L’ex boss pentito, Nicola Acri, preoccupato per la famiglia
- Postato il 21 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
L’ex boss pentito, Nicola Acri, preoccupato per la famiglia
L’ex esponente di spicco della criminalità organizzata del cosentino, Nicola Acri, detto “occhi di ghiaccio”, preoccupato per la sicurezza e incolumità della famiglia
Si è presentato in aula in videocollegamento, ma non per affrontare accuse o offrire nuove rivelazioni. Questa volta, Nicola Acri, ex esponente di spicco della criminalità organizzata sibarita, rossanese di nascita, e oggi collaboratore di giustizia, ha voluto lanciare un appello preoccupato: teme per la sua sicurezza e per quella della sua famiglia.
NICOLA ACRI, RUBATA L’AUTO INTESTATA ALLA MOGLIE
Durante la sua deposizione alla Corte d’Assise di Catanzaro, nell’ambito del processo per l’omicidio di Salvatore Di Cicco, Acri ha denunciato un episodio inquietante: il furto dell’auto intestata alla moglie, avvenuto nella località protetta dove la famiglia risiede sotto tutela. Un fatto che, secondo quanto riferito, ha allarmato l’ex boss per la possibilità che la sua nuova identità o l’indirizzo segreto possano essere compromessi. In particolare, sottratti anche i documenti del veicolo, elemento che accresce i timori di Acri.
I TIMORI DELL’EX BOSS
Il collaboratore, già condannato con rito abbreviato a cinque anni per il coinvolgimento nell’organizzazione dell’omicidio Di Cicco — avvenuto il 1° settembre 2001 a Torretta di Crucoli — ha parlato apertamente del clima di tensione che si è creato intorno alla sua figura. Stando alle sue parole, il furto dell’auto potrebbe essere legato ad altri episodi sospetti, ancora oggetto di valutazione.
L’INQUIETITUDINE DI ACRI
Acri ha espresso la propria inquietudine in un contesto giudiziario già particolarmente delicato. Nella stessa giornata, infatti, avrebbe dovuto sottoporsi al controesame nell’ambito di un altro procedimento penale in corso a Cosenza, relativo all’omicidio di Andrea Sacchetti, 29 anni, ucciso e occultato in un fondo agricolo tra Cantinella e Sibari nel febbraio 2001. In quell’occasione, però, ha scelto di non rispondere agli avvocati difensori, citando proprio le recenti minacce percepite alla sua sicurezza personale.
L’OMICIDIO DI CICCO
Nel processo per l’omicidio Di Cicco, oltre a Rocco Azzaro, risultano imputati anche Giuseppe Spagnolo e Giuseppe Nicastri, entrambi considerati figure di rilievo della criminalità organizzata attiva nell’area di Cirò.
Il corpo della vittima, secondo le dichiarazioni di altri collaboratori, tra cui Ciro Nigro, fu sepolto nell’area in cui oggi sorge una struttura turistica. Il timore di Acri, espresso in aula, riaccende il dibattito sul sistema di protezione dei collaboratori di giustizia, sulle falle che possono mettere a rischio l’incolumità dei testimoni chiave nei procedimenti contro le cosche, e sulla necessità di rafforzare i dispositivi di tutela.
DOPO VENTI ANNI ATTENZIONE ANCORA ALTA
A più di vent’anni dai fatti di sangue sui quali oggi la giustizia cerca di fare chiarezza, resta alta l’attenzione su un contesto ancora fortemente segnato dalla presenza della criminalità organizzata.
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L’ex boss pentito, Nicola Acri, preoccupato per la famiglia