Liegi-Bastogne-Liegi: Pogacar favorito d'obbligo, ma Evenepoel e Skjelmose meditano la sorpresa. L'Italia si affida a Ciccone
- Postato il 26 aprile 2025
- Di Virgilio.it
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C’è chi ha già messo le mani avanti e chi ha giocato a difendersi. “Non scherziamo, è Pogacar il solo e unico favorito della Liegi”, ci tiene a dire Remco Evenepoel. Che pure una settimana fa all’Amstel gli ha reso la vita durissima, contribuendo poi a consegnare a Mattias Skjelmose l’occasione della vita con lo sprint col quale s’è preso la classica della birra. Ma la Doyenne è un’altra cosa, e soprattutto è già stata spesso e volentieri affare dello sloveno, che l’ha vinta nel 2021 e nel 2024. In mezzo, due vittorie targate Remco. E la sensazione è che anche per il 2025 non si uscirà da questi due nomi.
- Remco si sente un numero 2: "vediamo cosa succede"
- Skjelmose per il bis, l'Italia si affida a Ciccone
Remco si sente un numero 2: “vediamo cosa succede”
Evenepoel, rientrato alle corse da poco più di una settimana (sarà la quarta alla quale parteciperà dopo la vittoria nella Freccia del Brabante, il terzo posto all’Amstel e il nono alla Freccia Vallone), ha messo le mani avanti perché è consapevole che la Doyenne è la gara che si addice di più alle caratteristiche di Pogacar.
“Se volete potete piazzarmi alla casella numero due dei favoriti, ma non oltre. Questa è una corsa che si decide sulle salite e io spero solo di avere le gambe per rispondere agli attacchi di Tadej. Nelle tre precedenti gare ho fatto il massimo: ho vinto alla Freccia del Brabante, me la sono giocata allo sprint all’Amstel andando a riprendere Pogacar, alla Freccia mi sono sentito bene finché il freddo mi ha tirato un brutto scherzo sul muro finale. Le sensazione sono buone, ma il favorito cercatelo altrove”.
Tra l’altro nelle due vittorie di Remco (2022 e 2023) Pogacar non fu della gara nella prima, mentre nella seconda cadde quando era in lizza per la vittoria. Ma dopo l’assolo sul Mur de Huy, non pensare a lui come l’uomo da battere sarebbe oggettivamente una follia.
Skjelmose per il bis, l’Italia si affida a Ciccone
Alla Freccia Vallone il campione del mondo ha dimostrato di essere in condizioni di forma eccelse. E a parte Evenepoel sembrerebbe esserci soltanto Skjelmose in grado di poter rompere le uova nel paniere a coloro che hanno monopolizzato l’albo d’oro post Covid. Vorrebbe tentare la sorte anche Tom Pidcock, che qualche segnale di crescita l’ha mostrato dopo un periodo ondivago, mentre Ben Healy, Santiago Buitrago ed Enric Mas proveranno a sfruttare le loro qualità di ottimi scalatori per cercare di restare attaccati alle ruote dei migliori.
Tra gli italiani, fari puntati su Giulio Ciccone e Simone Velasco, mentre Giulio Pellizzari verrà a fare la gamba dopo che la Red Bull Bora Hangrohe ha annunciato che lo porterà al Giro d’Italia in appoggio a capitan Roglic.
Saranno 11 le cotes da affrontare, di cui ben 9 dislocate negli ultimi 100 km di corsa: la Redoute, dopo 218 km, sarà la prima cartina tornasole per chi vorrà provare a fare selezione (1,6 km con picchi al 20%). Quanto si saliranno la cote des Forges e la cote de la Roche-aux-Faucons, a meno di due chilometri dall’arrivo, i giochi potrebbero già essere fatti: non c’è più il Saint Nicolas, la “salita degli italiani”, ma lo spazio per fare selezione resta piuttosto ampio.