“L’idea di avvicinarmi alla morte è proprio fastidiosa. Ho tanti progetti, mi sto divertendo ma ci sto pensando. Ho dipendenze affettive”: lo rivela Loredana Bertè

  • Postato il 25 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“50 volte Bellissima” è il titolo dell’album fotografico di ricordi firmato Loredana Bertè. Per l’occasione la cantautrice si è raccontata a Vanity Fair: “Quanto ha contato nella mia vita e nella mia carriera? Assolutamente niente, è sempre stata l’ultima cosa alla quale badavo. Sempre se c’era, poi: bella non saprei… Carina, ero carina. Oggi ci sono colleghe che puntano sulla bellezza, ma mi chiedo se sono belle, perché no, scusi? Che fastidio dà? Un bel vedere fa piacere a tutti. Se un’artista ha talento, perché porre limiti alla sua bellezza? Il problema è se non ne ha, ed è pure brutta: lì come la mettiamo?”

Rispetto a 50 anni fa l’artista si sente “Esattamente uguale a quella di oggi. Anzi, forse quella di oggi è pure un po’ peggio: sono diventata insofferente a tutto. Un po’ di pazienza ce l’avevo, quando ero più giovane. Poca, ma ce l’avevo. Adesso no, non mi va più di perdere tempo inutilmente. Però, magari, oggi prima di sbottare conto fino a dieci. O a cinque. Ma non ditemi che sono diventata matura: sono ribelle da cinquant’anni. Anzi, da prima. Voi mi conoscete da cinquant’anni, ma io ribelle ci sono nata”.

“L’idea di avvicinarmi alla morte, di dover lasciare questa Terra, è proprio fastidiosa, – ha affermato – perché sto vivendo bene questo periodo: ho tanti progetti, ho la fortuna di vivere di un lavoro che mi piace e che è sempre stata la mia passione. Sì, diciamo pure che mi sto divertendo. Purtroppo sono in quella fase della vita in cui inizi a pensare alla morte. Da due o tre anni è un pensiero frequente. Non sono credente nel senso più stretto. Dio è un grande assenteista, ma spero in qualche modo di ritrovare mia sorella, quando arriverà quel giorno”.

E ancora: “Sono una rockstar atipica. Fumo mezza sigaretta al giorno, non bevo alcol, non mi drogo. Io sono più una dipendente affettiva, tendo a creare legami molto forti. Quelle dipendenze uniscono tutti, sono molto democratiche. La cosa fondamentale per superarle è non averne paura, non nasconderle: solo riconoscendole si può uscire da certi rapporti malati”.

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