Le armi della psichiatria di precisione

  • Postato il 14 novembre 2025
  • Di Focus.it
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Che cosa accade nel cervello quando si soffre di psicosi o di un disturbo dell'umore come la depressione? A questa domanda cercano di rispondere i ricercatori del sotto-progetto (Spoke 5) dedicato alla psicofarmacologia e guidato da Luigi Grassi, dell'Università di Ferrara. Il loro lavoro punta a individuare "biomarcatori" per diagnosi più rapide e nuovi bersagli per i farmaci. Una strategia promettente è il "riposizionamento", cioè l'uso di medicinali già noti per altri scopi: un approccio che permette di sviluppare nuove cure in tempi ridotti e con costi molto bassi. L'obiettivo è una psichiatria di precisione personalizzata, dalla diagnosi alla terapia. «Stiamo per esempio studiando l'evoluzione dei disturbi psicotici e dell'umore a esordio giovanile», spiega Grassi. «Il decorso cambia molto a seconda di tante variabili, dall'uso di sostanze agli eventi stressanti della vita: integrando i dati biologici e clinici e monitorandoli nel tempo possiamo capire meglio come evolverà la malattia». I ricercatori hanno scoperto un deficit nella "codifica predittiva" in disturbi come la schizofrenia. Di cosa si tratta? È la fondamentale capacità del nostro cervello di prevedere ciò che sta per accadere, basandosi sulle esperienze passate. Questa sorta di "pilota automatico" mentale ci tiene pronti a reagire. Una sua disfunzione è legata alla gravità dei sintomi e potrebbe diventare una chiave per diagnosi migliori e terapie su misura, «tenendo conto anche della genetica», osserva Grassi. «Le differenze in geni coinvolti nel metabolismo di farmaci antidepressivi, per esempio, possono avere un ruolo nel ridurne l'efficacia o favorire la comparsa di effetti collaterali: riuscire a capire con un test genetico chi potrà rispondere meglio alle cure significherà renderle molto più efficaci»..
Autore
Focus.it

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