Uno dei modi più facili e diffusi per proteggere un ambiente naturale è trasformarlo in un'area protetta. Può sembrare una banalità (se impedisci all'uomo di mettere mano a un ecosistema, questo sta meglio), al punto che spesso si pensa che basti proteggere un'area per salvarla, ma la situazione, come spiega bene uno studio pubblicato su Current Biology, è infinitamente più complicata: lo stato delle aree circostanti a quelle protette è altrettanto importante, e se le si sfrutta troppo, i vantaggi della protezione svaniscono.. L'importanza del vicinato. Lo studio della North Carolina State University è stato condotto in Cina, dove il team, grazie all'uso di fototrappole, ha analizzato la situazione in centinaia di aree protette sparse per il Paese. La prima e più importante conclusione di questa analisi è tutt'altro che positiva: dove le aree protette sono circondate da aree troppo popolate, la protezione non è sufficiente: l'ecosistema va comunque incontro a una perdita di biodiversità.
Questa perdita comincia di solito con i grandi predatori. Lo studio si sofferma in particolare sulle tigri, che hanno bisogno di un territorio molto ampio per prosperare: non basta quindi proteggere una piccola area per aiutarle. Il problema, infatti, è tutto quello che ci sta intorno, e il concetto di "matrice": si tratta di tutte quelle aree di passaggio tra una zona protetta e l'altra, e che i grandi carnivori come le tigri usano per coprire grandi distanze.. Non aree, ma reti. Lo studio spiega che le matrici sono importanti quanto le aree protette stesse: quando sono troppo densamente popolate, oppure deforestate, le tigri e gli altri predatori apicali fanno fatica a usarle per muoversi, e rimangono quindi confinate in un territorio limitato. Il team ha scoperto che i grandi predatori sono scomparsi dall'84% delle aree monitorate, con una correlazione evidente tra la loro assenza e il grado di sviluppo urbano delle aree circostanti.
Ovviamente, la sparizione dei grandi predatori dalle aree protette provoca a cascata una serie di conseguenze sull'intero ecosistema. Per questo, lo studio mette in guardia contro il considerare la semplice protezione una soluzione definitiva: bisognerebbe cominciare a rivedere il nostro approccio alla conservazione e creare vere e proprie reti di aree protette, connesse tra loro e nelle quali, magari, reintrodurre specie predatrici ormai scomparse, per dare il via alla rigenerazione dell'intero ecosistema..