Libertà in cambio di sicurezza: fino a che punto cedere? Il Grande Fratello è già fra noi
- Postato il 2 novembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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Quanta libertà siamo disposti a cedere in cambio di sicurezza?
Tarda serata, un uomo cammina lungo un marciapiede con il suo cane al guinzaglio. Ad un certo punto si avvicina un tipo, impugna un coltello, gli intima di dargli il portafoglio.
Nemmeno il tempo di finire la frase, che un drone gli è subito addosso, lo immobilizza sparando impulsi elettrici, mentre grazie ad un sofisticato software richiede l’intervento delle forze dell’ordine. L’uomo ed il cane sono salvi, il tipo consegnato alla giustizia, ma il drone ha registrato anche tutto quello che l’uomo ha fatto nella sua passeggiata serale; con il riconoscimento facciale è risalito all’identità ed è pronto ad inviargli una multa digitale perché non ha raccolto le deiezioni del suo cane.
Con l’occasione ha pure fatto un controllo nel dossier personale dell’uomo, dove è conservata tutta la sua vita, pubblica e privata.
La fantasia ci potrebbe portare anche più avanti, ma basta così: l’importante è sapere che questo potrebbe essere, ed in parte lo è già, un frammento di un possibile futuro non molto lontano. Ed allora la domanda è più urgente che mai: quanta libertà siamo disposti a cedere in cambio di sicurezza?
Sicurezza, tema centrale

Difficile dirlo. La questione riguarda tutti, ma ognuno la vive a modo proprio. Tuttavia, anche senza essere esperti sondaggisti, si può affermare che la sicurezza è diventato un tema centrale ed emergenziale. Non esiste campagna elettorale, o qualsiasi altra forma di dibattito politico, dove non venga affrontato: c’è chi lo cavalca in cerca di facili consensi, chi per questioni ideologiche nega l’evidenza, e poi c’è chi prova a cercare soluzioni ma non ci riesce. Intanto però, i reati aumentano e la gente ha sempre più paura.
In determinati periodi di crisi, come ad esempio durante il Covid, si tende a sospendere o limitare i diritti e le libertà individuali in nome della sicurezza collettiva.
Ma questo stato di eccezione, spinto anche dalle nuove tecnologie di sorveglianza di massa, sembra diventare oggi permanente. Nelle democrazie moderne la convivenza dialettica tra libertà e sicurezza dimostra tutta la sua debolezza.
I limiti ai dati personali
Fino a che punto, ad esempio, la raccolta di dati personali per provare a garantire più sicurezza è un’invasione ingiustificata della nostra privacy e della libertà individuale?
Forse dobbiamo imparare a leggere questa nuova realtà con altre lenti. Il pendolo che oscillava tra libertà e sicurezza non svolge più il proprio compito. Il bilanciamento che li teneva in equilibrio lascia spazio ad una prospettiva nella quale il confine tra i due è ormai prossimo a quello di potere. In nome della sicurezza si sacrifica più libertà, ma attenzione, perché “il capitalismo della sorveglianza”, come lo chiama la professoressa Shoshana Zuboff, potrebbe essere il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri.
Noi cittadini siamo dunque chiamati ad interrogarci, a scavare nel profondo della questione, tracciare il limite oltre il quale non siamo disposti ad andare. C’è da elaborare una nuova tensione tra libertà e sicurezza, che non va mai dimenticato, sono entrambi valori costituzionali.
Ma quali contenuti dare a questo nuovo compromesso? Forse dobbiamo ripartire da un principio imprescindibile, e cioè che la sicurezza deve essere al servizio della libertà. Non diamolo per scontato, perché non lo è più. E con altrettanta schiettezza, dobbiamo dirci che, con l’avvento delle nuove tecnologie, il nostro rapporto con il concetto di libertà si è drammaticamente impoverito.
L’abitudine alla libertà, della quale abbiamo goduto noi occidentali, ci ha in qualche misura resi più vulnerabili e allontanati progressivamente dall’esercizio concreto di un valore al quale avevamo aderito. Oggi, siamo disposti a cedere molto di noi, e ci basta poter pubblicare un post sui social per sentirci ricompensati.
Ma c’è qualcosa di più: stiamo barattando libertà in cambio non solo di sicurezza ma anche di consumo. Vogliamo essere liberi di consumare! sembra essere la nuova elegia quotidiana del presente, e per farlo chiediamo sicurezza, sicurezza per la libertà di consumare.
Il bello di tutto questo è che ne siamo consapevoli e ci va bene così. Se il nostro smartphone ci ascolta non ne facciamo un dramma. Prendiamo tutto quel che accade come inevitabile. Diventati un po’ navigatori digitali ed un po’ consumatori compulsivi, stiamo dando il consenso ad ogni sottrazione di libertà con il sorriso sulle labbra.
Ed allora, quanto siamo disposti a cedere in cambio di sicurezza? Dipende da quale forma di libertà abbiamo in animo, se vogliamo essere uomini o solo consumatori, attori o spettatori del nostro futuro, tutte questioni dirimenti ma che non interessano a coloro che stanno decidendo al posto nostro.
Intanto, l’uomo con il suo cane se n’è tornato a casa. Nella casella di posta elettronica ha già la multa da pagare per le deiezioni lasciate sul marciapiede. In più, il drone ha constatato la revisione dell’ automobile scaduta, quindi ha provveduto al ritiro immediato del libretto di circolazione, imposto il divieto di circolare e sanzionato l’uomo con un’altra multa.
Sempre meglio che subire una violenza da uno sconosciuto, su questo non c’è dubbio, ma forse questi droni andrebbero programmati anche per chiudere un occhio.
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