dell’arte, da quella figurativa alla musica, dalla letteratura alla poesia, rappresenti la possibilità degli esseri umani di congiungersi alle espressioni più alte della nostra storia; ma è anche vero che, in quest’epoca, immaginare che tale apprendimento possa avvenire secondo uno schema di insegnamento classico è piuttosto anacronistico.
È sempre più chiaro che il sistema d’istruzione dovrebbe rendere le giovani generazioni autonome, dal momento che gli adulti di oggi non potranno essere per loro una guida. Forse è una interpretazione sbagliata dell’“istruzione”, ma è quello che sta accadendo, e bisogna prenderne atto.
Le nuove opportunità per l’insegnamento della storia dell’arte
Guardando con lucidità e senza rammarico la trasformazione in fieri in ambito formativo, è anzi possibile identificare un’opportunità essenziale per avvicinare i giovani all’arte: corsi specifici in cui l’arte viene prodotta. Si potrebbero ideare semplici “corsi di consumo culturale attivo”, volti a analizzare le potenzialità espressive del contemporaneo, per fornire ai ragazzi degli strumenti di indagine conoscitiva da utilizzare per orientarsi tra le numerose modalità e tecnologie che, dalla tela al display, nel 2025 si usano per esprimersi. Come un corso che, illustrando i filtri di Instagram o le potenzialità del text-to-image (funzione dell’intelligenza artificiale che traduce un input testuale in un output di immagine), fornisca insegnamenti che coniugano estetica e tecnologia, in modo vivo e vivace; senza conferire a tali nozioni un carattere di studio tradizionale.

Insegnare l’arte per quello che è: la più viva espressione dell’essere umano
Quella che per molti di noi è stata per anni una noiosissima materia di studio, può ritornare nella vita delle nuove generazioni in una forma attiva. L’arte è espressione dell’essere umano. Si parte da qui. L’attribuzione del valore storico avviene successivamente.
Ritornando all’origine, un corso d’arte interattivo risponderebbe a numerose istanze contemporanee. Infatti, insegnare ai ragazzi ad utilizzare al meglio gli strumenti propri della loro quotidianità, li trasformerebbe da spettatori o discenti in utenti “attivi”, in grado di sviluppare anche un’essenziale capacità critica nei riguardi delle eterogenee espressioni della contemporaneità. In un corso di questo tipo, tutto ciò che è tecnica, rimando, studio, diventerebbe strumentale. Un mezzo per aiutare bambini e ragazzi a esprimersi e a riconoscere, tra le migliaia, i contenuti più validi per loro, identificando così anche le forme espressive consone alla loro indole. Si tratti di cucina, musica, digital art o disegno classico; o ancora: poesia, pittura, prosa o danza. Senza escludere meme o app.
Difendere lo studio della storia dell’arte rinnovando la didattica
È importante difendere l’arte e la sua storia contro una cultura sempre più ingegneristica ed informatica. Ma è anche importante comprenderne il motivo. E cogliere questa impasse come un’opportunità per mettere in discussione le modalità didattiche che sono state adottate sinora.
Per quanto un percorso formativo preveda anche dei sacrifici, forse non è del tutto sbagliato immaginare che possano essere volontari, dettati dalla passione. Come quelli che un ragazzino autodidatta sostiene per imparare a suonare uno strumento, o come il tempo che ragazzi e ragazze trascorrono a disegnare per proprio diletto.
Abbiamo dunque l’opportunità, e gli strumenti, per coniugare disciplina ed entusiasmo. Non sprechiamoli.
Stefano Monti
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L’articolo "L’arte si studia facendola. Corsi di consumo culturale attivo" è apparso per la prima volta su Artribune®.