Le democrazie “popolari” nel mondo: il verbo di Xi e il caso Italia

  • Postato il 7 settembre 2025
  • Politica
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Le democrazie “popolari” nel mondo: il verbo di Xi e il caso Italia.

Il rapporto tra i livelli di consumo nei vari paesi e la convinzione che il proprio modello di sviluppo sia il migliore e consenta il maggior benessere, ha sempre avuto  una notevole importanza politica e ideologica.

Il confronto tra statalismo e liberismo del secondo dopoguerra è stato vinto dall’occidente. Da qualche anno è comparso sulla scena un nuovo protagonista la Cina, un paese guidato da un partito unico come ai tempi dell’Urss, ma che sfida l’Occidente sul suo campo: il mercato globale, applicando alla lettera le regole dell’economia classica.

Nel febbraio del 2021, Xi Jinping aveva tenuto un discorso di cui riporto i punti salienti.

A proposito del ruolo essenziale della classi medie: “Abbiamo lavorato per sviluppare costantemente le dimensioni dei gruppi a reddito medio e per ottenere un’occupazione di qualità superiore”.

Ciò significa che il corrispettivo del lavoro dipende dalla “produttività”, cioè dalla capacità di essere più bravi degli altri. Va in cantina la teoria dell’appiattimento dei salari predicata dai sindacati. Adam Smith vince alla grande su Karl Marx.

Si ammette così che all’interno della scala sociale, esistono minoranze “creative” il cui primato è indispensabile al benessere di tutte le altre categorie produttive. Quella cinese è una società meritocratica senza se e senza ma.

Significa che lo Stato deve fare di tutto per impedire che i migliori apparati produttivi, i migliori scienziati e ricercatori, i migliori medici, restino in patria.

Xi e Mao

Le democrazie “popolari” nel mondo: il verbo di Xi e il caso Italia, il libretto rosso di Mao
Le democrazie “popolari” nel mondo: il verbo di Xi e il caso Italia- Blitzquotidiano.it (nella foto il Libretto rosso di Mao)

A proposito dell’educazione e della famiglia: “Abbiamo chiarito che il compito fondamentale dell’educazione è promuovere la virtù e nutrire una nuova generazione di giovani capaci con le basi morali, l’abilità intellettuale, il vigore fisico, la sensibilità estetica e le capacità lavorative necessarie per unirsi e portare avanti la causa socialista. Abbiamo promosso un’istruzione equa e di qualità superiore. Abbiamo dato maggiore peso al rafforzamento dei legami familiari, dei valori e delle tradizioni e ci siamo adoperati per proteggere meglio i diritti e gli interessi delle donne e dei bambini”. Sembra di sentire i proclami del Duce a Piazza Venezia.

Ciò significa esaltare la gratitudine “generazionale” che si deve ai genitori e ai docenti.

A proposito della politica della casa:

“Aderendo al principio che l’alloggio è per vivere e non per speculare, ci siamo mossi per costruire un sistema abitativo con più tipi di fornitori e canali di supporto che incoraggi sia l’affitto che l’acquisto, e maggiori investimenti nella costruzione di alloggi sovvenzionati dal Governo. Di conseguenza, il miracolo della stabilità sociale a lungo termine della Cina è continuato”.

Ciò significa costruire case più o meno costose a seconda della scala sociale dei destinatari. SIgnifica che se un imprenditore edifica una casa di “cartone” va a zappare la terra e che non ci si può arricchire a spese delle classi disagiate.

Significa costruire grattaceli in sei mesi e ottenere una licenza edilizia in tre.

Assicurazione medica per un miliardo di cittadini

A proposito della sanità: “La Cina ha istituito il più grande sistema di sicurezza sociale del mondo, con 1.02 miliardi di persone coperte da un’assicurazione medica. In risposta all’invecchiamento della popolazione, abbiamo accelerato lo sviluppo dei servizi di assistenza agli anziani”.

Ciò significa che anche la Cina non è in grado di realizzare una sanità interamente a carico dello Stato, che esistono classi sociali in grado di pagarsi un’assicurazione che sono curate meglio di altre che ricorrono alla medicina statale o alternativa.

Significa che non è possibile demonizzare i medici che cercano lavori privati.

Putin, per mantenere la macchina bellica e le “flatulenze” cibernetiche antieuropee, ha disinvestito nei settori della sanità e dell’istruzione. Oggi, il sistema sanitario si basa su un modello assicurativo. Tuttavia, la qualità e la disponibilità dei servizi variano notevolmente fra le diverse regioni, con alcune aree in grado di fornire servizi eccellenti mentre altre lottano per offrire il minimo indispensabile. La Russia non dispone di grandi centri di produzione farmaceutica e le sanzioni economiche per l’invasione ucraina si fanno dolosamente sentire sulla popolazione.

Una delle ragioni dell’immigrazione in Europa è l’attrazione per il tipo di sanità a tutto campo che non esiste nel resto del mondo, neppure negli Usa.

Teniamoceli stretti i nostri operatori sanitari e riconsideriamo semmai il ruolo delle Regioni che si stanno dimostrando enti inadeguati e parassitari.

A proposito delle burocrazie: “Aderendo al principio di andare al passo con i tempi, abbiamo smantellato risolutamente le barriere istituzionali”.

