Lascia l’auto al parcheggio gratuito, al suo ritorno lo ritrova a pagamento: multato
- Postato il 30 luglio 2025
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- Di Virgilio.it
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Era partito tranquillo per una settimana di ferie. Aveva lasciato l’auto regolarmente parcheggiata in un’area a sosta gratuita, in una zona che conosce bene. Al ritorno, ha trovato una multa. La strada era la stessa, ma le regole erano cambiate: al posto delle strisce bianche, ora c’erano quelle blu. È successo a M.B., 37 anni, infermiere di Fano. Una disavventura che apre interrogativi non tanto sul Codice della Strada, quanto sulla sua applicazione pratica.
Il cambio della segnaletica e la beffa
Il fatto risale ai giorni compresi tra il 7 e il 14 luglio. “Abbiamo parcheggiato prima di partire e, al ritorno, abbiamo ritrovato l’auto nello stesso punto, ma con le strisce blu – racconta M.B. – I nuovi cartelli erano stati posizionati il 12 luglio, mentre noi eravamo già fuori città”. Il cambio della segnaletica, infatti, è avvenuto durante la sua assenza, e l’auto è rimasta ferma per tutto il periodo.
Alla notifica della sanzione, M.B. ha deciso di presentare una contestazione. A supporto della sua versione, ha allegato i biglietti del treno e dell’aereo – sia per l’andata che per il ritorno – e perfino una testimonianza scritta di un residente della zona, che confermava la presenza ininterrotta del veicolo fin dal giorno della partenza.
“Non mi sarei mai aspettato una risposta del genere – prosegue –. Ci ha richiamato direttamente il vigile che aveva redatto la multa e ci ha detto che, secondo lui, le prove non erano ‘schiaccianti’. Ha perfino messo in discussione la testimonianza del vicino, sostenendo che fosse sicuramente un mio amico”.
Non resta che una strada
A quel punto, M.B. si è trovato davanti a un bivio: insistere con la procedura di contestazione, rischiando di dover pagare l’importo pieno, oppure saldare entro cinque giorni per usufruire dello sconto previsto. Ha scelto la seconda opzione, ma resta la frustrazione. “Ho sempre rispettato le regole – sottolinea – e non mi sognerei mai di contestare un verbale senza motivo. Ma in questo caso non c’è stata la volontà di ascoltare”.
Quella che per l’amministrazione è una procedura ordinaria – l’introduzione o l’estensione della sosta a pagamento – per i cittadini può trasformarsi in un cortocircuito. Quando il cambiamento avviene senza un preavviso sufficiente, o mentre i veicoli sono fermi da giorni, è lecito domandarsi dove finisca la responsabilità dell’utente e dove cominci quella dell’ente.
La normativa in materia prevede che la sosta sia regolata dalla segnaletica presente sul posto, ma non contempla casi limite come quello di M.B., dove la sanzione non punisce un comportamento scorretto, bensì una coincidenza temporale. E se la legge lascia poco spazio all’interpretazione, resta il principio – non scritto, ma essenziale – del buon senso.
La multa pagata, ma resta il dispiacere
Intanto, la sanzione resta. E quella che doveva essere una vacanza si è chiusa con l’amaro in bocca. “Ho pagato la multa – conclude M.B. – ma mi sento preso in giro. Più che una violazione, ho la sensazione di aver pagato per non aver potuto difendermi”. Una vicenda piccola, forse, ma emblematica. Perché dietro una multa apparentemente banale si nasconde un interrogativo più grande: quando il rigore formale prevale sulla ragionevolezza, chi tutela davvero il cittadino? Intanto, archiviamo un altro caso paradossale accaduto sulle calde strade italiane.