Le voci dal palazzo, Tajani: “Lavoriamo per il dialogo”. Schlein: “USA non usino le nostre basi”. Renzi: “Il governo non tocca palla”. Gasparri: “Il regime iraniano non lo vuole nessuno”. Bonelli: “Italia telecomandata”
- Postato il 23 giugno 2025
- Politica
- Di Blitz
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Nel palazzaccio della politica si litiga sul radi statunitense in Iran. “Il nostro orientamento è quello di favorire il dialogo” spiega il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Chiederò alla premier – dice la segretaria dem, Elly Schlein – di dire con chiarezza che l’Italia non parteciperà ad azioni militari e non consentirà che le nostre basi vengano utilizzate per fornire sostegno a una guerra che la comunità internazionale, tutta, deve fermare”.
“Nessuno stupore nel vedere Meloni e Tajani non toccare palla – attacca il leader di Italia Viva, Matteo Renzi – abbiamo un Governo che sulla politica estera è totalmente in balia degli eventi, senza strategia e del tutto irrilevante”.
Ecco le voci dal palazzo della politica:
“Il nostro orientamento è quello di favorire il dialogo”. (Antonio Tajani)
“Chiederò alla premier di dire con chiarezza che l’Italia non parteciperà ad azioni militari e non consentirà che le nostre basi vengano utilizzate per fornire sostegno a una guerra che la comunità internazionale, tutta, deve fermare”. (Elly Schlein, La Repubblica)
“Ritengo che l’Europa faccia bene ad aggiungersi al coro di chi chiede una de-escalation immediata e il ritorno alla diplomazia”. (Raffaele Nevi, Forza Italia, Agorà)
“Nessuno stupore nel vedere Meloni e Tajani non toccare palla: abbiamo un Governo che sulla politica estera è totalmente in balia degli eventi, senza strategia e del tutto irrilevante”. (Matteo Renzi)
“L’attacco degli Usa segna un’escalation dagli esiti incontrollabili. Chiedo a Meloni per una volta di non attendere istruzioni dall’alto e di mettere subito al primo posto la sicurezza del nostro paese, di non dare la disponibilità delle nostre basi militari per questa escalation e di garantire che nessun colpo sarà sparato da un nostro soldato”. (Giuseppe Conte)
“Serve un’Italia unita e forte, ma soprattutto un cambio di passo, a partire dalle comunicazioni che avverranno oggi alla Camera, nella politica estera da parte del Governo”. (Chiara Gribaudo, Partito Democratico, Sky Tg24)
“Oggi Meloni verrà in aula e vogliamo sentire parole chiare: che noi in guerra non entriamo e che le basi Nato in Italia non verranno usate per supportare in qualsiasi modo le follie di Trump che fa da zerbino al criminale di guerra Netanyahu”. (Chiara Appendino, Movimento 5 Stelle)
“Gli USA interagiscono con quell’area da sempre, ricordiamoci i conflitti con l’Iraq e la vicenda con l’Iran. I Paesi arabi si sono limitati a dei comunicati di circostanza, perché in realtà l’Iran destabilizza tutta l’area. Questo regime iraniano terrorista e oscurantista non lo vuole nessuno”. (Maurizio Gasparri, Forza Italia, L’aria che tira)
“Le Meloni venga a spiegare perché ha portato la politica estera italiana ad essere totalmente telecomandata da USA e Israele. Perché tace di fronte a un attacco militare che ci trascina in un conflitto senza fine? Il mondo sta precipitando verso la guerra globale. E loro la chiamano pace”. (Angelo Bonelli)
“Meloni condanni fermamente questa decisione del suo amico e alleato Trump di bombardare l’Iran e ne prenda le distanze : l’Italia non deve in alcun modo essere trascinata, anche indirettamente, in una tale guerra di aggressione”. (Laura Boldrini, Partito Democratico)
“Occorre una immediata e decisa iniziativa diplomatica per fermare l’escalation e far tacere le armi”. (Nicola Fratoianni)
Gli Usa entrano in guerra contro l’Iran conducendo un attacco sconsiderato, senza condivisione con gli alleati della Nato, senza considerare le ripercussioni internazionali, senza alcuna valutazione dell’ulteriore instabilità che questo porterà in Medio Oriente. Per Salvini e il Pakistan Trump merita il nobel per la pace: doveva porre fine alla guerra in Ucraina in 24 ore e doveva fermare il conflitto mediorientale. Sta accadendo esattamente il contrario”. (Riccardo Magi, +Europa)
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