L’Europa lancia la sfida alla Cina: nascerà l’auto europea low-cost
- Postato il 11 settembre 2025
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- Di Virgilio.it
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Il Vecchio Continente è diventato dipendente dai Paesi asiatici per l’adozione delle batterie delle auto full electric, in particolar modo dalla Cina. I burocrati di Bruxelles hanno steso un tappeto rosso all’esplosione di un mercato 2.0 dell’automotive che senza la rivoluzione green non sarebbe mai decollato. Come funghi sono spuntati nuovi produttori cinesi che hanno proposto mezzi 100% elettrici a prezzi più bassi, approfittando degli incentivi statali, della supremazia sulle terre rare e di un sistema del lavoro molto diverso dall’Occidente.
In occasione del discorso annuale sullo stato dell’Ue la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, ha annunciato un’auto elettrica europea che sfiderà i colossi dagli occhi a mandorla. Con un ingiustificato ritardo i vertici della Commissione hanno intuito che l’industria nostrana sta finendo nel baratro, schiacciata da proclami irraggiungibili sull’ambiente e da una concorrenza spietata. In particolare Ursula Von der Leyen si è dichiarata favorevole alla commercializzazione di una EV a basso costo da produrre in Europa, anche perché i dazi non bastano.
L’idea nata da John Elkann
Era stato l’erede dell’impero di Gianni Agnelli, presidente del Gruppo Stellantis, insieme all’ex CEO di Renault Luca de Meo a spingere per la produzione di un’auto elettrica europea al giusto prezzo. In un mercato dove i costi dei veicoli all’avanguardia sono schizzati alle stelle si sente la necessità di creare validi presupposti per offrire l’accessibilità alla filiera elettrica per la stragrande maggioranza della popolazione. Gli incentivi rappresentano un piccolo passo in avanti nella direzione dei contenimenti dei prezzi, tuttavia per combattere la concorrenza asiatica occorre una nuova categoria di vetture ecologiche.
Per agili spostamenti in città si potrebbero realizzare EV in stile kei car giapponesi, city car compatte pensate per addentrarsi senza affanni nelle trafficate giungle urbane. Con agevolazioni fiscali e una produzione interna si potrebbe centrare in Europa l’obiettivo di vetture elettriche economiche e funzionali. La politica italiana ha accolto con entusiasmo l’idea lanciata dalla Von der Leyen, ma occorre uno stravolgimento delle normative sulle emissioni di Co2. Secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, la questione sarà discussa in occasione del programma “Dialogo Strategico sull’Automotive”. I produttori chiederanno più flessibilità sulle normative antiinquinamento e il rinvio del ban ai motori a combustione previsto tra 10 anni.
La soddisfazione della presidente della Commissione europea
Dato il ritardo clamoroso sulla diffusione di colonnine di ricarica in numerosi Paesi europei e la vendita rallentata di EV potrebbe esserci un posticipo dello stop del 2035 ai motori termici. Ursula Von der Leyen vuole dare un segnale concreto in una fase in cui l’industria delle quattro ruote sembra non poter più tollerare il boom dei competitor cinesi.
“Milioni di cittadini hanno bisogno di vetture a basso costo. Ritengo che dovremmo investire in veicoli piccoli e accessibili per il futuro sia per soddisfare la domanda interna sia per l’esportazione. Per questa ragione proporremo di collaborare con l’industria a una nuova iniziativa denominata Small Affordable Cars (piccole auto accessibili). La E-car dovrà essere ecologica, pulita, efficiente e leggera. Bisognerà che sia prodotta in Europa e che le catene di fornitura e approvvigionamento siano europee. Non possiamo consentire alla Cina di conquistare il nostro mercato: le auto del futuro dovranno essere realizzate nel nostro Continente”.