Le voci dal palazzo, Meloni: “Iran? Si fa il pane con la farina che si ha”. Borghi (Italia Viva): “Non basta un colloquio su una panchina per fare una politica estera”. Boccia (Pd): “Il silenzio italiano ormai è convivenza muta”

  • Postato il 18 giugno 2025
  • Politica
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Come ovvio, nel palazzaccio della politica si litiga su quel che sta avvenendo in Iran. “Ho sempre pensato – dice la premier Giorgia Meloni di ritorno dal G7 in Canada – che lo scenario migliore fosse quello di un oppresso popolo iraniano che riesce a rovesciare il regime, dopodiché si deve fare il pane con la farina che si ha”. “Tajani – tuona il leader di Italia Viva Matteo Renzi – non era stato informato dell’imminente attacco di Israele all’Iran: è stato un momento imbarazzante per il nostro Paese”. “Non basta un colloquio su una panchina in favore di telecamere e fotografi – attacca il senatore Enrico Borghi – per fare una politica estera”.

Ecco le voci dal palazzo della politica:

“Ho sempre pensato che lo scenario migliore fosse quello di un oppresso popolo iraniano che riesce a rovesciare il regime, dopodiché si deve fare il pane con la farina che si ha… Si deve operare nello scenario nel quale si opera, per cui l’obiettivo è quello di impedire che l’Iran abbia una potenza nucleare”. (Giorgia Meloni)

“Io non sono antimilitarista, abbiamo bisogno di eserciti per prevenire i conflitti, ma non possiamo pensare che la guerra sia uno modo per risolvere i conflitti. La pace richiede concretezza, percorsi lungimiranti che vanno costruiti”. (Giuseppe Conte, Skuola.net)

“Ho ribadito la posizione dell’Italia che è quella di lavorare per raggiungere un accordo e favorire la ripresa del dialogo tra Iran e Stati Uniti attraverso la mediazione dell’Oman”. (Antonio Tajani)

“Tajani non era stato informato dell’imminente attacco di Israele all’Iran: è stato un momento imbarazzante per il nostro Paese”. (Matteo Renzi, Affari Italiani)

“Non basta un colloquio su una panchina in favore di telecamere e fotografi per fare una politica estera”. (Enrico Borghi, Italia Viva)

“Il governo Meloni non ha mai detto una parola critica su Trump, mai sulle follie di Netanyahu (a Gaza ormai i palestinesi possono scegliere solo come morire, se per le bombe, sotto le macerie o di fame), la diplomazia ormai è sostituita dall’arroganza e il diritto internazionale dalla forza militare. E il silenzio italiano ormai è convivenza muta”. (Francesco Boccia, Partito Democratico)

“Su Gaza, credo che Meloni debba fare di più”. (Pier Ferdinando Casini, Partito Democratico, La Stampa)

“L’Iran è un regime autoritario che da decenni viola i diritti umani, reprime le donne, imprigiona intellettuali e oppositori. Nessuno lo nega. Ma la fine di una dittatura non può avvenire con le bombe. La storia ce lo insegna: in Afghanistan, in Iraq, in Libia le guerre hanno lasciato solo macerie, destabilizzazione e nuove dittature”. (Angelo Bonelli, Tagadà)

“È inaccettabile, vergognoso e umiliante per tutti noi eletti al Parlamento Europeo che la presidente della Commissione, che dovrebbe rappresentare 450 milioni di cittadini europei, alzi il telefono per esprimere solidarietà a Benjamin Netanyahu, contro il quale il Procuratore della Corte Penale Internazionale ha richiesto un mandato d’arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità”. (Ignazio Marino, Alleanza Verdi e Sinistra)

 

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Blitz

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