LE NOTIZIE DAL MONDO, da Putin che mette in guardia dall’uccisione di Khamenei ai militanti chavisti che manifestano il sostegno all’Iran

  • Postato il 20 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Tra le notizie che arrivano dal mondo si viaggia dal Sud America alla Russia. Come ogni giorno, vediamo gli aggiornamenti nel dettaglio.

Partiamo dalla Russia, che mette in guardia da un potenziale assassinio della Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei. La morte dell’ayatollah “aprirebbe il vaso di Pandora”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista a Sky News. Il Paese degli zar reagirebbe “molto negativamente” se Khamenei venisse ucciso, ha sottolineato Peskov. “La situazione è estremamente tesa e pericolosa non solo per la regione, ma a livello globale”, ha aggiunto il portavoce, come riporta oggi Sky News sul suo sito web.

Da Israele, il ministro della Difesa, Israel Katz, ha messo in guardia il gruppo libanese Hezbollah contro un suo coinvolgimento nella guerra con l’Iran, dopo che l’alleato della Repubblica Islamica ha dichiarato che avrebbe agito “come meglio crede”. “Suggerisco al rappresentante libanese di essere cauto e di comprendere che Israele ha perso la pazienza con i terroristi che lo minacciano”, ha dichiarato Katz in una nota, aggiungendo che “se c’è terrorismo, non ci sarà più Hezbollah”.

Dall’altra parte del mondo, i militanti del chavismo, i dirigenti del governativo Partito socialista unito del Venezuela (Psuv) e i diplomatici hanno marciato a Caracas a sostegno di Iran e Palestina e contro Israele e Stati Uniti. L’ambasciatore dell’Iran in Venezuela, Alí Chegni, ha ringraziato il sostegno del governo di Nicolás Maduro, offrendo tutto il supporto del suo Paese contro quelle che ha definito aggressioni e costanti minacce degli Stati Uniti contro il chavismo.

Sono almeno due persone sono morte nel sud del Messico in seguito al passaggio dell’uragano Erick, che si è indebolito nelle ultime ore dopo aver causato ingenti danni lungo la costa. Il governo dello Stato di Oaxaca, dove l’uragano ha toccato terra all’alba, ha confermato che un uomo è rimasto folgorato da cavi ad alta tensione nel comune di San Pedro Pochutla, mentre partecipava alle operazioni di pulizia. Nel vicino Stato di Guerrero, la Protezione civile ha annunciato la morte di un bambino, travolto da un ruscello quando la madre, che lo portava in braccio, ha cercato di attraversarlo.

Concludiamo con la Bolivia, dove César Siles, ministro della Giustizia sino a lunedì scorso quando si è dimesso “per tutelare” il suo “onore a causa di accuse infondate” contro di lui, è stato arrestato dopo essersi presentato volontariamente nella sede della polizia di La Paz. Poche ore prima era stato emesso un ordine di cattura nei suoi confronti. Siles è implicato nel cosiddetto caso Consorzio, deflagrato questa settimana a causa di un audio in cui lo si sente (lui ha denunciato una manipolazione) offrire protezione a un giudice di Coroico, piccola cittadina vicina a La Paz, in cambio di una sentenza destinata a destituire una magistrata del Tribunale supremo di giustizia.

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Blitz

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