Le anomalie sulla morte del re degli assalti al bancomat: l’urna “lampadario” e la carta d’identità scomparsa

  • Postato il 25 aprile 2025
  • Cronaca Nera
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Ufficialmente il re degli assalti ai bancomat è morto suicida e si sono perfino svolti i suoi funerali. Ma sulla vera fine di Giuseppe Molinelli, detto il “nano”, deceduto a 44 anni in Spagna togliendosi la vita aleggiano diverse perplessità.

Le ha messe nero su bianco anche il parroco che ha celebrato le sue esequie e dubbi nutrono anche i carabinieri di Milano che avrebbero dovuto eseguire la sua cattura quando la Cassazione ha messo la parola fine sulla sua vicenda giudiziaria, nata da un blitz contro la banda dei “bancomattari” che tra il 2017 e il 2019 ha assaltato e svuotato ben 73 sportelli Atm in Lombardia, Lazio, Emilia, Piemonte portandosi a casa un bottino da 3,5 milioni di euro.

Sulla morte di Molinelli restano tanti punti oscuri, iniziati quando la sezione Catturandi si è messa sulle sue tracce dopo la sentenza definitiva. Il “nano”, già durante il processo, si era trasferito in Spagna, a Benidrom, lungo la Costa Blanca, dove aveva aperto una pizzeria. Era stato catturato lì anche ai tempi dell’operazione che aveva fermato la banda che agiva con le “marmotte”, gli ordigni esplosivi in grado di far saltare i bancomat permettendo ai malviventi di fuggire con la cassaforte.

Si era iscritto all’Aire nel 2023, regolarmente residente a Benidorm. Ma i carabinieri di Granarolo spiegano ai colleghi della Catturandi che Molinelli è deceduto e si sono anche tenuti i suoi funerali in una chiesa di Viadagola, frazione del comune emiliano. Ma agli atti del Comune non c’è alcuna certificazione della morte, che sarebbe avvenuta il 13 giugno 2024, una decina di giorni prima delle esequie. Così i carabinieri ascoltano il parroco e anche lui conferma le “anomalie”.

Due, in particolare: l’urna con le ceneri era simile a un “manufatto”, una specie di “lampadario”, racconta Il Giorno. E che a portarlo in chiesa non fu una ditta di pompe funebri ma una sedicente “zia” di Molinelli che sarebbe poi ripartita a bordo di un’auto con l’urna. Nessuno sa nemmeno dove il “nano” sarebbe seppellito: non ce n’è traccia né nei cimiteri italiani né in Spagna.

Solo sei mesi dopo il decesso, verso la fine del 2024, il Consolato generale d’Italia di Barcellona avrebbe poi trasmesso il fascicolo sulla morte di Molinelli con la richiesta di trascrivere l’atto di morte nel registro di stato civile di Granarolo. Alla fine, il certificato riporterà come data il 15 gennaio 2025. Oltre sei mesi dopo quella che dovrebbe essere la data del suo decesso. E su questa vicenda resta anche un altro piccolo mistero: un paio di mesi prima di morire, il “nano” aveva rinnovato la sua carta d’identità. Un documento mai ritrovato.

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