Le domande di iscrizione a Infermieristica sono meno dei posti disponibili. “E con la riforma Bernini siamo la panchina di riserva di Medicina”
- Postato il 10 settembre 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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In un Paese in cui cresce sempre di più la domanda di assistenza, provocata dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle malattie croniche, la figura professionale dell’infermiere dovrebbe essere ben valorizzata. Invece le retribuzioni inadeguate, i carichi di lavoro eccessivi, le poche possibilità di carriera e lo scarso riconoscimento sociale l’hanno progressivamente indebolita. In Italia, ne mancano più di 65mila – anche se secondo i sindacati di categoria la carenza è molto maggiore – e nei prossimi anni questa drammatica penuria di personale peggiorerà, visto che sempre meno giovani scelgono di intraprendere questa professione: quest’anno, ai test di ammissione ai corsi di laurea in Infermieristica, il numero complessivo di domande non coprirà il numero di posti messi a bando. I questionari di ingresso si sono svolti l’8 settembre in 41 atenei pubblici, in tutto il Paese. I posti disponibili sono 20.699. Le domande di ammissione solo 19mila. Ma il numero di iscritti può ingannare, perché l’esperienza degli scorsi anni insegna che non tutti i candidati che si presentano ai test risultano poi iscritti a Infermieristica alla fine del primo anno di corso. Quindi, la differenza tra posti messi a bando e professionisti sarà ancora più ampia. E resta ancora da capire quale sarà la ricaduta sul corso di laurea in Infermieristica delle novità introdotte dalla riforma del test d’ingresso a Medicina.
Negli anni, la disponibilità di posti è progressivamente aumentata. Un crescita chiesta con forza dai territori e dallo stesso Ordine professionale, ma che non è andata di pari passo con un analogo aumento di iscrizioni. È la stessa Fnopi, la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche, a diffondere questi dati: i posti messi a bando sono passati dai 10.614 del 2001 ai 20.699 di quest’anno, di cui 290 di Infermieristica pediatrica. Al contrario, il numero delle domande non ha avuto una progressione costante. Vero è che questo anno accademico 2025/26 segna l’inizio di una nuova era per quanto riguarda le lauree sanitarie, dopo l’introduzione – molto criticata da studenti e associazioni di categoria – del “semestre filtro” a Medicina, voluto dalla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini. Con la riforma dell’accesso a Medicina, tra qualche mese per la prima volta si riverserà su Infermieristica una quota significativa delle migliaia di studenti che rimarranno fuori dalla graduatoria a metà anno, dopo aver sostenuto gli esami di sbarramento. I posti disponibili a Medicina, infatti, sono 24mila. E il 20,4% dei 54mila aspiranti camici bianchi ha indicato Infermieristica come prima scelta tra i corsi “di ripiego“.
Il calo di iscrizioni, specifica la Fnopi, “accade nel contesto di un calo demografico che ormai impatta sul numero complessivo di studenti universitari e che ci preoccupa non poco per la tenuta futura del sistema sanitario“. Attualmente in Italia circa due diplomati su tre decidono di proseguire il proprio percorso formativo con l’università: un dato lontano dai livelli registrati all’inizio degli anni Duemila, quando la percentuale si attestava al 75%. E poi c’è il tema del costo della vita: i cali maggiori nelle iscrizioni si riscontrano nelle aree metropolitane dove carovita e caroaffitti rendono più difficile la presenza dei fuori sede. Nonostante questo, il numero complessivo di laureati in Infermieristica cresce costantemente: se nel 2004 erano stati 8.866, a distanza di vent’anni, nel 2024, sono saliti a quota 11.404 (+28,6%), con una previsione di 14.500 nel 2027. Numeri comunque insufficienti a colmare il turnover con gli infermieri che ogni anno vanno in pensione, dato stimato attorno alle 25mila unità, o che lasciano il nostro Paese alla ricerca di condizioni lavorative migliori.
“I recenti dati negativi sulle iscrizioni a infermieristica non ci sorprendono, ma rappresentano piuttosto il drammatico tradursi in realtà di anni di denunce e di appelli inascoltati”, dichiara Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up. “Dal 2010 al 2024 – prosegue – le iscrizioni ai corsi di Infermieristica sono crollate del 52%. Siamo passati da 46.281 domande a poco più di 21.250″. De Palma commenta anche la riforma del test di ingresso a Medicina: “Forse la nostra professione si è ridotta ad essere una panchina di riserva di Medicina, quando dovrebbe essere il cuore pulsante del Servizio sanitario nazionale? È questo il futuro che vogliamo per i nostri giovani? Le prospettive occupazionali degli infermieri restano tra le migliori in Italia, con un tasso di occupazione a un anno dalla laurea che arriva all’85%. Ma proprio questa domanda elevata dovrebbe spingere a potenziare l’offerta formativa, non a ridurla. Invece la sanità italiana imbarca acqua da tutte le parti, e chi dovrebbe governarla resta fermo a guardare con le mani in tasca. La professione infermieristica è tristemente diventata il tappeto sotto cui si nascondono tutte le polveri della cattiva politica sanitaria”, prosegue. E conclude: “Se non ci sarà un cambio di passo, i giovani continueranno ad allontanarsi da una professione che, come rivelano le nostre indagini più recenti, perfino genitori, fratelli e amici sconsigliano. Una professione che sempre più infermieri, seppur profondamente innamorati, se potessero tornare indietro, certo non sceglierebbero più”.
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