Lei lascia il marito per stare con lui, che le ruba tutti i soldi dal conto. Il processo a Torino
- Postato il 20 novembre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Persi di vista e ritrovati da adulti su Facebook. La scintilla che scoppia, ma che si scopre essere unilaterale troppo tardi. Succede a Torino dove un uomo è a processo con l’accusa di aver truffato oltre 56mila euro ad una donna di 55 anni. La storia inizia quando la donna si rivolge all’uomo sul social “perché suo papà dirigeva una squadra di calcio dilettantistica e volevo iscrivere mio figlio”. Poi i messaggi diventano sempre più privati, la donna si fida e si confida parlando dei problemi del suo matrimonio. L’uomo la consola e la convince a lasciare il marito per stare con lui.
Agli inizi della relazione il 54enne le chiede inoltre di impegnare 20mila euro per aprire un ristorante nel vercellese, appena dopo la separazione le chiede 12mila euro per l’acquisto di un’auto, che la donna versa sul conto Postepay. Ma non sul conto dell’uomo, che è misterioso e mendace. “Li versai sulla Postepay di sua madre. Mi disse che lavorava per una squadra di serie A e che poi avrebbe svincolato alcuni investimenti per restituirmi il denaro. Sosteneva di avere 2 milioni fermi. Capivo che qualcosa tra di noi non andava, ma continuai a dargli il denaro per amicizia. Ero coinvolta emotivamente e non riuscivo a staccarmi”.
La donna aveva aperto un conto bancario a suo nome per metterlo a disposizione dell’imputato, che racconta di non poterne avere uno per via di un processo in corso per evasione fiscale. L’uomo, difeso dall’avvocato Andrea Giovetti, ha alle spalle diversi precedenti per truffa, estorsione, ricettazione e appropriazione indebita. L’imputato dopo qualche tempo propone alla donna l’acquisto di una casa alla Crocetta, il quartiere più ambito di Torino, e le promette di andarci a vivere insieme. La donna apre anche un finanziamento a tal fine, ma l’uomo (che, come la donna, della casa aveva visto solo la facciata) intasca i 40mila euro versati dalla signora sulla PostePay.
L’uomo diceva alla donna di lavorare per una squadra di Serie A, probabilmente sfruttando il ricordo calcistico che la vittima aveva di suo padre. La donna poi si ritrova licenziata e chiede il rimborso dei soldi all’uomo che, a parole sue, invece “aveva venduto la casa al padre di un calciatore e che aveva investito i 40 mila euro per entrare nella società che avrebbe costruito lo stadio a Bologna“. Nessuna circostanza simile viene ovviamente riscontrata, e dal conto della donna risultano centinaia di transazioni destinate all’uomo. La difesa, però, ritiene che i prestiti non siano stati ottenuti con l’inganno e che la vittima abbia volontariamente prestato i soldi all’imputato per rimanere legata a lui.
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