Le famiglie degli ostaggi contro il piano di Netanyahu. “Il governo sceglie i territori, non i nostri cari”
- Postato il 5 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Ancora una volta contro le decisioni del governo di Netanyahu, che continua a prediligere l’obiettivo della vittoria e della conquista dei territori a quello del ritorno a casa degli ostaggi. Il Forum delle famiglie denuncia il nuovo piano approvato dal gabinetto di sicurezza israeliano, perché mette a rischio le vite dei loro famigliari rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023. Durante una riunione di una commissione della Knesset oggi Einav Zangauker, il cui figlio Matan è tenuto in ostaggio, ha invitato i soldati a “non presentarsi in servizio come riservisti per motivi morali ed etici”. Secondo quanto riportato da Channel 13, in una discussione sulla sicurezza tenutasi nei giorni scorsi, il capo di Stato maggiore israeliano Eyal Zamir ha avvertito i ministri del governo Netanyahu che con il piano di intensificazione dell’offensiva a Gaza – che prevede di conquistare l’intera Striscia e rimanere nell’enclave palestinese per un periodo di tempo non specificato – Israele rischia di perdere gli ostaggi.
Il piano, secondo quanto è filtrato, punta anche a impedire a Hamas di distribuire aiuti umanitari, che secondo Israele rafforzano il controllo del gruppo a Gaza, e di compiere potenti attacchi contro obiettivi di Hamas. Sempre secondo le fonti, Israele è in contatto con diversi Paesi in merito al piano del presidente Donald Trump di conquistare Gaza e ricollocare la sua popolazione, nell’ambito di quella che Israele ha definito “emigrazione volontaria”, ma che ha suscitato condanne da parte degli alleati di Israele in Europa e nel mondo arabo. Uno dei funzionari ha affermato che il piano sarà attuato gradualmente. Secondo le autorità israeliane, il piano avrebbe lo scopo di aiutare lo Stato ebraico a raggiungere i suoi obiettivi di guerra, ovvero sconfiggere Hamas e liberare gli ostaggi detenuti a Gaza. Spingerebbe anche centinaia di migliaia di palestinesi verso il sud di Gaza, il che rischierebbe di aggravare una crisi umanitaria già disastrosa. Israele al momento controlla circa il 50% della Striscia. A metà marzo è fallito il cessate il fuoco e sono ripresi attacchi feroci di Israele sulla Striscia; prima della fine della tregua, Israele ha interrotto tutti gli aiuti umanitari a Gaza, compresi cibo, carburante e acqua, scatenando quella che si ritiene essere la peggiore crisi umanitaria in quasi 19 mesi di guerra.
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