Le porte dell’inferno: dal Lago d’Averno alle grotte del Belize

Ci sono luoghi particolarmente suggestivi, che solo a vederli regalano la sensazione di farci immergere in un posto dove la fantasia e la realtà sembrano sfumare e perdere i loro contorni nitidi. Possono suscitare emozioni diverse: dalla paura, alla meraviglia, dalla bellezza, all’adrenalina, oppure tutte queste insieme. Ma una cosa è certa: non lasciano indifferenti. E rientrano in questa categoria così speciale proprio i posti che sembrano aver ispirato le porte dell’inferno, si trovano in diversi luoghi del mondo e regalano la sensazione di entrare in un’altra dimensione: esoterica e diabolica, grazie a fumi, colori intensi e fiamme. Ma anche a storie antiche, leggende, miti, poemi, che rivivono negli occhi di chi oggi li raggiunge e li osserva con meraviglia.

E così un viaggio intorno al globo – alla scoperta di quei posti che si dice siano il punto preciso per entrare all’inferno – diventa l’occasione per vedere ( o rivedere) luoghi meravigliosi che portano in Italia, in Grecia, oppure in Islanda e in Giappone, fino a raggiungere il continente americano. Tutte la tappa da segnare per una vacanza diversa dal solito, ma intrisa di fascino, meraviglia e mistero, alla scoperta dei luoghi che ospitano le porte dell’inferno.

Italia: i due luoghi in Campania

Il nostro viaggio alla scoperta dei luoghi che si dice siano porte d’accesso per l’inferno non può che iniziare dall’Italia: è qui, in questa meravigliosa penisola che si srotola nel mar Mediterraneo e ricca di luoghi suggestivi, che si trova il Lago d’Averno. È in Campania, nei pressi di Pozzuoli ed è di origine vulcanica. La mitologia narra che si tratti di uno dei luoghi da cui si può accedere all’inferno, basti pensare che è stato lo stesso Virgilio a identificarlo come tale nel sesto libro dell’Eneide. Tra l’altro è interessante da raggiungere, perché nei suoi pressi si possono trovare resti del passato tutti da scoprire, come il Tempio d’Apollo: sala di un antico complesso termale visitabile quando vi sono aperture straordinarie.

Ma non solo: restiamo infatti nella medesima area della regione Campania e raggiungiamo poco distante l’antro della Sibilla Cumana che si trova in quella stessa area dove un tempo sorgeva l’antica città di Cuma, oggi suggestiva area archeologica. Si dice che fosse proprio qui che la Sibilla, sacerdotessa di Apollo, lavorasse. Anche questo luogo viene citato nell’Eneide di Virgilio come antro.

L’antro della Sibilla Cumana porta inferno
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L’antro della Sibilla Cumana: una porta dell’inferno

Roma, il luogo da scovare nei Fori Imperiali

Anche la Città Eterna, Roma, nasconderebbe tra le sue meravigliose e antiche rovine, uno degli ingressi per l’Ade. Una delle porte dell’inferno, infatti, pare possa trovarsi proprio in una delle zone più celebri della Capitale. Stiamo parlando dei Fori Imperiali dove si trova il Lacus Curtius. Livio racconta che qui, nel 362 a.C., si era aperta una voragine, ma che all’epoca nessun tentativo era riuscito a riempirla, se non gettandovi la cosa più preziosa per i romani, ovvero il coraggio. Nel buco – infatti – si narra che si sia lanciato un giovane cavaliere, a cui gli abitanti della città hanno fatto seguire frutti e offerte. Senza dubbio si tratta di una tappa imperdibile di un giro dei Fori Imperiali.

Capo Matapan in Grecia: un luogo antico e affascinante

Siamo nel punto più a sud della penisola balcanica, in uno dei Paesi europei più amati: la Grecia. Ed è proprio qui che troviamo Capo Matapan: secondo la mitologia greca in questo specifico luogo sorgeva la casa di Ade e non stupisce, quindi, che nell’antichità vi siano stati edificati alcuni templi, tra cui l’antico santuario e oracolo della morte Poseidone Tenaros, che è composto da due camere, di cui una con altare. Si dice che sia proprio da questa porta che è passato Orfeo per trovare Euridice. Al di là della leggenda, vale sempre la pena raggiungere questo Paese affascinante in cui storia e cultura si mescolano a paesaggi incredibili.

Islanda, la porta dell’inferno sotto il vulcano Hekla

Si deve tornare indietro nel tempo fino al Medioevo per identificare il vulcano Hekla come una delle porte dell’inferno, si trova in Islanda, nella zona sud-ovest di questo incredibile Paese che sembra uscito da un sogno: paesaggi che mutano sotto lo sguardo, natura selvaggia e bellezza allo stato puro. Se dovessimo tradurre il nome del vulcano Hekla potremmo scoprire che significa cappuccio, e la ragione è molto semplice: infatti la sua sommità spesso rimane celata dalle nuvole. Ha eruttato circa 20 venti volte, tra le più recenti quella datata 2000. E se si desidera vederlo in tutta la sua imponenza, basti sapere che è facile da ammirare se si programma un viaggio a Reykjavik dal momento che la distanza con la capitale dell’Islanda è di soli 150 chilometri, nei pressi vi è anche la suggestiva cascata Þjófafoss. Tappe imperdibili alla scoperta di luoghi indimenticabili.

