“L’assedio di Gaza deve finire”: la Global Sumud Flotilla pronta a salpare. Decine di barche da tutta l’Ue verso la Striscia
- Postato il 26 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Decine di navi sono pronte a salpare per provare a rompere l’assedio israeliano nella striscia di Gaza. Partiranno il 31 agosto da Genova e il 4 settembre dalla Sicilia. E si uniranno a quelle in partenza dalla Tunisia e da Barcellona. L’hanno ribatezzata Global Sumud Flotilla, flotta della resilienza globale. A bordo ci saranno attiviste e attivisti provenienti da 44 paesi in tutto il mondo. Operatrici umanitarie, medici, artisti, religiosi avvocati, professionisti del mare. “Sebbene apparteniamo a nazioni, fedi e convinzioni politiche diverse, siamo uniti da un’unica verità: l’assedio e il genocidio devono finire – scrive in una nota la Global Sumud Flotilla – siamo indipendenti, internazionali e non affiliati ad alcun governo o partito politico. La nostra fedeltà è alla giustizia, alla libertà e alla sacralità della vita umana”. Le richieste sono quattro: “Stop all’assedio, stop al genocidio, stop alla fame usata come arma e stop alla disumanizzazione”.
Si tratta della più grande missione civile marittima nonviolenta che sia stata mai organizzata per supportare Gaza. Un’iniziativa che affonda le sue radici nel passato. Nel 2008 due barche del Free Gaza Movement riuscirono a sbarcare nella Striscia. Tra i membri dell’equipaggio c’era anche Vittorio Arrigoni. Due anni dopo andò peggio. Le barche della Freedom Flotilla vennero assaltate dalla Marina israeliane con nove vittime tra gli attivisti. Fino ad arrivare a quest’estate quando i tentativi di raggiungere via barca Gaza sono terminati prima con un attacco di droni al largo delle acque maltesi e poi con l’arresto degli attivisti da parte della flotta militare israeliana in acque internazionali.
Questa volta però i numeri saranno molto più grandi rispetto al passato. “Ci sono dei rischi. Ma il pericolo maggiore sta nel permettere a Israele e ai suoi alleati di compiere un genocidio impunemente – scrive in un comunicato la Global Sumud Flotilla –Israele ha una lunga storia documentata di uso della forza contro le flotte umanitarie. Tuttavia i rischi che corriamo sono minimi rispetto a quelli che i palestinesi affrontano ogni giorno: fame, deportazioni e bombardamenti. Queste imbarcazioni non trasportano solo aiuti, ma anche un messaggio: l’assedio deve finire”.
La flotta dunque si prepara a partire puntando sul fatto che la propria azione sia “legale secondo il diritto internazionale. Il blocco di Gaza da parte dell’occupazione israeliana costituisce una punizione collettiva, una violazione della Convenzione di Ginevra. Le imbarcazioni civili che trasportano aiuti umanitari o che partecipano a proteste pacifiche in acque internazionali sono protette dal diritto marittimo”.
Tra loro ci saranno decine di attiviste e attivisti italiani. “Questo è un movimento dal basso, l’idea nasce da donne e uomini della società civile che hanno deciso di riempire un vuoto istituzionale, un vuoto di umanità – racconta Maria Elena Delia, membro del Consiglio Direttivo della Global Sumud Flotilla e Coordinatrice italiana del Global Movement to Gaza – consapevoli che si tratta soltanto di una goccia in un oceano di bisogni, questo atto dimostra l’insofferenza e la determinazione di chi non accetta la paralisi del sistema internazionale e la complicità del nostro governo ed è pronto a intervenire per spezzare l’assedio e gettare una luce sui crimini di Israele”. La flotta ha raccolto nelle scorse settimane il sostegno da parte di diversi esponenti del mondo artistico italiano. E da oggi fino a venerdì 29 agosto, a Genova, il Global Movement to Gaza, con Music for Peace e il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (CALP) hanno indetto una mobilitazione generale per la raccolta di 45 tonnellate di generi alimentari in 5 giorni, da caricare sulle barche in partenza per Gaza sabato 30 agosto, in una cerimonia aperta all’intera cittadinanza.
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