Invece di dare a Draghi il compito di individuare le debolezze del sistema politico europeo, bastava sentire le parole del presidente cinese.

Con le armi di un popolo motivato da questi valori, la Cina invia una marea di propri cittadini in Europa e specialmente in Italia dove, inizialmente, abitano una stanza in cinque persone e subito dopo si comprano il quartiere. Fanno fuori intere categorie artigianali e ci inondano di merci a basso costo facendo dumping.

Nel frattempo noi importiamo mano d’opera senza qualità, ma non riusciamo a coprire le figure tecniche necessarie alla nostra economia.

Ma se il Dragone è entrato in campo da protagonista in campo economico, cosa possiamo dire sul piano dei principi democratici e sui diritti umani?

Uno sgardo finale all’Italia. Il popolo sovrano italiano è sempre stato condizionato da qualche catena di reti televisive o di giornali. I processi di delegittimazione della classe politica sono iniziati con le barzellette di un comico e sono proseguiti con l’arresto di qualche leader fino a divenire un inarrestabile meccanismo di colpevolizzazione che non v’è più bisogno di provare in sede giudiziaria.

I partiti non hanno più valori unificanti, ma si occupanp degli interessi particolari dei portatori di voti. L’Italia è l’unico paese Europeo e, a quanto ne so, del mondo, che prevede da dieci a quindici anni di reclusione per il reato di voto di scambio.

Le opposizioni che denunciano la Meloni per il modesto gettito fiscale, ignorano l’esistenza di categorie sociali, sempre più numerose, che le tasse non le pagano perché si rendono “impossidenti”. Il fenomeno risale negli anni.  Solo gli sprovveduti non si rendono conto che i condoni tributari sono concepiti a favore dello Stato che cerca di raggranellare entrate che diversamente andrebbero perdute.

Il degrado delle abitazioni di proprietà pubblica concesse a fitti simbolici, dipende dal fatto che i conduttori non pagano neppure le ordinarie spese condominiali. Il loro slogan vincente è “fatemi causa, ne riparleremo tra qualche anno”.

Il problema di più difficile soluzione nella nostra democrazia dei “consumi” è quello di continuare a permettere il turismo di massa cioè il godimento illimitato dei beni collettivi, impedendo al tempo stesso la distruzione del paesaggio (la perdita degli immensi tesori che ci hanno trasmesso i nostri padri).

Il fatto che il governo italiano sia il più stabile in Europa, la dice lunga sul livello democratico dei “popoli” nel vecchio continente.

 

I regimi più “oppressivi”, lo sanno anche i lettori della storia a fumetti che circola nei partiti naif italiani, sono sempre stati quelli delle democrazie “popolari”.

In realtà, il “popolo” rappresenta un’entità indifesa che si sottomette alle minoranze che dispongono della forza.

Lenin predicava il principio del partito unico che guida le masse, ma non tenne il potere grazie all’ideologia comunista bensì attraverso il controllo della polizia segreta e dell’esercito.

È stata la forza militare di Mao che ha imposto il modello del partito unico che governa tuttora la Cina. Ed è questo modello a consentire al Dragone di tenere in scacco l’intero occidente, che, a sua volta, pensa di essere l’unico depositario della “democrazia popolare”.

Non è stato il fattore religioso a mandare al governo dell’Iran una casta sacerdotale, bensì i pasdaran e la polizia morale che schiavizzano il popolo.

Un paese non è “democratico” per il solo fatto che ci sono più gruppi in competizione tra loro. Le scelte fondamentali che hanno portato l’America sull’orlo di una depressione economica e sociale, le hanno fatte le minoranze che continuano a guidare il popolo americano che nessuno ha mai difeso rispetto alla finanza speculativa in mano a un pugno di operatori.

In Italia il consenso elettorale “popolare” lo puoi ottenere barando, come avviene con il reddito di cittadinanza e quota cento o con i sussidi a pioggia a favore di singole categorie produttive, trasferendo sulle generazioni future il costo di quelle attuali.

E’ stata la bomba atomica americana a sottomettere i giapponesi e non i milioni di cinesi destinati alla fanteria.

È la politica dei dazi di Trump a riavvicinare Cina e India al vertice di Tianjin, dove si afferma che i due paesi più popolosi al mondo “sono partner di cooperazione, non rivali” e che “il vertice Sco rafforzerà l’unità del Sud globale”.

L’allontanamento dell’India dall’Occidente è un episodio schizofrenico. Trump mette i dazi al 50% sulle esportazioni indiane in America per il fatto che l’India acquista greggio russo.

Tuttavia, Trump riabilita Putin considerandolo un player indispensabile per la pace nel mondo e riducendo l’Europa ad un ruolo di comparsa per il solo fatto di non essere dotata di armi letali.

 

Nel frattempo l’India mette al primo posto del bilancio pubblico gli armamenti: il missile Agni-5 a corto e medio raggio verrà prodotto in serie per rafforzare il Paese contro il Pakistan e la Cina.

Il fatto è che, al di sopra di ogni considerazione di tipo ideologico o religioso, esistono principi economici e sociali che stanno alla base del progresso di tutte le nazioni: chi non li rispetta perde la competizione globale.

 

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