Vulcano Hekla: porta dell' inferno
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In Irlanda il Vulcano Hekla: si racconta sia una porta dell’inferno

Hierapolis, in Turchia la porta dell’inferno

Siamo in Cappadocia, Turchia, ed è qui che si trova Hierapolis un luogo in cui si possono ammirare i resti dell’età Classica, con tantissime meraviglie come necropoli, porta di Frontino e un bellissimo anfiteatro. Ma non solo: vi sono calde acque termali, anche nelle terrazze bianche in cui immergersi in uno scenario di rara bellezza. Un posto unico, di grande meraviglia, in cui storia e natura si intrecciano per regalare una scenografia destinata a diventare uno dei ricordi di viaggio più preziosi.

Oltre a tutto questo, un’altra delle ragioni per cui vale la pena visitare questo luogo è che si racconta che è proprio qui che si trova una delle porte dell’inferno: quella dove un Cerbero a tre teste uccideva le persone con il suo respiro per sacrificarle al dio Plutone. L’aspetto curioso è che esiste una ragione che rende reale tutto questo: infatti vi è un punto in cui vi sono gas nocivi e che oggi – oltre a essere chiuso – si può ammirare solo da lontano.

Darvaza, in Turkmenistan: il cratere che brucia

Ci spostiamo nella zona centro nord del Turkmenistan dove si trova il cratere Darvaza nel deserto del Karakum. Un luogo davvero infernale: si tratta di un buco circondato da fiamme perenni, davvero il punto perfetto in cui possiamo immaginare di calarci nell’inferno. Ma come fa a essere così: pare che questa sua peculiarità sia determinata dalla presenza di grandi quantità di gas naturale (soprattutto metano) nel sottosuolo a cui è stato dato fuoco in seguito a un incidente di tipo industriale. Ma questo nulla toglie al suo fascino misterioso e un po’ terrificante; infatti, non vi è alcun dubbio nell’affermare che si tratta di un luogo davvero particolare e che toglie il fiato. Così simile a quello che nell’immaginario possiamo identificare come accesso all’Ade, da meritarsi l’appellativo di Porta dell’inferno. Il viaggio per raggiungerlo non è breve ma ne vale la pena.

Porta dell'inferno Darvaza in Turkmenistan
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Porta dell’inferno: il cratere Darvaza in Turkmenistan

Giappone: i setti inferni di Beppu

Restiamo in Asia e, più precisamente, in Giappone: è qui che si trovano i sette inferni di Beppu. Caratterizzati da acqua caldissima e gas, che ribollono, per raggiungerli bisogna andare nelle regioni di Kannawa e Kamegawa di Beppu. Si chiamano Jigoku, parola che significa proprio inferno, quello della tradizione buddista giapponese. La loro acqua è caldissima, i colori (alcune pozze raggiungono anche i 99 gradi) spaziano e quindi si passa dal turchese, al color fango, senza dimenticare il bianco e il rosso. Si tratta di una zona ovviamente celebre per le terme, da raggiungere per fare il pieno di relax e meraviglia. E per poter dire di aver ammirato da vicino una delle zone identificate come bocca dell’inferno.

Beppu in Giappone
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Giappone: i setti inferni di Beppu

Belize, le grotte dei Maya

Nell’America centrale si trova lo Stato del Belize e qui, a quanto pare, le porte dell’inferno si trovano dentro delle grotte. Sono quelle che sono state realizzate dai Maya e che avevano proprio lo scopo di raggiungere Xibalba, quel luogo sotto la terra dove passavano morti e vivi e regnavano gli dei della morte. Insomma: delle perfette porte per l’inferno. Un complesso di cavità celebre è l’Actun Tunichil Muknal, al cui interno sono state ritrovate le ossa di 13 persone, compresa la “fanciulla di cristallo”. Si trova nei pressi della città di San Ignacio, dalla quale partire alla volta di tante altre attrazioni turistiche particolarmente importanti come diversi siti archeologici legati alla civiltà Maya. Un luogo che vale la pena esplorare, per fare il pieno di storia e di cultura antica.

Pennsylvania: la porta dell’inferno a Hellam Township

Negli Stati Uniti e, più precisamente in Pennsylvania si trova la cittadina di Hellam Township. Apparentemente potrebbe sembrare un normale centro abitato dell’America del Nord, ma in realtà è culla di alcune storie paurose legate a un manicomio che sarebbe bruciato (ma non è mai esisto) e a un dottore. E tutte concordano sul fatto che è qui che si possono trovare le Sette porte dell’inferno. Si dice che, se si attraversano tutte, si arriva negli inferi. Una leggenda decisamente terrificante.

Il luogo di culto in Irlanda che porta al Purgatorio

Non più inferi, ma purgatorio: una leggenda ci porta in Irlanda, sulla piccola isola Station Island all’interno del lago Lough Derg. Qui si dice che Gesù nel passato più remoto abbia indicato a San Patrizio l’ingresso al purgatorio identificandolo in una grotta: oggi si chiama Pozzo di San Patrizio oppure Purgatorio di San Patrizio.

Autore
SiViaggia.it

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