L'elezione di Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, ha portato al soglio pontificio un elemento raro: una laurea in matematica (oltre che in filosofia). Formatosi alla Villanova University prima della sua vocazione religiosa, Leone XIV è il primo pontefice americano e uno dei pochissimi a possedere una preparazione scientifica di alto livello. Una scelta che segna i tempi e, chissà, che ci racconta forse una Chiesa attenta anche ai numeri e delle scienze esatte, in un'epoca in cui intelligenza artificiale, cambiamento climatico e bioetica pongono nuove sfide morali.. Il chimico papa Francesco
Ma Leone XIV non è un caso isolato. Il suo predecessore, papa Francesco, portava già con sé una sensibilità scientifica: nato Jorge Mario Bergoglio, aveva studiato chimica e si era diplomato come tecnico industriale in Argentina. Prima di diventare gesuita, aveva lavorato in un laboratorio ed era stato assistente di ricerca. Questo background ha forse favorito la sua apertura al linguaggio della scienza, come dimostrano le sue parole sul cambiamento climatico e le sue frequenti aperture al mondo accademico e della ricerca.
Non proprio scienziati, ma...
Andando indietro nel tempo troviamo papi che, pur non avendo titoli formali in ambito scientifico, hanno lasciato un'impronta importante nel rapporto tra fede e scienza. Pio XII (1939-1958), ad esempio, fu il primo papa ad accettare pubblicamente la teoria del Big Bang come compatibile con la fede cattolica, appoggiandosi alle idee del sacerdote e cosmologo belga Georges Lemaître, uno dei padri della teoria.
Più indietro ancora, Benedetto XIV (papa dal 1740 al 1758) si distinse per il suo atteggiamento illuminato: promosse gli studi di medicina, istituì osservatori astronomici e fu tra i primi a consultare scienziati su questioni etiche e naturali. Per l'epoca fu un innovatore.
Gregorio, il papa del calendario
Infine vale la pena citare Gregorio XIII, il papa che nel 1582 riformò il calendario, affidando i calcoli all'astronomo gesuita Cristoforo Clavio: nacque così il calendario gregoriano, quello che usiamo ancora oggi.
Certo, non mancano pagine più controverse, come il processo a Galileo Galilei sotto Urbano VIII, che nel 1633 condannò lo scienziato toscano per aver sostenuto il sistema copernicano. Ma quella ferita fu in parte sanata solo secoli dopo, quando Giovanni Paolo II, nel 1992, riconobbe gli errori della Chiesa nei confronti di Galilei e riaffermò l'importanza della scienza come strumento di conoscenza del creato.
Chissà che oggi, con Leone XIV, la presenza della scienza al vertice della Chiesa non apra davvero una nuova stagione per il rapporto tra fede e ragione..